Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea l’Importanza di Nuovi Argomenti
L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come la Corte di Cassazione gestisce un ricorso inammissibile, specialmente quando i motivi presentati non introducono nuovi elementi di diritto ma si limitano a riproporre questioni già valutate. Questo provvedimento è un importante promemoria per chiunque intenda adire la Suprema Corte: il giudizio di legittimità non è una terza istanza di merito, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge.
Il Contesto del Caso Giudiziario
Il caso nasce da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’appello di Torino. La ricorrente contestava la propria condanna, sollevando due questioni principali: in primo luogo, un’erronea applicazione della legge penale riguardo a specifici reati; in secondo luogo, la mancata concessione di una pena sostitutiva, lamentando una violazione delle norme che regolano tale istituto.
L’Analisi della Corte: Perché il Ricorso è Inammissibile?
La Corte di Cassazione ha analizzato entrambi i motivi del ricorso, giungendo alla medesima conclusione per entrambi: la manifesta infondatezza, che conduce a una declaratoria di ricorso inammissibile. Vediamo nel dettaglio le ragioni di questa decisione.
La Mera Reiterazione dei Motivi d’Appello
Per quanto riguarda il primo motivo, relativo all’applicazione degli articoli 648 e 712 del codice penale, i Giudici hanno osservato che le argomentazioni della ricorrente non erano altro che una ripetizione di quanto già esposto nell’atto di appello. La Corte d’appello aveva già esaminato e respinto tali argomenti con motivazioni logiche e giuridicamente corrette. La Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: il ricorso per cassazione deve evidenziare vizi di legittimità (come un’errata interpretazione della legge o un vizio logico nella motivazione) e non può limitarsi a riproporre le stesse doglianze già esaminate e disattese nel grado precedente.
La Discrezionalità Motivata sulla Pena Sostitutiva
Anche il secondo motivo di ricorso, centrato sul diniego della pena sostitutiva, è stato ritenuto infondato. La Corte di Cassazione ha evidenziato che la Corte d’appello aveva chiaramente esplicitato le ragioni della sua decisione. In particolare, aveva ritenuto che l’applicazione di una sanzione alternativa alla detenzione non fosse idonea a prevenire il pericolo che l’imputata commettesse altri reati. Questa valutazione rientra nel potere discrezionale del giudice di merito. Poiché tale potere è stato esercitato con una motivazione adeguata e congrua, la scelta non è sindacabile in sede di legittimità.
Le Motivazioni della Decisione
La motivazione della Suprema Corte si fonda su due pilastri del nostro sistema processuale. Il primo è la distinzione tra giudizio di merito e giudizio di legittimità. La Cassazione non può riesaminare i fatti o sostituire la propria valutazione a quella dei giudici dei gradi precedenti, ma deve limitarsi a verificare la correttezza del percorso logico-giuridico seguito. Nel caso di specie, la Corte d’appello aveva fornito una motivazione esauriente e priva di vizi, rendendo il ricorso privo di fondamento.
Il secondo pilastro è il rispetto della discrezionalità del giudice di merito quando questa è supportata da una motivazione adeguata. La scelta di concedere o negare una pena sostitutiva è un tipico esempio di tale discrezionalità. Finché il giudice spiega in modo logico perché una data scelta è stata compiuta nell’interesse della giustizia (in questo caso, per finalità preventive), la Corte di Cassazione non può intervenire.
Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche
L’ordinanza si conclude con la dichiarazione di inammissibilità del ricorso e la condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende. La lezione pratica che se ne trae è chiara: per avere successo in Cassazione, un ricorso deve essere specifico, deve attaccare vizi di legittimità concreti e non può essere una semplice riedizione delle difese già svolte. Ogni affermazione deve essere supportata da argomenti giuridici nuovi o da una critica puntuale e logica alla motivazione della sentenza impugnata, dimostrando perché essa sia errata in diritto o manifestamente illogica.
Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo l’ordinanza, un ricorso è dichiarato inammissibile quando si limita a reiterare motivi già presentati e respinti nel giudizio d’appello, senza sollevare nuove questioni di legittimità, e quando contesta valutazioni discrezionali del giudice di merito che siano state adeguatamente motivate.
Può la Corte di Cassazione riesaminare la decisione di un giudice di non concedere una pena sostitutiva?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare nel merito tale decisione se questa rientra nel potere discrezionale del giudice e risulta supportata da una motivazione adeguata e logica, come nel caso di specie, dove la negazione era finalizzata a prevenire il pericolo di commissione di altri reati.
Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
La parte che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, come stabilito nel provvedimento analizzato.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 119 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 119 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 21/11/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nata a Domodossola il 26/05/1975
avverso la sentenza del 14/04/2023 della Corte d’appello di Torino
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME;
ritenuto che i motivi di ricorso, che contestano l’erronea applicazione della legge penale con riferimento agli artt. 648 e 712 cod. pen. (primo motivo) e agli artt. 58 e 59 della legge 24 novembre 1981, n. 689, nonché all’art. 133 cod. pen. e all’art. 545-bis cod. proc. pen. (secondo motivo) sono manifestamente infondati, atteso che: quanto al primo, essi si risolve nella reiterazione di quanto già dedotto nell’atto di appello e puntualmente disatteso dalla Corte d’appello con corretti argomenti logici e giuridici (si vedano, in particolare, le pagg. 3 e 4 della sentenza impugnata); quanto al secondo, la Corte d’appello ha esplicitato le ragioni per le quali ha ritenuto che l’applicazione di una pena sostitutiva non fosse idonea ad assicurare la prevenzione del pericolo di commissione di altri reati (si veda la pag. 4 della sentenza impugnata), così dando adeguatamente conto dell’esercizio del proprio potere discrezionale al riguardo, con una valutazione che, in quanto adeguatamente motivata, non è sindacabile in questa sede di legittimità;
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso, in data 21 novembre 2023.