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Ricorso inammissibile: quando è solo una ripetizione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato contro una condanna emessa dalla Corte d’Appello. La decisione si fonda sul fatto che i motivi del ricorso erano una mera ripetizione di argomentazioni già respinte nel grado precedente e si concentravano su questioni di fatto, non di diritto. La Corte ha sottolineato che un ricorso, per essere ammissibile, deve contenere una critica specifica e argomentata alla sentenza impugnata, non limitarsi a riproporre le stesse doglianze. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di un’ammenda.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Boccia i Motivi Generici e Ripetitivi

Presentare un ricorso in Cassazione richiede una tecnica giuridica precisa e puntuale. Non è sufficiente essere insoddisfatti della sentenza precedente; è necessario individuare specifici errori di diritto. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci ricorda questa lezione fondamentale, dichiarando un ricorso inammissibile perché si limitava a ripetere argomenti già discussi e a contestare la valutazione dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale trae origine da una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello. L’imputato era stato ritenuto responsabile di gravi reati, tra cui la ricettazione di un’autovettura rubata. La condanna si basava su due pilastri probatori principali: il riconoscimento certo e privo di dubbi effettuato dagli agenti operanti e l’assenza di qualsiasi giustificazione plausibile da parte dell’imputato circa la disponibilità del veicolo di provenienza illecita. Ritenendo ingiusta la decisione, l’imputato proponeva ricorso per Cassazione, contestando la correttezza della motivazione della sentenza d’appello.

La Decisione della Corte di Cassazione sul ricorso inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con ordinanza del 15 luglio 2025, ha messo fine al percorso giudiziario del ricorrente in modo netto e definitivo. I giudici hanno dichiarato il ricorso inammissibile, senza neppure entrare nel merito delle questioni sollevate. Oltre a respingere l’impugnazione, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, una sanzione tipica per i ricorsi ritenuti temerari o palesemente infondati.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Stato Dichiarato Inammissibile?

La Corte ha basato la sua decisione su principi consolidati della procedura penale, evidenziando due vizi capitali nel ricorso presentato.

In primo luogo, il ricorso era fondato su mere doglianze in punto di fatto. Il ricorrente, cioè, non contestava una violazione o un’errata applicazione della legge da parte della Corte d’Appello, ma la sua ricostruzione dei fatti e la sua valutazione delle prove. Questo tipo di critica non è ammesso in Cassazione, il cui compito non è quello di essere un “terzo grado di giudizio” per riesaminare le prove, ma solo di verificare la corretta applicazione delle norme giuridiche e la logicità della motivazione.

In secondo luogo, i motivi del ricorso sono stati giudicati una pedissequa reiterazione di quelli già presentati e respinti nel giudizio d’appello. Invece di formulare una critica argomentata e specifica contro la sentenza impugnata, la difesa si è limitata a riproporre le stesse argomentazioni. Questo comportamento rende i motivi non specifici, ma solo apparenti, poiché non assolvono alla funzione tipica dell’impugnazione, che è quella di contestare puntualmente le ragioni della decisione del giudice precedente.

Le Conclusioni: Lezioni Pratiche per un Ricorso Efficace

Questa pronuncia ribadisce un insegnamento cruciale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. Un ricorso efficace non può essere una semplice riproposizione delle difese svolte nei gradi di merito. Deve invece concentrarsi sull’individuazione di precisi errori di diritto (violazione di legge) o di vizi logici manifesti nella motivazione della sentenza impugnata. Tentare di ottenere dalla Suprema Corte una nuova valutazione dei fatti è una strategia destinata al fallimento, che comporta non solo la conferma della condanna, ma anche l’aggiunta di ulteriori spese e sanzioni pecuniarie. La specificità e la pertinenza giuridica dei motivi sono, quindi, i requisiti imprescindibili per superare il vaglio di ammissibilità.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché non contestava errori di diritto, ma si limitava a criticare la valutazione dei fatti già compiuta dai giudici precedenti. Inoltre, i motivi presentati erano una semplice ripetizione di quelli già respinti in appello, risultando quindi non specifici ma solo apparenti.

Cosa significa che un motivo di ricorso è una “pedissequa reiterazione”?
Significa che l’argomento presentato nel ricorso è una copia identica o quasi di un motivo già discusso e rigettato nel precedente grado di giudizio (l’appello), senza aggiungere alcuna critica argomentata e specifica contro la decisione impugnata.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente dopo la dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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