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Ricorso inammissibile: quando è solo una rivalutazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due imputati condannati per lesioni aggravate. Il ricorso è stato respinto perché si limitava a riproporre le stesse censure già esaminate nei gradi di merito, chiedendo di fatto una nuova valutazione delle prove, compito che non spetta alla Suprema Corte. La sentenza ribadisce che il riconoscimento fotografico informale è un mezzo di prova valido, la cui attendibilità è rimessa al libero e motivato convincimento del giudice. A causa del ricorso inammissibile, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione non è un Terzo Grado di Giudizio

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il giudizio di legittimità non può trasformarsi in un’ulteriore valutazione dei fatti. Quando un ricorso si limita a riproporre le stesse argomentazioni già respinte nei precedenti gradi, senza individuare vizi di legge specifici, la sua sorte è segnata: si tratta di un ricorso inammissibile. Questo caso offre uno spunto prezioso per comprendere i limiti del ricorso in Cassazione e il valore probatorio del riconoscimento fotografico.

I Fatti del Processo

La vicenda trae origine da una condanna per il delitto di lesioni personali aggravate in concorso, commesso a Roma nel 2015. La Corte di Appello, pur riformando parzialmente la sentenza di primo grado e concedendo le attenuanti generiche, aveva confermato la responsabilità penale di due imputati. La condanna si fondava su diversi elementi probatori, tra cui le dichiarazioni testimoniali e il riconoscimento fotografico effettuato durante le indagini.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Contro la sentenza di appello, la difesa degli imputati ha proposto ricorso per cassazione, articolando due motivi principali. In primo luogo, denunciavano violazioni di legge e un vizio di motivazione per travisamento della prova. Sostanzialmente, contestavano il modo in cui i giudici di merito avevano valutato le prove a loro carico, in particolare le testimonianze e il riconoscimento fotografico. In secondo luogo, sollevavano specifiche obiezioni sulla validità e attendibilità del riconoscimento informale degli imputati.

La Decisione della Corte: Il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato entrambi i ricorsi inammissibili. La decisione si basa su una linea giurisprudenziale consolidata che delinea chiaramente i confini del giudizio di legittimità. I giudici hanno sottolineato come i motivi del ricorso fossero generici e meramente riproduttivi di censure già adeguatamente analizzate e respinte dalla Corte di Appello. Presentare un ricorso inammissibile significa, in sostanza, chiedere alla Suprema Corte di effettuare una nuova e diversa lettura delle prove, un’operazione che è preclusa in sede di legittimità.

Il Valore del Riconoscimento Fotografico e il Libero Convincimento

Particolarmente interessante è la parte della motivazione dedicata al secondo motivo di ricorso. La Corte ha ribadito che i riconoscimenti fotografici effettuati dalla polizia giudiziaria durante le indagini, così come i riconoscimenti informali operati dai testimoni in dibattimento, costituiscono a tutti gli effetti prove utilizzabili nel processo. La loro validità non è soggetta a regole formali rigide.

Il loro valore probatorio è rimesso al principio del libero convincimento del giudice. Spetta a quest’ultimo valutare l’affidabilità e la credibilità del testimone che effettua il riconoscimento. Se tale valutazione è supportata da una motivazione logica, congrua e priva di palesi errori, non può essere messa in discussione davanti alla Corte di Cassazione.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha spiegato che l’appello alla Cassazione deve denunciare errori specifici nell’applicazione della legge o vizi logici manifesti nella motivazione della sentenza impugnata, non un generico disaccordo con la ricostruzione dei fatti. Un ricorso che si limita a proporre una lettura alternativa delle prove, senza dimostrare un vero e proprio travisamento (ovvero una percezione errata di una prova specifica), si risolve in una richiesta di un nuovo giudizio di merito, non consentito. Le sentenze di primo e secondo grado, se conformi nel giudizio di responsabilità e logicamente motivate, si integrano a vicenda, creando un apparato giustificativo solido che può essere scalfito solo da critiche puntuali e decisive.

Conclusioni

Questa ordinanza è un monito importante: il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere all’infinito i fatti. È uno strumento per garantire l’uniforme interpretazione e la corretta applicazione della legge. La dichiarazione di inammissibilità, con la conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, rappresenta il costo di un’impugnazione che non rispetta questi confini. La decisione conferma inoltre la piena legittimità del riconoscimento informale come strumento di prova, la cui efficacia dipende dalla valutazione motivata del giudice di merito.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Perché i motivi presentati erano generici, si limitavano a ripetere censure già respinte nei gradi di merito e chiedevano una nuova valutazione delle prove, attività che non rientra nelle competenze della Corte di Cassazione.

Un riconoscimento fotografico effettuato durante le indagini è una prova valida?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che i riconoscimenti fotografici effettuati durante le indagini e quelli informali avvenuti in dibattimento sono prove pienamente utilizzabili. La loro attendibilità è valutata dal giudice secondo il suo libero e motivato convincimento.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso?
Comporta la condanna di chi ha proposto il ricorso al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata fissata in 3.000,00 Euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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