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Ricorso inammissibile: quando è solo una ripetizione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due persone condannate per ricettazione di mobilio. La Corte ha stabilito che un ricorso è inammissibile se si limita a riproporre gli stessi motivi già respinti in appello, senza un confronto critico con la sentenza impugnata. La decisione ribadisce che la Cassazione non può riesaminare i fatti, ma solo la corretta applicazione della legge.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione Boccia l’Appello ‘Fotocopia’

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultima fase del processo penale, un’opportunità per contestare la violazione della legge o vizi logici nella motivazione di una sentenza. Tuttavia, non è un terzo grado di giudizio sui fatti. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: un ricorso inammissibile è tale quando si limita a ripetere argomenti già bocciati, senza un confronto critico con la decisione d’appello. Analizziamo il caso che ha portato a questa pronuncia.

Il Caso: Dalla Condanna per Ricettazione al Ricorso in Cassazione

Due conviventi erano stati condannati in primo grado e in appello per il reato di ricettazione, previsto dall’art. 648 del codice penale. L’accusa riguardava l’acquisto di mobilio di provenienza illecita, destinato ad arredare la loro abitazione. Uno dei due aveva ammesso di aver comprato i beni da un rigattiere, mentre la convivente si era sempre dichiarata estranea all’acquisto.

Nonostante le loro difese, entrambe le corti di merito avevano confermato la loro responsabilità penale. Ritenendo la sentenza d’appello ingiusta, i due hanno deciso di proporre ricorso per cassazione tramite il loro difensore.

I Motivi del Ricorso: Una Difesa in Salita

La difesa ha articolato il ricorso su due punti principali:

1. Vizio di motivazione (per la sola convivente): Si sosteneva che la Corte d’Appello avesse motivato in modo illogico la responsabilità della donna, deducendola dalla semplice circostanza che i mobili erano destinati alla casa di sua proprietà. Secondo la difesa, questo non provava una sua partecipazione o condivisione nell’acquisto illecito.
2. Violazione di legge (per entrambi): Si contestava l’errata applicazione degli articoli 648 e 712 del codice penale. La Corte d’Appello, secondo i ricorrenti, avrebbe presunto il dolo (l’intenzione di commettere il reato) basandosi unicamente sulla qualità e le caratteristiche dei beni, senza prove concrete che gli imputati conoscessero il valore o l’epoca del mobilio.

La Decisione della Cassazione e il Principio del ‘Ricorso Inammissibile’

La Corte di Cassazione ha respinto integralmente le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su principi consolidati della procedura penale.

In primo luogo, la Corte ha sottolineato la presenza di una “doppia conforme”: sia il Tribunale che la Corte d’Appello erano giunti alla medesima conclusione di colpevolezza, con motivazioni concordanti. Questo rafforza la tenuta logica della decisione.

In secondo luogo, e questo è il punto cruciale, i motivi del ricorso sono stati giudicati come una mera riproposizione delle argomentazioni già presentate e respinte in appello. La difesa non ha instaurato un confronto critico e specifico con la motivazione della sentenza di secondo grado, ma si è limitata a ripetere le proprie tesi. Questo trasforma il ricorso in un tentativo di ottenere un terzo giudizio sui fatti, cosa non permessa in sede di legittimità.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha spiegato in dettaglio perché ciascun motivo fosse inammissibile. Il primo motivo, relativo al vizio di motivazione, è stato liquidato come un tentativo di proporre una “lettura alternativa del merito”, inammissibile in Cassazione. La Corte d’Appello aveva ricostruito la condotta basandosi su prove ed elementi concreti, e non spetta alla Cassazione rivedere tale valutazione.

Anche il secondo motivo, sulla violazione di legge, è stato considerato “generico ed aspecifico”. I ricorrenti non avevano fornito elementi circostanziati per dimostrare una diversa qualificazione del fatto (ad esempio, l’incauto acquisto invece della ricettazione), ma si erano limitati a una critica generica della valutazione del dolo effettuata dai giudici di merito. La Corte ha ribadito che la motivazione della Corte d’Appello si basava su “univoche emergenze istruttorie” e applicava correttamente i principi giuridici in materia.

Le Conclusioni

Questa sentenza offre una lezione importante: per avere successo, un ricorso in Cassazione non può essere una semplice ripetizione delle difese precedenti. Deve, invece, individuare con precisione i vizi di legittimità della sentenza impugnata (violazioni di legge o difetti logici manifesti nella motivazione) e argomentare in modo specifico e critico su di essi. Un ricorso inammissibile perché generico o ripetitivo non solo non porta all’annullamento della condanna, ma comporta anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, come avvenuto nel caso di specie.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando i motivi sono manifestamente infondati, generici, non consentiti dalla legge o, come in questo caso, si limitano a ripetere le argomentazioni già respinte in appello senza un confronto critico con la motivazione della sentenza impugnata.

Cosa significa il principio della “doppia conforme”?
Si verifica quando la sentenza di appello conferma pienamente la decisione del tribunale di primo grado. In questa situazione, il ricorso per Cassazione deve essere ancora più specifico nel criticare eventuali vizi, poiché le motivazioni sono state condivise e convalidate da due giudici di merito diversi.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare i fatti del processo?
No, la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Non può effettuare una “lettura alternativa” dei fatti o delle prove, ma il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata, senza entrare nel merito della ricostruzione fattuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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