Ricorso Inammissibile: La Cassazione Conferma la Condanna per Evasione
Quando un appello arriva dinanzi alla Corte di Cassazione, non sempre viene discusso nel merito. Un’ordinanza recente ci offre un chiaro esempio di ricorso inammissibile, spiegando perché la Suprema Corte può decidere di non procedere all’esame delle questioni sollevate. Il caso in esame riguarda un ricorso contro una condanna per il reato di evasione, ma la lezione che se ne trae ha una valenza generale per comprendere i limiti del giudizio di legittimità.
I Fatti del Caso
Un individuo, precedentemente condannato dalla Corte d’Appello di Bari per il reato di evasione, ha deciso di presentare ricorso alla Corte di Cassazione. L’obiettivo era quello di ottenere l’annullamento della sentenza di secondo grado. Nel suo ricorso, ha sollevato una serie di motivi a sostegno della propria tesi difensiva, cercando di mettere in discussione la fondatezza della sua responsabilità penale.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con ordinanza del 29 novembre 2024, ha messo un punto fermo alla vicenda, dichiarando il ricorso presentato semplicemente inammissibile. La Corte non è entrata nel vivo della questione, ovvero se l’imputato fosse o meno colpevole del reato di evasione. La sua attenzione si è concentrata esclusivamente sulla struttura e sul contenuto dei motivi presentati, ritenendoli non idonei a superare il vaglio di ammissibilità richiesto per un giudizio di legittimità.
Le Motivazioni del Ricorso Inammissibile
La motivazione della Corte è netta e si basa su un principio fondamentale della procedura penale. I giudici hanno osservato che i motivi dedotti nel ricorso non erano consentiti dalla legge in sede di legittimità. Questo perché la Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono riesaminare i fatti e le prove, ma un organo che verifica la corretta applicazione della legge.
La Riproposta di Censure Già Valutate
Il punto cruciale della decisione è che il ricorrente, attraverso le sue argomentazioni, non ha fatto altro che riproporre le stesse censure e le stesse tesi difensive già adeguatamente esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. La Cassazione ha sottolineato come la sentenza impugnata (in particolare nelle pagine 4 e 5) contenesse una giustificazione logica e giuridicamente corretta sia sulla ritenuta responsabilità penale sia sulla valutazione degli argomenti difensivi. Di fatto, il ricorso si configurava come un tentativo di ottenere un nuovo giudizio di merito, attività preclusa alla Suprema Corte. Pertanto, essendo i motivi una mera ripetizione di questioni già decise, il ricorso è stato dichiarato inammissibile.
Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza ribadisce un concetto fondamentale: per accedere al giudizio della Corte di Cassazione non è sufficiente essere in disaccordo con la sentenza precedente. È necessario sollevare questioni relative a vizi di legge o a difetti di motivazione gravi e manifesti, non limitarsi a riproporre le medesime argomentazioni fattuali. La conseguenza di un ricorso inammissibile è severa: non solo la condanna diventa definitiva, ma il ricorrente viene anche condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma a titolo di sanzione (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende, a monito contro la presentazione di impugnazioni dilatorie o palesemente infondate.
Quando un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Sulla base del provvedimento, un ricorso è dichiarato inammissibile quando i motivi proposti non sono consentiti dalla legge in sede di legittimità, ad esempio quando ripropongono questioni di merito o censure già esaminate e respinte con corretti argomenti giuridici dal giudice del grado precedente.
Cosa significa che i motivi del ricorso ripropongono censure già vagliate?
Significa che l’appellante sta presentando alla Corte di Cassazione le stesse identiche obiezioni e argomentazioni difensive che erano già state considerate e motivatamente respinte dalla Corte d’Appello, senza introdurre nuovi vizi di legittimità della sentenza impugnata.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso fissata in tremila euro, da versare in favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 3251 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 3251 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 29/11/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a CORATO il 07/04/1995
avverso la sentenza del 09/10/2023 della CORTE APPELLO di BARI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
n. 195 Varesano
NRG 27587/24
OSSERVA
Ritenuto che i motivi dedotti nel ricorso non sono consentiti dalla legge in sede di legittimità;
Considerato, infatti, che i motivi, con doglianze anche di merito, ripropongono profili di censura già adeguatamente vagliati e disattesi con corretti argomenti giuridici dal giudice di merito (si vedano, in particolare, pagg. 4 e 5, ove si rinviene congrua giustificazione in ordine alla ritenuta responsabilità penale per il reato di evasione e alla valutazione della tesi difensiva, qui riproposta);
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 29/11/2024.