LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: quando è privo di specificità

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 7498/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile a causa della sua manifesta genericità. Il ricorso contestava il trattamento sanzionatorio e il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche. La Corte ha stabilito che la motivazione del giudice di merito è adeguata se fa riferimento agli elementi negativi decisivi o all’assenza di elementi positivi per le attenuanti, e che per una pena inferiore alla media edittale non è richiesta una motivazione dettagliata, essendo sufficienti espressioni come ‘pena congrua’.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Chiarisce i Limiti sulla Specificità dei Motivi

L’ordinanza n. 7498 del 2024 della Corte di Cassazione offre un importante spunto di riflessione sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi, in particolare quando questi contestano aspetti discrezionali della decisione del giudice come la determinazione della pena e la concessione delle attenuanti. Un ricorso inammissibile per genericità non supera il vaglio della Suprema Corte, e questo provvedimento spiega chiaramente il perché, delineando i confini dell’onere di motivazione sia per la difesa che per il giudice.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Catania. L’appellante lamentava due aspetti principali della decisione di secondo grado: il trattamento sanzionatorio applicato, ritenuto eccessivo, e il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche. Il ricorso, tuttavia, è stato sottoposto al vaglio della settima sezione penale della Corte di Cassazione, che ne ha valutato i presupposti di ammissibilità.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Principio del Ricorso Inammissibile

La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio cardine del nostro sistema processuale: l’appello, per essere esaminato nel merito, deve essere dotato di ‘concreta specificità’. Non è sufficiente una critica generica alla decisione impugnata, ma è necessario articolare censure precise e puntuali che si confrontino con le argomentazioni sviluppate nella sentenza di merito. Nel caso di specie, secondo i giudici di legittimità, il ricorso mancava di questa specificità.

Le Motivazioni

Le argomentazioni della Corte si sono concentrate su due punti focali, che rappresentano il cuore della pronuncia e offrono preziose indicazioni operative.

La Genericità del Ricorso sul Trattamento Sanzionatorio e sulle Attenuanti

In primo luogo, la Corte ha ribadito che i giudici di merito hanno esercitato correttamente la loro discrezionalità. Per quanto riguarda il diniego delle attenuanti generiche, non è richiesto al giudice di esaminare analiticamente ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole. È invece sufficiente che la motivazione si concentri sugli elementi negativi ritenuti decisivi o, come nel caso esaminato, che evidenzi la totale assenza di elementi positivi meritevoli di considerazione. Una motivazione così strutturata è considerata congrua e non censurabile in sede di legittimità.

La Motivazione sulla Pena Inferiore alla Media Edittale

In secondo luogo, e con particolare interesse per la prassi, la Corte ha affrontato il tema della dosimetria della pena. L’ordinanza chiarisce che l’onere di motivazione del giudice si attenua notevolmente quando la pena irrogata è inferiore alla media edittale (ovvero il valore intermedio tra il minimo e il massimo previsto dalla legge per quel reato). In tali circostanze, non è necessaria una motivazione specifica e dettagliata per giustificare la scelta. Sono considerate sufficienti espressioni sintetiche come ‘pena congrua’ o ‘pena equa’, in quanto si presume che il giudice abbia tenuto conto di tutti gli elementi rilevanti, optando per una sanzione mite.

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento ribadisce un principio fondamentale per chiunque si appresti a redigere un atto di impugnazione: la specificità è un requisito non negoziabile. Un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta di una critica vaga e non argomentata. La decisione insegna che, per contestare la dosimetria della pena, è necessario dimostrare un’errata valutazione da parte del giudice, soprattutto se la sanzione è contenuta entro la media edittale. Allo stesso modo, per le attenuanti generiche, non basta elencare elementi potenzialmente favorevoli, ma occorre spiegare perché il ragionamento del giudice che li ha esclusi sia illogico o viziato. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, a conferma della serietà con cui la Corte valuta i requisiti di ammissibilità dei ricorsi.

Quando un ricorso penale può essere dichiarato inammissibile per mancanza di specificità?
Un ricorso è dichiarato inammissibile quando le critiche alla sentenza impugnata sono generiche e non si confrontano in modo puntuale con le ragioni esposte dal giudice. Secondo la Corte, non è sufficiente lamentare il trattamento sanzionatorio, ma bisogna articolare censure precise che evidenzino un vizio nel ragionamento del giudice.

È necessaria una motivazione dettagliata quando il giudice irroga una pena inferiore alla media edittale?
No. La Corte di Cassazione chiarisce che, se la pena applicata è inferiore alla media edittale, non è necessaria una motivazione specifica e dettagliata. In questi casi, sono considerate sufficienti espressioni sintetiche come ‘pena congrua’ o ‘pena equa’ per assolvere l’onere argomentativo.

Per negare le attenuanti generiche, il giudice deve analizzare tutti gli elementi presentati dalla difesa?
No, non è necessario. Il giudice può motivare il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche facendo riferimento agli elementi negativi ritenuti decisivi oppure, come nel caso di specie, evidenziando semplicemente l’assenza di elementi positivi che giustificherebbero una riduzione della pena.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati