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Ricorso inammissibile: quando è riproposizione?

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile perché i motivi presentati erano una mera riproposizione di censure già esaminate e respinte in appello. L’appello mirava a una nuova valutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità. Di conseguenza, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sconfirma l’Appello Ripetitivo

Quando si arriva all’ultimo grado di giudizio, la Corte di Cassazione, è fondamentale presentare argomentazioni solide e pertinenti. Un caso recente ci offre una lezione cruciale su cosa accade quando un appello si rivela una semplice fotocopia dei motivi già discussi e respinti: il ricorso inammissibile viene rigettato, chiudendo definitivamente la porta a ulteriori riesami. L’ordinanza n. 23984/2024 della Suprema Corte illustra perfettamente questo principio.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine dal ricorso presentato da un’imputata avverso una sentenza della Corte d’Appello di Roma. La ricorrente contestava diversi aspetti della sua condanna, lamentando la violazione di legge e vizi di motivazione. In particolare, le sue critiche si concentravano sulla mancata applicazione di una specifica circostanza attenuante prevista dall’articolo 385 del codice penale, sulla negata concessione delle attenuanti generiche (art. 62 bis c.p.) e sugli aumenti di pena calcolati a titolo di continuazione tra i reati.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile senza entrare nel merito delle questioni sollevate. Questa decisione non significa che le argomentazioni della ricorrente fossero necessariamente infondate, ma che il modo in cui sono state presentate era proceduralmente errato. La Corte ha stabilito che i motivi del ricorso non erano idonei a superare il vaglio di ammissibilità, condannando la ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso Inammissibile è stato Rigettato

Il cuore della decisione risiede nella natura del controllo della Corte di Cassazione. Il suo compito non è quello di essere un terzo grado di giudizio dove si riesaminano i fatti, ma un ‘sindacato di legittimità’, volto a verificare che i giudici di merito abbiano applicato correttamente la legge e motivato le loro decisioni in modo logico e coerente.

La Corte ha rilevato due difetti capitali nel ricorso:

1. Richiesta di una nuova valutazione dei fatti: Le doglianze della ricorrente, pur presentate come violazioni di legge, miravano in realtà a sollecitare una ‘rivalutazione e/o alternativa rilettura delle fonti probatorie’. In altre parole, si chiedeva alla Cassazione di riconsiderare le prove e giungere a una conclusione diversa da quella dei giudici di appello, un compito che esula completamente dalle sue competenze.

2. Motivi meramente riproduttivi: Il ricorso si limitava a riproporre le stesse censure già adeguatamente esaminate e respinte con ‘corretti argomenti giuridici’ dalla Corte d’Appello. Un ricorso in Cassazione non può essere una semplice ripetizione dei motivi d’appello; deve, invece, individuare specifici errori di diritto o palesi illogicità nella motivazione della sentenza impugnata. In assenza di tali elementi, il ricorso diventa una sterile reiterazione e, come tale, inammissibile.

Conclusioni: L’Importanza di Motivi Nuovi e Specifici in Cassazione

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso per cassazione deve essere mirato, specifico e focalizzato su questioni di diritto. Non è una terza chance per discutere i fatti. Per gli avvocati e i loro assistiti, la lezione è chiara: per avere successo in Cassazione, è indispensabile formulare censure nuove, che attacchino la coerenza giuridica e logica della decisione di secondo grado, e non limitarsi a sperare in un diverso apprezzamento delle prove. Un ricorso inammissibile non solo porta al rigetto, ma comporta anche conseguenze economiche, rendendo la condanna definitiva e aggiungendo ulteriori costi.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i motivi proposti erano una mera riproduzione di censure già adeguatamente vagliate e respinte dal giudice di merito e perché miravano a una rivalutazione delle prove, attività non consentita nel giudizio di legittimità.

Cosa significa che un ricorso è ‘meramente riproduttivo’?
Significa che l’atto di impugnazione si limita a ripetere le stesse argomentazioni e critiche già presentate nei precedenti gradi di giudizio, senza introdurre specifici motivi di critica contro la struttura logico-giuridica della sentenza impugnata.

Quali sono state le conseguenze per la ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
La ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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