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Ricorso inammissibile: quando è solo merito

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due persone condannate per truffa. La Corte ha stabilito che i motivi del ricorso non contestavano vizi di legittimità della sentenza d’appello, ma si limitavano a proporre una diversa lettura dei fatti, attività preclusa nel giudizio di Cassazione. Il ricorso inammissibile è stato quindi rigettato, con conferma della condanna e delle statuizioni civili, inclusa una provvisionale a favore della parte lesa.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Quando la Difesa Sbaglia Bersaglio

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione richiede una strategia legale precisa e mirata. Non è una terza istanza di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti. Una recente sentenza della Suprema Corte lo ribadisce con forza, dichiarando un ricorso inammissibile perché i motivi sollevati erano attinenti al merito e non a vizi di legittimità. Analizziamo questo caso per capire quali sono i limiti del giudizio di cassazione e perché una difesa non correttamente impostata è destinata a fallire.

I Fatti del Caso

Due persone, legate da un rapporto familiare e professionale, venivano condannate in primo e secondo grado per il reato di truffa in concorso (artt. 110 e 640 c.p.). La Corte di Appello di Lecce, sezione di Taranto, aveva confermato la sentenza di primo grado, ritenendo provata la loro responsabilità penale. Secondo l’accusa, gli imputati avevano messo in atto artifizi e raggiri per ottenere un ingiusto profitto a danno di un terzo.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La difesa degli imputati ha proposto ricorso per cassazione basandosi su tre motivi principali:

1. Errata qualificazione giuridica del fatto: Si sosteneva che non vi fosse il dolo tipico della truffa, ma che, al più, si potesse configurare il reato di appropriazione indebita (art. 646 c.p.), in quanto gli eventuali artifici sarebbero intervenuti in una fase successiva.
2. Mancanza di motivazione sulla provvisionale: Uno degli imputati contestava l’obbligo di versare una provvisionale di 5.000 euro come condizione per la sospensione della pena, adducendo una presunta impossibilità economica derivante da un fallimento, senza però fornire prove concrete.
3. Carenza di motivazione sul dolo del co-imputato: Si lamentava che la responsabilità di uno degli imputati fosse stata desunta apoditticamente solo dal suo legame familiare con l’altro, senza un’analisi specifica del suo contributo psicologico al reato.

La Decisione della Corte: il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile in ogni sua parte. I giudici hanno ritenuto che i motivi proposti dalla difesa non mirassero a denunciare reali violazioni di legge o vizi logici della motivazione della sentenza d’appello. Al contrario, essi rappresentavano un tentativo, neanche troppo velato, di ottenere una nuova e diversa valutazione dei fatti e delle prove, un’operazione che è categoricamente esclusa dal giudizio di legittimità.

Le Motivazioni

La Differenza tra Merito e Legittimità

Il cuore della decisione risiede nella netta distinzione tra il giudizio di merito (primo e secondo grado) e il giudizio di legittimità (Cassazione). La Corte Suprema ha il compito di verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione delle sentenze impugnate, non di riesaminare le prove per decidere se i fatti si siano svolti in un modo piuttosto che in un altro.

Nel caso specifico, la Corte di Appello aveva ricostruito in modo dettagliato e logico il ruolo di entrambi gli imputati, i tempi e i modi della loro condotta coordinata e finalizzata al profitto ingiusto. Aveva ritenuto la loro azione unitaria e sorretta da un medesimo intento criminoso. Contestare questa ricostruzione, come ha fatto la difesa, significa chiedere alla Cassazione di sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di merito, cosa non consentita. Pertanto, il primo e il terzo motivo sono stati giudicati inammissibili perché proponevano una “lettura alternativa del merito”.

La questione della Provvisionale e la Prova della Capacità Economica

Anche il secondo motivo è stato ritenuto manifestamente infondato. La Corte ha ribadito un principio consolidato: quando si subordina la sospensione condizionale della pena al pagamento di una provvisionale, il giudice non è tenuto a svolgere indagini approfondite sulle condizioni economiche dell’imputato. Spetta all’imputato stesso allegare e provare, con elementi concreti e attuali, la propria incapacità di adempiere. Un generico riferimento a una procedura fallimentare, senza specificarne i dettagli e l’esito, è stato considerato insufficiente a far dubitare della capacità economica dell’imputato. Inoltre, la Corte ha ricordato che eventuali difficoltà nell’adempimento possono sempre essere fatte valere in sede esecutiva, senza che ciò infici la legittimità della decisione iniziale.

Le Conclusioni

Questa sentenza è un monito fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. Il ricorso deve essere tecnicamente impeccabile e focalizzato esclusivamente su questioni di diritto: violazioni di norme, errori nell’interpretazione giuridica o vizi manifesti della motivazione (come contraddittorietà o illogicità palesi). Tentare di utilizzare il ricorso per cassazione come un “terzo grado” di giudizio per rimettere in discussione i fatti accertati è una strategia destinata al fallimento, che comporta non solo la conferma della condanna, ma anche l’addebito di ulteriori spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Quando un ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando, invece di denunciare violazioni di legge o vizi logici nella motivazione della sentenza precedente, si limita a proporre una diversa interpretazione dei fatti o una rilettura delle prove, attività che non è consentita nel giudizio di legittimità.

Perché il coinvolgimento di un familiare in un reato è stato ritenuto sufficiente a provarne il dolo?
La Corte non ha basato la responsabilità sul solo legame familiare. Ha ritenuto che la Corte di Appello avesse motivato logicamente la partecipazione di entrambi gli imputati, descrivendo una condotta unitaria e coordinata, sorretta da un unico intento criminoso, rendendo la loro azione non frazionabile.

Il giudice deve verificare la situazione economica dell’imputato prima di imporre il pagamento di una provvisionale per la sospensione della pena?
No, il giudice non è tenuto a svolgere accertamenti specifici sulle condizioni economiche dell’imputato. È onere dell’imputato stesso fornire prove concrete e attuali della sua impossibilità ad adempiere. Un generico riferimento a difficoltà economiche, come una procedura fallimentare non dettagliata, non è sufficiente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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