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Ricorso inammissibile: quando è solo una ripetizione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile poiché i motivi presentati erano una mera ripetizione di argomentazioni già valutate e respinte dalla Corte d’Appello. La decisione sottolinea che un ricorso, per essere ammissibile, deve contenere una critica specifica e analitica alla sentenza impugnata, non limitarsi a riproporre le stesse tesi. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Motivi Ripetitivi

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione richiede precisione e specificità. Non è sufficiente essere in disaccordo con una decisione precedente; è necessario dimostrare un errore di diritto o un vizio logico nella sentenza impugnata. Con l’ordinanza in esame, la Suprema Corte ribadisce un principio fondamentale: un ricorso inammissibile è tale quando si limita a ripetere argomenti già esaminati e respinti, senza una critica mirata. Questo caso offre uno spunto cruciale per comprendere i requisiti di ammissibilità di un ricorso nel nostro ordinamento.

I Fatti del Caso

Un soggetto, precedentemente condannato dalla Corte d’Appello di Roma, ha proposto ricorso per Cassazione. Le sue doglianze si basavano su un presunto vizio motivazionale e sull’erronea applicazione di diverse norme del codice penale, tra cui quelle relative all’invasione di terreni o edifici (art. 633 c.p.), allo stato di necessità (art. 54 c.p.) e ai criteri per la commisurazione della pena (art. 133 c.p.). In sostanza, il ricorrente contestava la valutazione dei fatti e l’applicazione delle norme già operate nei gradi di merito, riproponendo le medesime tesi difensive.

La Decisione della Corte: Focus sul Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione non entra nel merito delle singole questioni sollevate (lo stato di necessità, la pena per il reato permanente, etc.), poiché rileva un vizio preliminare che ne impedisce l’esame. Il problema risiede nella struttura stessa del ricorso: esso era meramente “riproduttivo” dei motivi già presentati e correttamente disattesi dalla Corte d’Appello.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha chiarito che un ricorso per essere ammissibile non può essere una semplice fotocopia delle argomentazioni precedenti. È indispensabile che l’atto contenga una “specifica critica analisi” delle argomentazioni poste alla base della sentenza impugnata. In altre parole, il ricorrente deve:

1. Analizzare la motivazione della sentenza d’appello.
2. Individuare i passaggi logico-giuridici che ritiene errati.
3. Spiegare perché tali passaggi sono viziati.

Nel caso di specie, il ricorrente si è limitato a ripresentare le sue ragioni, ignorando completamente le risposte giuridiche già fornite dal giudice di merito. La Corte d’Appello, ad esempio, aveva già spiegato in modo argomentato perché non sussistesse lo stato di necessità e perché il regime sanzionatorio applicato fosse corretto. Il ricorso non ha contestato queste specifiche argomentazioni, rendendosi così sterile e, di conseguenza, inammissibile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza rafforza il ruolo della Corte di Cassazione come giudice di legittimità, il cui compito non è riesaminare i fatti una terza volta, ma assicurare la corretta applicazione della legge. Le implicazioni pratiche sono significative:

* Necessità di un ricorso critico: Gli avvocati devono redigere ricorsi che dialoghino criticamente con la sentenza impugnata, smontandone le argomentazioni, anziché limitarsi a ripetere le proprie.
* Deterrente contro ricorsi futili: La condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende funge da deterrente contro la presentazione di appelli privi dei requisiti minimi di specificità, che congestionano inutilmente il sistema giudiziario.

In definitiva, per accedere al giudizio di Cassazione, non basta avere torto o ragione; è fondamentale saperlo dimostrare attaccando in modo puntuale e pertinente le fondamenta logico-giuridiche della decisione che si intende rovesciare.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile per essere ‘riproduttivo’?
Un ricorso è dichiarato inammissibile quando si limita a riproporre le stesse censure e argomenti già esaminati e respinti dal giudice di merito, senza presentare una critica specifica e analitica delle argomentazioni contenute nella sentenza impugnata.

Cosa significa che un motivo di ricorso non è scandito da ‘specifica critica analisi’?
Significa che l’appellante non ha analizzato in modo puntuale le ragioni della decisione del giudice precedente per evidenziarne i presunti errori giuridici o logici. Invece, si è limitato a ripetere le proprie tesi difensive, ignorando le motivazioni della sentenza che contesta.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente in questo caso?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver presentato un ricorso ritenuto non ammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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