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Ricorso inammissibile: quando è solo una ripetizione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per ricettazione. I motivi dell’impugnazione sono stati giudicati aspecifici e meramente ripetitivi di argomenti già esaminati e correttamente respinti dalla Corte d’Appello, sia riguardo la qualificazione del reato sia sul mancato riconoscimento delle attenuanti generiche. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Motivi Generici

Quando si presenta un ricorso alla Corte di Cassazione, non è sufficiente essere in disaccordo con la sentenza precedente. È fondamentale presentare motivi specifici, che evidenzino vizi di legge o difetti logici nel ragionamento del giudice. Se il ricorso si limita a ripetere le stesse argomentazioni già respinte in appello, il rischio è una declaratoria di ricorso inammissibile. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 9107/2024) ci offre un chiaro esempio di questa dinamica processuale.

I Fatti del Caso e il Percorso Giudiziario

Il caso ha origine da una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Firenze per il reato di ricettazione (art. 648 c.p.). L’imputato, non accettando la decisione, ha proposto ricorso per Cassazione, basando la sua difesa su due argomenti principali: la riqualificazione del fatto e il riconoscimento di circostanze attenuanti.

I Motivi del Ricorso: Tra Riqualificazione e Attenuanti

L’imputato ha contestato la sentenza di secondo grado su due fronti:

1. Errata Qualificazione Giuridica: Secondo la difesa, i fatti avrebbero dovuto essere inquadrati nel reato meno grave di incauto acquisto (art. 712 c.p.) e non in quello di ricettazione. Si lamentava inoltre un vizio di motivazione sulla responsabilità penale.
2. Mancato Riconoscimento delle Attenuanti Generiche: Il ricorrente criticava la decisione della Corte d’Appello di non concedere le attenuanti generiche previste dall’art. 62-bis c.p., che avrebbero comportato una riduzione della pena.

La Decisione della Corte: Perché il Ricorso è Inammissibile

La Suprema Corte ha esaminato entrambi i motivi e li ha giudicati inammissibili. La ragione di fondo è che il ricorso era “aspecifico”, ovvero non presentava critiche nuove e pertinenti alla sentenza d’appello, ma si limitava a riproporre le stesse tesi già ampiamente discusse e motivate dai giudici di merito. Un ricorso inammissibile è, in sostanza, un’impugnazione che non supera il vaglio preliminare di ammissibilità perché non rispetta i requisiti di forma e sostanza richiesti.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato nel dettaglio le ragioni dell’inammissibilità per ciascun motivo.

Per quanto riguarda la richiesta di riqualificare il reato da ricettazione a incauto acquisto, i giudici di legittimità hanno osservato che la Corte d’Appello aveva già affrontato questo punto in modo “preciso e concludente”. La motivazione della sentenza di secondo grado era stata giudicata “esente da illogicità e coerente con le risultanze istruttorie”. Riproporre la stessa questione in Cassazione senza indicare un errore di diritto o un vizio logico manifesto equivale a chiedere alla Suprema Corte una nuova valutazione dei fatti, compito che non le spetta.

Anche il secondo motivo, relativo al diniego delle attenuanti generiche, è stato considerato aspecifico. La Corte d’Appello aveva correttamente motivato la sua decisione sulla base della “mancanza di elementi favorevoli alla mitigazione della pena”. La valutazione sulla concessione o meno delle attenuanti è una prerogativa del giudice di merito e può essere censurata in Cassazione solo in caso di contraddizioni o illogicità manifeste, che in questo caso non sono state riscontrate. La motivazione, seppur sintetica, era completa e logica.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti. È un giudizio di legittimità, volto a verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione. Presentare un ricorso che si limita a ripetere doglianze già respinte senza individuare vizi specifici della sentenza impugnata porta inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità. La conseguenza non è solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, rendendo l’impugnazione un passo non solo inutile ma anche costoso.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando i motivi presentati sono aspecifici, ovvero generici o una mera ripetizione di argomentazioni già esaminate e respinte nei gradi di giudizio precedenti, senza evidenziare vizi logici o giuridici nella sentenza impugnata.

Qual è la differenza tra il reato di ricettazione e quello di incauto acquisto?
La ricettazione (art. 648 c.p.) richiede la piena consapevolezza della provenienza illecita del bene e il fine di profitto. L’incauto acquisto (art. 712 c.p.) è una contravvenzione meno grave che punisce chi acquista un bene avendo solo motivo di sospettare della sua provenienza illecita, ma senza la certezza richiesta per la ricettazione.

Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile?
In caso di inammissibilità del ricorso, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come stabilito nel provvedimento. La sentenza impugnata diventa così definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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