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Ricorso inammissibile: quando è solo una copia?

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per furto. Il motivo risiede nel fatto che l’atto di impugnazione si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già respinte dalla Corte d’Appello, senza confrontarsi criticamente con la motivazione della sentenza impugnata. Questa pronuncia ribadisce che un appello deve essere una critica argomentata e non una semplice ripetizione, pena la sua inammissibilità e la condanna al pagamento delle spese.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Perché Copiare l’Appello Non Funziona

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, una fase delicata che richiede rigore e specificità. Ma cosa succede quando un ricorso è una mera riproposizione degli argomenti già esaminati e respinti in appello? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale: un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta di una tale pratica. Analizziamo insieme questo caso per capire perché un atto di impugnazione non può essere una semplice fotocopia.

I Fatti del Caso: Dal Furto alla Cassazione

La vicenda processuale ha origine da una condanna per furto aggravato emessa dal Tribunale di Frosinone. La Corte d’Appello di Roma, in parziale riforma, aveva rideterminato la pena inflitta a un individuo a sei mesi di reclusione e 154,00 euro di multa.

Contro questa decisione, l’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per cassazione. L’unico motivo di doglianza riguardava la mancata qualificazione del reato come ‘furto minore’, un’ipotesi attenuata prevista dall’articolo 626 del codice penale. L’imputato sosteneva che la Corte d’Appello avesse errato nel non riconoscere questa fattispecie più lieve.

La Questione Giuridica: Un Ricorso Inammissibile per Genericità

Il punto cruciale della decisione della Suprema Corte non riguarda il merito della qualificazione del furto, ma la struttura stessa del ricorso. I Giudici hanno rilevato che i motivi presentati in Cassazione erano una pedissequa reiterazione delle critiche già sollevate nell’atto di appello.

La Corte d’Appello aveva già fornito una motivazione logica e congrua per escludere l’ipotesi del furto minore, evidenziando le circostanze specifiche del caso. Il ricorso, tuttavia, ignorava completamente tali argomentazioni, limitandosi a riproporre le stesse considerazioni senza confrontarsi criticamente con la decisione di secondo grado. Questo comportamento processuale porta a qualificare il ricorso inammissibile per mancanza dei requisiti essenziali previsti dalla legge.

La Funzione della Critica Argomentata

La Cassazione ha colto l’occasione per ricordare quale sia la funzione essenziale di un atto di impugnazione. Secondo un consolidato orientamento giurisprudenziale, impugnare un provvedimento significa sottoporlo a una ‘critica argomentata’. Questo implica un confronto puntuale e specifico con le ragioni esposte dal giudice precedente, indicando chiaramente gli elementi di fatto e di diritto che ne dimostrerebbero l’erroneità. Se questo confronto manca, l’atto perde la sua funzione e diventa, per ciò solo, inammissibile.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché proposto con un motivo non deducibile in sede di legittimità. Gli Ermellini hanno osservato che l’atto, invece di confrontarsi con la logica e congrua motivazione della Corte territoriale, si limitava a reiterare le medesime considerazioni critiche già espresse nel precedente atto di appello. La funzione tipica dell’impugnazione è la critica argomentata avverso il provvedimento cui si riferisce, che deve realizzarsi attraverso la specifica indicazione delle ragioni di diritto e degli elementi di fatto che fondano il dissenso. Se il motivo di ricorso non si confronta con la motivazione della sentenza impugnata, si destina all’inammissibilità, venendo meno l’unica funzione per cui è previsto: la critica argomentata al provvedimento.

Le Conclusioni: Le Conseguenze di un Appello ‘Fotocopia’

La decisione è netta: il ricorso viene dichiarato inammissibile. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia offre una lezione importante: nel processo penale, e in particolare nel giudizio di legittimità, non c’è spazio per la pigrizia argomentativa. Ogni grado di giudizio richiede un approccio critico e specifico alla decisione impugnata. Limitarsi a ‘copiare e incollare’ i motivi di un precedente atto non solo è inutile, ma è anche controproducente, portando a una declaratoria di inammissibilità e a ulteriori oneri economici per l’assistito.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché si limitava a ripetere le stesse argomentazioni già presentate e respinte nell’atto di appello, senza confrontarsi in modo critico con la motivazione della sentenza impugnata.

Qual è la funzione essenziale di un atto di impugnazione secondo la Corte?
Secondo la Corte, la funzione essenziale di un’impugnazione è quella di svolgere una ‘critica argomentata’ del provvedimento contestato, indicando specificamente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sostengono la richiesta di riforma.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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