Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Motivi Meramente Ripetitivi
Quando si presenta un ricorso alla Corte di Cassazione, è fondamentale che i motivi siano specifici, pertinenti e non una semplice copia di quanto già discusso e rigettato nei gradi di giudizio precedenti. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile sia la conseguenza diretta di una strategia difensiva basata sulla reiterazione di argomenti già esaminati. Analizziamo questa ordinanza per comprendere i principi che guidano la Corte nel valutare la validità di un’impugnazione.
I Fatti del Caso
Il caso trae origine da un ricorso presentato da un imputato condannato in Corte d’Appello per il reato di truffa in concorso. La difesa sollevava tre principali motivi di doglianza:
1. L’avvenuta prescrizione del reato.
2. L’errata valutazione da parte dei giudici di merito riguardo la sua responsabilità penale.
3. Un’ulteriore critica sul ruolo attribuitogli nella vicenda, anch’essa basata su una diversa lettura delle prove.
Il ricorrente, in sostanza, chiedeva alla Corte di Cassazione di riesaminare le stesse questioni già decise dalla Corte d’Appello, proponendo una valutazione alternativa dei fatti e delle prove.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non è entrata nel merito delle questioni sollevate, ma si è fermata a un livello precedente, quello della validità stessa dell’impugnazione. La Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, confermando di fatto la sentenza di condanna della Corte d’Appello.
Le Motivazioni: Analisi del Ricorso Inammissibile
La decisione della Suprema Corte si fonda su principi consolidati della procedura penale, che meritano un’analisi approfondita per comprendere perché il ricorso sia stato respinto.
La Questione della Prescrizione e l’Impatto della Recidiva
Il primo motivo, relativo alla prescrizione, è stato giudicato manifestamente infondato. La Corte ha sottolineato che all’imputato era stata contestata e ritenuta la ‘recidiva reiterata’. Questa circostanza aggravante ha l’effetto di aumentare il tempo necessario per la prescrizione del reato, portandolo nel caso specifico a dieci anni. Poiché tale termine non era ancora trascorso, la richiesta della difesa era priva di qualsiasi fondamento giuridico.
La Critica alla Motivazione: Quando il Ricorso è Solo Apparente
Il secondo e il terzo motivo sono stati considerati ‘indeducibili’ e ‘reiterativi’. La Corte ha osservato che le argomentazioni della difesa non erano altro che una ‘pedissequa reiterazione’ di quelle già presentate e puntualmente disattese dalla Corte d’Appello. Il ricorrente si limitava a contestare la ricostruzione dei fatti operata dai giudici di merito, proponendo una propria versione basata su una ‘valutazione alternativa degli elementi di prova’.
Questo tipo di censura è inammissibile in Cassazione. Il giudizio di legittimità, infatti, non è un terzo grado di merito. La Suprema Corte non può riesaminare le prove, ma solo verificare la correttezza giuridica e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. Un ricorso che omette di svolgere una critica argomentata contro la logica della sentenza e si limita a riproporre le stesse tesi è considerato un ricorso solo ‘apparente’, privo della specificità richiesta dalla legge.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza
Questa ordinanza ribadisce un principio cruciale per chiunque intenda presentare un ricorso in Cassazione: non è sufficiente essere in disaccordo con la decisione precedente. È necessario articolare censure specifiche che mettano in luce vizi di legge o difetti logici manifesti nella motivazione della sentenza impugnata. Un ricorso inammissibile è la sanzione processuale per chi tenta di trasformare la Corte di Cassazione in un terzo giudice di merito, chiedendo una nuova valutazione dei fatti. La difesa deve quindi concentrarsi sull’individuazione di errori procedurali o di interpretazione della legge, evitando la semplice e sterile ripetizione di argomenti già vagliati e respinti.
Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando, tra le altre ragioni, si limita a ripetere pedissequamente motivi già dedotti in appello e puntualmente disattesi, oppure quando propone una valutazione alternativa delle prove senza evidenziare vizi logici o giuridici nella sentenza impugnata.
In che modo la recidiva influenza la prescrizione di un reato?
La recidiva reiterata, una volta ritenuta dal giudice, determina l’aumento del termine necessario per la prescrizione del reato. Nel caso di specie, ha esteso il termine a 10 anni, rendendo infondata l’eccezione sollevata dal ricorrente.
È sufficiente contestare la valutazione delle prove fatta dal giudice di merito per vincere un ricorso in Cassazione?
No, non è sufficiente. La Corte di Cassazione non è un giudice di merito e non può effettuare una nuova valutazione delle prove. Un ricorso fondato su una mera contestazione della ricostruzione dei fatti, senza una critica argomentata e specifica contro la logica della sentenza, è destinato a essere dichiarato inammissibile.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 9030 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 9030 Anno 2025
Presidente: IMPERIALI NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 18/02/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME COGNOME nato a CIVITANOVA MARCHE il 23/02/1956
avverso la sentenza del 06/03/2024 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME
RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOMECOGNOME
ritenuto che il primo motivo di ricorso che contesta intervenuta prescrizione .,…. del rea o è manifestamente infondato posto che a carico dello stesso è stata ritenut recidiva reiterata che determina l’aumento del termine prescrizionale ad anni 10 non ancora decorsi;
ritenuto che il secondo motivo di ricorso, che contesta la correttezza della motivazione posta a base del giudizio di responsabilità in ordine al delitto di truffa in concorso, è indeducibile perché fondato su motivi che si risolvono nella pedissequa reiterazione di quelli già dedotti in appello e puntualmente disattesi dalla corte di merito nella parte in cui a pag. 11 espone il contenuto della condotta concorsuale posta in essere dal ricorrente sulla base di una ricostruzione che il ricorso contesta con una valutazione alternativa degli elementi di prova, dovendosi gli stessi considerare non specifici ma soltanto apparenti, in quanto omettono di assolvere la tipica funzione di una critica argomentata avverso la sentenza oggetto di ricorso;
ritenuto che il terzo motivo di ricorso risulta anch’esso reiterativo avuto riguardo alle precise osservazioni svolte a pag. 13 della sentenza impugnata ove viene sottolineato il ruolo svolto dallo stesso;
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali ed alla somma di euro tremila in favore delle Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, 18/02/2025
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