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Ricorso inammissibile: quando è solo una replica?

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile poiché si limitava a riproporre argomenti già esaminati e respinti nei precedenti gradi di giudizio. La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito sull’insussistenza di una causa di giustificazione, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Quando l’Appello è una Copia Incolla

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile venga trattato nel nostro sistema giudiziario. Il caso evidenzia un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso per cassazione non è una terza istanza di merito, ma un giudizio di legittimità. Quando un ricorso si limita a ripetere le stesse argomentazioni già respinte, senza sollevare vizi di legge, il suo destino è segnato.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Firenze. Il ricorrente, tramite la sua difesa, ha cercato di contestare la decisione dei giudici di secondo grado, portando le proprie ragioni dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione. L’oggetto della contestazione ruotava attorno alla pretesa applicazione di una causa di giustificazione, specificamente quella prevista dall’articolo 54 del codice penale, ovvero lo stato di necessità.

La Decisione della Corte e il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza del 5 febbraio 2024, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione non è entrata nel merito delle argomentazioni difensive per una ragione precisa e procedurale: il ricorso era meramente ripetitivo.

I giudici hanno osservato che le censure sollevate non erano altro che una replica di profili già ampiamente vagliati e motivatamente disattesi dalla Corte d’Appello. In altre parole, la difesa non ha introdotto nuovi vizi di legittimità o palesi incongruenze logiche nella sentenza impugnata, ma ha tentato di ottenere un nuovo giudizio sui medesimi fatti, cosa non consentita in sede di Cassazione.

Le Motivazioni

La motivazione della Suprema Corte si fonda sulla coerenza e correttezza giuridica del provvedimento impugnato. I giudici di merito avevano già fornito argomenti giuridicamente corretti e puntuali per escludere la sussistenza della causa di giustificazione invocata. La sentenza della Corte d’Appello era stata ritenuta immune da “manifeste incongruenze logiche” e coerente con le emergenze processuali.

Di fronte a un quadro del genere, il compito della Cassazione non è quello di sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di merito, ma solo di verificare se questi ultimi abbiano applicato correttamente la legge e motivato la loro decisione in modo logico e completo. Avendo riscontrato che tale compito era stato svolto adeguatamente, la Corte non ha potuto far altro che constatare la natura pretestuosa e ripetitiva del ricorso, dichiarandone l’inammissibilità.

Le Conclusioni

Le conseguenze di un ricorso inammissibile sono ben definite dall’articolo 616 del codice di procedura penale. La Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e, inoltre, al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione non ha solo una funzione punitiva, ma anche dissuasiva, per scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario. La decisione ribadisce un insegnamento cruciale: un ricorso in Cassazione deve basarsi su solide argomentazioni giuridiche che evidenzino errori di diritto nella sentenza impugnata, e non sulla speranza di un riesame dei fatti.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Perché si limitava a replicare profili di censura già adeguatamente valutati e respinti dai giudici di merito, senza presentare nuovi o validi vizi di legittimità della sentenza impugnata.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

Cosa ha stabilito la Corte riguardo alla causa di giustificazione invocata?
La Corte ha confermato la valutazione dei giudici di merito, ritenendo insussistenti gli estremi della causa di giustificazione (stato di necessità ex art. 54 c.p.) sulla base di argomentazioni giuridicamente corrette, puntuali e prive di incongruenze logiche.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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