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Ricorso inammissibile: quando è solo una ripetizione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da due imputati condannati per frode. La Corte ha stabilito che il ricorso era una mera ripetizione dei motivi già presentati e respinti in appello, senza criticare specificamente la sentenza di secondo grado. Di conseguenza, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e la Regola della Specificità

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio, un’opportunità cruciale per contestare una condanna. Tuttavia, non è una semplice ripetizione del processo d’appello. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: un ricorso inammissibile è tale quando si limita a riproporre le stesse argomentazioni già bocciate, senza un’analisi critica della sentenza impugnata. Questo caso offre una lezione chiara sulla necessità di specificità e pertinenza nei motivi di ricorso.

Il Contesto del Caso Giudiziario

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di due persone in primo grado, confermata poi dalla Corte d’Appello di Milano, per il reato previsto dall’art. 642 del codice penale (fraudolenta distruzione della cosa propria). Non arrendendosi alla decisione, gli imputati hanno proposto ricorso per cassazione, lamentando una presunta violazione di legge e un vizio di motivazione, sperando in un annullamento della condanna.

L’Analisi della Corte: la Ragione del Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, esaminando i ricorsi, ha rilevato una carenza fondamentale. I motivi presentati erano una mera riproposizione delle questioni già sollevate con l’atto di appello. Gli avvocati degli imputati, in sostanza, non avevano formulato una critica puntuale e specifica contro le ragioni esposte dalla Corte d’Appello per confermare la condanna. Invece di contestare il perché i giudici di secondo grado avessero respinto le loro tesi, si sono limitati a ripeterle identiche.

Questo approccio, secondo la Suprema Corte, snatura la funzione del ricorso per cassazione, che non è un terzo grado di merito, ma un giudizio sulla legittimità della decisione precedente. L’impugnazione deve concentrarsi sugli eventuali errori di diritto o sui vizi logici della sentenza d’appello, non ripresentare semplicemente i fatti o le argomentazioni già valutate.

Il Principio Consolidato sul Ricorso Inammissibile

Per sostenere la sua decisione, la Corte ha richiamato un orientamento giurisprudenziale consolidato. È pacifico in giurisprudenza che “è inammissibile il ricorso per cassazione fondato su motivi che si risolvono nella ripetizione di quelli già dedotti in appello, motivatamente esaminati e disattesi dalla corte di merito”. Tali motivi sono considerati non specifici ma solo apparenti, poiché non assolvono alla funzione tipica di critica puntuale avverso la sentenza oggetto di ricorso. In altre parole, un ricorso che ignora le motivazioni della sentenza che impugna è un ricorso vuoto, destinato a fallire.

le motivazioni

La motivazione centrale della Corte si fonda sulla constatazione che i ricorsi erano “meramente reiterativi delle medesime questioni esposte con l’atto di appello”. I ricorrenti hanno omesso di confrontarsi con le argomentazioni della Corte d’Appello, pretermettendo completamente le ragioni della decisione impugnata. Di conseguenza, i motivi di ricorso sono stati giudicati non specifici, ma soltanto apparenti, poiché non svolgevano la loro funzione essenziale, ovvero quella di una critica mirata alla sentenza di secondo grado. La Corte ha quindi applicato il suo costante orientamento, secondo cui la ripetizione pedissequa dei motivi d’appello rende il ricorso per cassazione inammissibile.

le conclusioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi, rendendo definitiva la condanna per gli imputati. Oltre alla conferma della colpevolezza, questa decisione comporta conseguenze economiche dirette: i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro ciascuno in favore della Cassa delle ammende. La pronuncia serve da monito: l’accesso alla Suprema Corte richiede un lavoro di analisi rigoroso e specifico sulla decisione impugnata, non una sterile riproposizione di argomenti già esaminati e respinti.

Quando un ricorso per cassazione viene considerato ‘meramente reiterativo’?
Un ricorso è considerato ‘meramente reiterativo’ quando si limita a ripetere le stesse argomentazioni e questioni già presentate nel precedente grado di appello, senza confrontarsi criticamente e specificamente con le motivazioni della sentenza che si sta impugnando.

Qual è la conseguenza principale di un ricorso inammissibile?
La conseguenza principale è che la Corte di Cassazione non esamina il merito della questione. Il ricorso viene rigettato e la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Cosa significa che i motivi di ricorso devono essere ‘specifici’?
Significa che devono individuare con precisione le parti della sentenza impugnata che si ritengono errate e spiegare in modo puntuale le ragioni di diritto o i vizi logici per cui la decisione del giudice precedente dovrebbe essere annullata. Non basta esprimere un generico dissenso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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