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Ricorso inammissibile: quando è privo di specificità

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per il reato di evasione. I motivi, incentrati sulla mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, sono stati giudicati generici e meramente riproduttivi di censure già respinte nel merito, confermando l’importanza della specificità nell’atto di appello.

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Pubblicato il 22 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione ribadisce l’onere di specificità

Nel processo penale, l’atto di impugnazione non è una mera formalità, ma uno strumento giuridico che richiede precisione e rigore. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha messo in luce una delle cause più comuni di fallimento di un’impugnazione: la mancanza di specificità dei motivi. Quando un appello si limita a riproporre le stesse argomentazioni già respinte, senza un confronto critico con la decisione impugnata, il suo destino è segnato e si configura un ricorso inammissibile. Analizziamo questa pronuncia per comprendere le implicazioni pratiche per la difesa.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una condanna per il reato di evasione, previsto dall’art. 385 del codice penale. L’imputato, dopo la conferma della condanna in secondo grado da parte della Corte d’Appello di Milano, ha presentato ricorso per cassazione. I motivi del ricorso erano focalizzati su un punto specifico: la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, disciplinata dall’art. 131-bis del codice penale. La difesa sosteneva che il reato commesso fosse così lieve da non meritare una sanzione penale.

La Decisione della Corte e la Genericità del Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, ha stroncato le speranze dell’imputato, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione non è entrata nel merito della questione sulla tenuità del fatto, ma si è fermata a un livello procedurale precedente. I giudici hanno constatato che i motivi presentati erano ‘meramente riproduttivi’ di censure già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. In altre parole, l’avvocato non aveva formulato critiche nuove e specifiche contro la sentenza di secondo grado, ma si era limitato a ‘copiare e incollare’ le argomentazioni precedenti.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda su un principio cardine del diritto processuale: la specificità dei motivi di ricorso. Non è sufficiente esprimere un generico dissenso con la decisione del giudice precedente. È necessario, invece, che l’atto di impugnazione contenga una critica puntuale e argomentata delle ragioni esposte nella sentenza che si contesta. Il ricorso per cassazione, in particolare, non è un terzo grado di giudizio dove si possono riesaminare i fatti, ma un controllo di legittimità sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione. Riproporre le stesse difese senza spiegare perché la Corte d’Appello ha sbagliato nel respingerle trasforma il ricorso in un atto sterile, incapace di innescare il controllo della Suprema Corte. Di conseguenza, la sanzione processuale è l’inammissibilità, che comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Le Conclusioni

Questa pronuncia serve da monito per tutti gli operatori del diritto. La preparazione di un’impugnazione richiede un’analisi critica e approfondita della sentenza da contestare. È fondamentale individuare i vizi specifici, siano essi violazioni di legge o difetti di motivazione, e costruire su di essi un’argomentazione solida e pertinente. Limitarsi a ripetere argomenti già spesi è una strategia perdente che non solo non porta all’annullamento della condanna, ma aggiunge un ulteriore onere economico per l’assistito. La specificità non è un cavillo, ma l’essenza stessa del diritto di difesa in fase di impugnazione.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i motivi presentati erano privi di specificità, limitandosi a riproporre censure già adeguatamente esaminate e respinte dalla Corte d’Appello con argomentazioni corrette e non illogiche.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘meramente riproduttivo’?
Significa che l’argomentazione presentata nell’atto di ricorso non costituisce una critica specifica alla decisione impugnata, ma si limita a ripetere le stesse difese già formulate e respinte nel precedente grado di giudizio, senza confrontarsi con le motivazioni del giudice.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, in questo caso tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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