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Ricorso inammissibile: quando è questione di fatto

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per false dichiarazioni finalizzate all’ottenimento del gratuito patrocinio. La decisione si fonda sul principio che il ricorso per cassazione non può limitarsi a riproporre questioni di fatto già valutate nei gradi di merito. Il ricorrente, presentando un ricorso inammissibile, è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 4 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Quando i Fatti non Bastano

Il ricorso inammissibile è una delle più frequenti sanzioni processuali nel giudizio davanti alla Corte di Cassazione. Spesso, la parte che impugna una sentenza di appello commette l’errore di chiedere ai giudici supremi una nuova valutazione dei fatti, compito che non rientra nelle loro competenze. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di questa dinamica, illustrando i confini del giudizio di legittimità e le conseguenze di un ricorso mal formulato.

Il Percorso Giudiziario del Caso

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un individuo, sia in primo grado che in appello, per il reato previsto dall’art. 95 del Testo Unico sulle Spese di Giustizia. In sintesi, l’imputato aveva reso dichiarazioni false o incomplete riguardo alla propria situazione reddituale al fine di essere ammesso al patrocinio a spese dello Stato (comunemente noto come gratuito patrocinio). Insoddisfatto della conferma della condanna da parte della Corte d’Appello, l’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, ha posto fine al percorso giudiziario dichiarando il ricorso totalmente inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle accuse, ma si ferma a un livello preliminare, stabilendo che l’impugnazione non possedeva i requisiti minimi per poter essere esaminata. Di conseguenza, non solo la condanna è diventata definitiva, ma il ricorrente è stato anche condannato a pagare le spese del procedimento e una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni dietro un Ricorso Inammissibile

Il cuore della decisione risiede nelle motivazioni che hanno portato a qualificare il ricorso come inammissibile. I giudici hanno evidenziato due criticità fondamentali:

1. Natura delle Censure: I motivi del ricorso erano costituiti da “doglianze in fatto”. L’imputato, in pratica, non contestava un errore nell’applicazione della legge da parte dei giudici d’appello, ma tentava di ottenere una nuova valutazione delle prove e dei fatti, ad esempio riguardo alla sussistenza dell’intenzione di commettere il reato (elemento soggettivo). Questo tipo di richiesta è preclusa nel giudizio di legittimità, dove la Cassazione può solo verificare la corretta applicazione del diritto e la logicità della motivazione, senza poter riesaminare le prove.
2. Mancata Critica alla Sentenza Impugnata: Il ricorso si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già presentate e respinte in appello, senza una necessaria “analisi critica” delle ragioni esposte nella sentenza di secondo grado. Tra queste, la difesa aveva insistito sul riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131 bis c.p.). La Corte ha però osservato che i giudici di merito avevano già adeguatamente spiegato perché tale beneficio non fosse applicabile, in particolare a causa dell’entità del reddito non dichiarato, ritenuto un elemento sufficiente a giustificare la necessità di una pena.

Le Conclusioni: Lezioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio. Non si può utilizzare questo strumento per chiedere ai giudici supremi di “rifare il processo”. L’impugnazione deve essere tecnica e mirata, volta a individuare specifici errori di diritto o vizi logici manifesti nella motivazione della sentenza precedente. Un ricorso che si limita a contestare i fatti o a ripetere argomenti già motivatamente respinti è destinato a essere dichiarato inammissibile, con l’ulteriore conseguenza negativa per il ricorrente di dover sostenere non solo le spese, ma anche una sanzione pecuniaria per aver intrapreso un’azione giudiziaria palesemente infondata.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché sollevava questioni di fatto e non di diritto, cercando di ottenere un riesame delle prove che non è consentito nel giudizio di Cassazione. Inoltre, si limitava a riproporre le stesse difese già respinte in appello, senza una critica specifica alla motivazione della sentenza impugnata.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
A seguito della declaratoria di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale, al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto è stata accolta?
No, la richiesta di applicare l’articolo 131 bis del codice penale è stata respinta. I giudici hanno ritenuto che l’entità del reddito non dichiarato fosse un elemento rilevante che giustificava la necessità di una pena, escludendo quindi la particolare tenuità del fatto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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