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Ricorso inammissibile: quando è solo una ripetizione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per il reato di cui all’art. 334 c.p. Il motivo è che l’appello si limitava a riproporre argomenti già esaminati e respinti in appello, senza fornire nuove prove. Questa decisione conferma che un ricorso non può essere una mera ripetizione di difese precedenti, pena la condanna alle spese e al pagamento di una sanzione.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Conferma la Condanna quando l’Appello è Ripetitivo

Quando si presenta un ricorso in Cassazione, è fondamentale introdurre elementi di critica validi e specifici contro la sentenza impugnata. Un ricorso inammissibile è spesso il risultato di una strategia difensiva che si limita a riproporre le stesse argomentazioni già respinte nei gradi di giudizio precedenti, senza aggiungere nuove prove o profili di illegittimità. Con l’ordinanza in esame, la Corte di Cassazione ribadisce questo principio, chiarendo le pesanti conseguenze per il ricorrente.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Milano, che aveva condannato un imputato per il delitto previsto dall’articolo 334 del codice penale (sottrazione o danneggiamento di cose sottoposte a pignoramento o a sequestro). La difesa dell’imputato aveva basato il proprio ricorso per cassazione su una presunta violazione di legge, sostenendo che il reato avrebbe dovuto essere dichiarato estinto per prescrizione.

Tuttavia, la difesa non ha supportato questa tesi con nuove prove o argomentazioni giuridiche non ancora esaminate. Si è limitata a contestare la ricostruzione dei fatti e la valutazione delle prove già effettuate dal giudice di merito.

La Decisione della Corte sul Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio consolidato della procedura penale: il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono riesaminare i fatti. Esso serve a controllare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata.

In questo caso, i giudici hanno rilevato che il ricorso era ‘meramente riproduttivo’ di censure già adeguatamente esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. Gli argomenti difensivi erano rimasti privi di qualsiasi supporto probatorio, sia documentale che testimoniale, necessario per confutare la ricostruzione operata nei gradi precedenti.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha spiegato che gli argomenti proposti dal ricorrente erano stati già vagliati e disattesi con motivazioni logiche e coerenti dal giudice d’appello. La Corte di merito aveva correttamente respinto le tesi difensive, ritenendole insufficienti a scalfire l’impianto accusatorio. Riproporre le stesse identiche questioni in Cassazione, senza evidenziare vizi di legittimità specifici nella sentenza di secondo grado, rende l’impugnazione priva dei requisiti necessari per essere esaminata.

Inoltre, la Corte ha sottolineato che l’inammissibilità comporta, per legge, la condanna del ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche di una somma in favore della Cassa delle ammende. Tale sanzione, quantificata in tremila euro, è giustificata dal fatto che non è stata ravvisata un’assenza di colpa nel determinare la causa di inammissibilità. In altre parole, il ricorrente avrebbe dovuto essere consapevole della manifesta infondatezza del proprio gravame.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche del Ricorso Inammissibile

Questa ordinanza offre un importante monito: un ricorso per cassazione deve essere mirato, specifico e basato su vizi di legittimità concreti. La semplice riproposizione di argomenti di merito già sconfitti non solo è destinata al fallimento, ma espone il ricorrente a conseguenze economiche significative. La condanna alla Cassa delle ammende non è automatica, ma viene applicata quando la Corte ritiene che l’impugnazione sia stata proposta con negligenza o imprudenza. Pertanto, è essenziale che la strategia difensiva valuti attentamente le reali possibilità di successo prima di adire la Suprema Corte, per evitare di trasformare un tentativo di difesa in un ulteriore aggravio economico.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché è stato ritenuto ‘meramente riproduttivo’, ovvero si limitava a ripetere le stesse argomentazioni difensive già presentate e motivatamente respinte dalla Corte d’Appello, senza addurre nuove prove o specifici vizi di legittimità.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta, per legge, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro, in questo caso stabilita in 3.000 euro, in favore della Cassa delle ammende.

Cosa significa che non è stata ravvisata un’assenza di colpa nel ricorrente?
Significa che la Corte ha ritenuto che il ricorrente fosse consapevole, o avrebbe dovuto esserlo usando la normale diligenza, che il suo ricorso era privo dei presupposti legali per essere accolto. Questa valutazione giustifica l’applicazione della sanzione pecuniaria a suo carico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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