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Ricorso inammissibile: quando è solo una copia

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una condanna per il delitto ex art. 334 c.p. La Corte ha stabilito che l’appello era una mera riproduzione dei motivi già respinti in secondo grado, confermando la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione non è un Terzo Grado di Giudizio

Quando un imputato decide di impugnare una sentenza di condanna, deve seguire percorsi ben definiti. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ci ricorda un principio fondamentale: il ricorso in Cassazione non può essere una semplice fotocopia dell’atto di appello. Se i motivi sono identici a quelli già esaminati e respinti, il risultato è un ricorso inammissibile, con conseguente condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria. Analizziamo insieme questa ordinanza per capirne la portata pratica.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine da una condanna emessa dalla Corte d’Appello per il delitto previsto dall’articolo 334 del codice penale (Sottrazione o danneggiamento di cose sottoposte a pignoramento o a sequestro). L’imputato, non accettando la decisione, ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando vizi di motivazione in merito alla sua responsabilità penale.

La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte, esaminati gli atti, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La ragione è netta e si basa su un orientamento giurisprudenziale consolidato. I giudici hanno rilevato che i motivi presentati dall’imputato erano una mera riproduzione delle stesse censure già sollevate davanti alla Corte d’Appello. Quest’ultima le aveva già adeguatamente esaminate e respinte con una motivazione logica e coerente. Secondo la Cassazione, un ricorso è inammissibile quando, dietro l’apparenza di una denuncia di errore di diritto o di vizio logico, si limita a riproporre le stesse questioni di merito già decise in secondo grado.

Il Principio Giurisprudenziale sul Ricorso Inammissibile

La Corte ha richiamato un suo precedente (sentenza n. 44882 del 2014) per ribadire che il giudizio di legittimità non è un terzo grado di merito. Non si possono rimettere in discussione le valutazioni sui fatti già compiute dai giudici dei primi due gradi di giudizio, a meno che non si evidenzi un errore giuridico o un vizio logico manifesto e determinante nella motivazione della sentenza impugnata. Limitarsi a ripetere le proprie argomentazioni, senza confrontarsi criticamente con le ragioni della Corte d’Appello, rende il ricorso generico e, quindi, inammissibile.

Le Motivazioni della Corte

La motivazione dell’ordinanza si fonda su due pilastri. In primo luogo, la constatazione che il ricorso era “riproduttivo di identica censura” già confutata dalla Corte d’Appello. Questo significa che il ricorrente non ha individuato un vizio specifico nella sentenza di secondo grado, ma ha semplicemente manifestato il suo dissenso rispetto alla valutazione dei fatti. In secondo luogo, la Corte ha sottolineato la genericità delle doglianze che, pur apparendo come denunce di errori logici o giuridici, in realtà non erano tali. Di conseguenza, il ricorso non superava il vaglio di ammissibilità, che impone di presentare critiche specifiche e pertinenti alla decisione impugnata.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche

Le conclusioni di questa vicenda sono chiare e severe. La dichiarazione di inammissibilità ha reso definitiva la condanna penale. Inoltre, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa decisione serve da monito: il ricorso in Cassazione è uno strumento per far valere errori di diritto, non un’ulteriore occasione per ridiscutere i fatti. L’abuso di questo strumento processuale attraverso ricorsi ripetitivi e generici viene sanzionato non solo con il rigetto, ma anche con significative conseguenze economiche.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Perché era una mera riproduzione degli stessi motivi già presentati e motivatamente respinti dalla Corte d’Appello, senza individuare specifici vizi logici o giuridici nella sentenza di secondo grado.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
La sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

È possibile presentare un ricorso in Cassazione per riesaminare i fatti del processo?
No, sulla base di questa ordinanza, la Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio di merito. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione, non riesaminare i fatti. Presentare argomenti di merito già decisi porta all’inammissibilità del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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