LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: quando è solo una ripetizione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile, poiché i motivi presentati erano una semplice ripetizione di argomentazioni già valutate e respinte dalla Corte d’Appello. La decisione sottolinea che non è possibile contestare in sede di legittimità la quantificazione della pena, se non in casi di manifesta illogicità. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese e di un’ammenda.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Spiega Quando i Motivi Sono Solo una Copia

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non è una terza occasione per ridiscutere i fatti. È un controllo di pura legalità. Quando un ricorso inammissibile viene presentato, la Corte Suprema lo respinge senza entrare nel merito. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce uno dei motivi più comuni di inammissibilità: la mera riproposizione di argomenti già esaminati e respinti nei gradi precedenti.

Il Contesto del Ricorso in Appello e in Cassazione

Il caso in esame trae origine da una condanna emessa dal Tribunale di primo grado. La Corte d’Appello, in parziale riforma, aveva rideterminato la pena inflitta all’imputato, confermando però la sua responsabilità penale. Non soddisfatto della decisione, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, sollevando diverse questioni, tra cui:

* Violazione di legge sulla qualificazione del fatto come di lieve entità.
* Mancata disapplicazione della recidiva.
* Illogicità della motivazione sul diniego delle attenuanti generiche.
* Eccessività dell’aumento di pena per la continuazione tra i reati.

Questi motivi, sebbene formalmente distinti, rappresentavano il nucleo della difesa già avanzata in secondo grado.

L’Inammissibilità del Ricorso per Genericità e Ripetitività

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile con una motivazione netta e precisa. I giudici hanno osservato che i motivi sollevati non erano altro che una riproduzione pedissequa delle censure già adeguatamente analizzate e respinte dalla Corte d’Appello. Il ricorrente, infatti, non aveva articolato un confronto critico e specifico con le argomentazioni della sentenza impugnata, limitandosi a riproporre le stesse doglianze. In sostanza, non aveva spiegato perché la decisione dei giudici di secondo grado fosse errata in diritto, ma si era limitato a manifestare il proprio dissenso.

Questo approccio rende i motivi del ricorso generici e, di conseguenza, non ammissibili in sede di legittimità. La Cassazione non è un terzo grado di giudizio sul merito, ma un organo che vigila sulla corretta applicazione della legge (ius constitutionis) e sull’uniforme interpretazione della stessa (ius aequabilitatis).

Limiti alla Censura del Trattamento Sanzionatorio e il ricorso inammissibile

Un altro punto fondamentale toccato dall’ordinanza riguarda i limiti alla possibilità di contestare la quantificazione della pena. La Corte ha ribadito un principio consolidato: le decisioni relative al trattamento sanzionatorio sono rimesse alla discrezionalità del giudice di merito.

In sede di legittimità, tale valutazione non può essere messa in discussione, a meno che non sia il frutto di un puro arbitrio o sia supportata da una motivazione manifestamente illogica o contraddittoria. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva fornito una giustificazione coerente per le sue scelte sanzionatorie, assolvendo così al proprio onere motivazionale. Di conseguenza, anche questa censura è stata ritenuta inammissibile.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha basato la sua decisione sul principio secondo cui il giudizio di legittimità non può trasformarsi in una rivalutazione dei fatti. I motivi di ricorso devono individuare un vizio di legge specifico nella sentenza impugnata, non limitarsi a riproporre una diversa lettura delle prove o a contestare genericamente le valutazioni del giudice di merito. Poiché il ricorrente non ha offerto argomenti nuovi o specifici capaci di incrinare la logicità della sentenza d’appello, il ricorso è stato considerato meramente riproduttivo e, come tale, inammissibile.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza conferma l’importanza di redigere un ricorso per Cassazione in modo tecnico e specifico. Non è sufficiente essere in disaccordo con la decisione precedente; è necessario dimostrare, punto per punto, dove e perché il giudice di merito ha violato la legge o ha motivato in modo palesemente illogico. La conseguenza di un ricorso inammissibile non è solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo l’ordinanza, un ricorso è dichiarato inammissibile quando i motivi sono una mera riproduzione di censure già adeguatamente vagliate e respinte dalla Corte territoriale, senza che il ricorrente articoli uno specifico confronto critico con le argomentazioni della sentenza impugnata.

È possibile contestare l’entità della pena in Cassazione?
Generalmente no. L’ordinanza chiarisce che le censure relative al trattamento sanzionatorio non sono deducibili in sede di legittimità, in quanto rimesse alla discrezionalità del giudice di merito, a meno che la quantificazione della pena non sia frutto di arbitrio o assistita da una motivazione manifestamente illogica.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata determinata in euro tremila.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati