LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: quando è solo ripetitivo

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile in quanto meramente riproduttivo di censure già esaminate e respinte nei precedenti gradi di giudizio. La Corte ha confermato la decisione della Corte d’Appello, che aveva escluso l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131 bis c.p.) a causa dell’intensità del dolo e dei precedenti dell’imputato. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: la Cassazione ribadisce i limiti dell’impugnazione

Con l’ordinanza n. 6921 del 2024, la Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile, fornendo importanti chiarimenti sui requisiti necessari per accedere al terzo grado di giudizio. La decisione sottolinea come un ricorso non possa essere una semplice riproposizione di argomenti già vagliati, ma debba evidenziare vizi specifici della sentenza impugnata. Questo caso offre uno spunto per analizzare i confini dell’impugnazione e le conseguenze di un suo uso improprio.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello. L’appellante contestava la propria condanna, sollevando questioni relative all’applicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131 bis del codice penale, e alla concessione delle attenuanti generiche. La difesa sosteneva che i giudici di merito avessero errato nella valutazione di questi aspetti.

La Decisione della Cassazione: Analisi del Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha respinto il ricorso senza entrare nel merito delle questioni sollevate. La ragione di questa decisione risiede nella natura stessa dell’atto presentato. I giudici hanno rilevato che il ricorso era meramente “riproduttivo di profili di censura già adeguatamente vagliati e disattesi dai giudici del merito”.

In altre parole, la difesa non ha introdotto nuovi argomenti di diritto o evidenziato vizi logici o giuridici specifici nella motivazione della sentenza d’appello, ma si è limitata a ripetere le stesse doglianze già esposte e respinte in secondo grado. Questo comportamento rende il ricorso inammissibile, poiché il giudizio di Cassazione non è una terza istanza di merito dove si possono rivalutare i fatti, ma un controllo di legittimità sulla corretta applicazione della legge.

La Mancata Applicazione dell’Art. 131 bis c.p.

Uno dei punti centrali del ricorso riguardava l’art. 131 bis c.p., che esclude la punibilità per reati di particolare tenuità. La Cassazione ha confermato la correttezza della decisione dei giudici di merito, i quali avevano negato l’applicazione di tale norma basandosi sulla “ritenuta intensità del dolo”. Questo significa che, secondo i giudici, l’intenzione criminale manifestata dall’imputato era tale da non poter considerare il fatto come di lieve entità, a prescindere dal danno materiale causato.

Il Ruolo dei Precedenti Penali

Anche la richiesta di concessione delle attenuanti generiche è stata respinta. La Corte ha avallato la valutazione dei giudici di merito, i quali avevano tenuto conto dei precedenti penali del ricorrente. La presenza di un passato criminale è stata considerata un elemento ostativo al riconoscimento di circostanze che possano mitigare la pena.

Le Motivazioni della Corte

La motivazione della Corte si fonda su un principio cardine del nostro sistema processuale: il ricorso per Cassazione deve avere un contenuto specifico e non può limitarsi a una generica contestazione della decisione impugnata. I giudici hanno specificato che gli argomenti della Corte d’Appello erano “giuridicamente corretti, puntuali rispetto al portato delle doglianze difensive, coerenti” e “immuni da manifeste incongruenze logiche”. Di fronte a una motivazione così solida, un ricorso che non la scalfisce con precise critiche di legittimità è destinato all’inammissibilità. La Corte ribadisce che il suo ruolo non è quello di sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di merito, ma di verificare che questi ultimi abbiano seguito un percorso logico-giuridico corretto.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza rappresenta un monito per la prassi legale. Dimostra che la presentazione di un ricorso in Cassazione richiede un’attenta elaborazione, finalizzata a individuare vizi di legittimità concreti e non a tentare una terza valutazione dei fatti. La conseguenza di un ricorso inammissibile non è solo il rigetto, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale. Pertanto, la decisione di impugnare una sentenza in Cassazione deve essere ponderata attentamente, per evitare esiti sfavorevoli e costi aggiuntivi.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando è meramente riproduttivo di censure e argomenti già adeguatamente esaminati e respinti dai giudici dei precedenti gradi di giudizio, senza sollevare specifiche questioni di legittimità o vizi logici della sentenza impugnata.

Perché non è stata applicata la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131 bis c.p.)?
La sua applicazione è stata esclusa perché i giudici hanno ritenuto che l’intensità del dolo (l’intenzione criminale) del ricorrente fosse tale da non rendere il fatto di lieve entità, impedendo così il riconoscimento di tale beneficio.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati