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Ricorso inammissibile: quando è privo di specificità

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che contestava la propria responsabilità penale in relazione all’art. 131-bis c.p. (particolare tenuità del fatto). Il ricorso è stato giudicato privo di concreta specificità e manifestamente infondato, in quanto le critiche mosse alla sentenza della Corte d’Appello erano generiche e non si confrontavano con l’ampia e coerente argomentazione dei giudici di merito. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea l’Importanza della Specificità dei Motivi

Quando si presenta un’impugnazione, in particolare un ricorso per Cassazione, non è sufficiente esprimere un generico dissenso verso la decisione precedente. È fondamentale che i motivi siano specifici, pertinenti e in grado di dialogare criticamente con le argomentazioni del giudice. Una recente ordinanza della Suprema Corte ha ribadito questo principio, dichiarando un ricorso inammissibile proprio per la sua carenza di concretezza, offrendo un importante monito sulla tecnica redazionale degli atti giudiziari.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Napoli. L’imputato, tramite il suo difensore, contestava la decisione dei giudici di merito di non applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’articolo 131-bis del codice penale. L’unico motivo di ricorso si concentrava su questo aspetto, sostenendo che la motivazione della Corte d’Appello fosse viziata.

La Decisione della Corte di Cassazione sul ricorso inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, esaminato il ricorso, lo ha dichiarato inammissibile. La decisione si fonda su due pilastri argomentativi principali: la mancanza di specificità del motivo e la sua manifesta infondatezza.

La Mancanza di Specificità Concreta

Il cuore della decisione risiede nella constatazione che il ricorso era formulato in termini eccessivamente generici. Invece di individuare passaggi specifici della sentenza impugnata e contestarli con argomenti puntuali, il ricorrente si era limitato a una critica generale. La Cassazione ha evidenziato come dalla lettura della sentenza d’appello emergesse, al contrario, un’argomentazione ampia, logica e giuridicamente corretta, che smontava preventivamente le doglianze poi sollevate nel ricorso.

La Critica alla Motivazione ‘per Relationem’

Il ricorrente aveva anche criticato l’uso, da parte dei giudici di merito, della cosiddetta “motivazione per relationem” (cioè il rinvio alle motivazioni di un’altra decisione). Anche questa censura è stata ritenuta generica. La Corte ha sottolineato che il ricorrente non aveva specificato in che modo tale tecnica fosse stata utilizzata in maniera esorbitante o illegittima, né si era confrontato con l’apparato argomentativo autonomo di cui la sentenza era comunque dotata.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte Suprema sono chiare e didattiche. Un ricorso, per superare il vaglio di ammissibilità, non può essere una mera riproposizione di argomenti già vagliati o una critica astratta. Deve, invece, instaurare un confronto serrato e specifico con la decisione che intende contestare. Deve individuare le presunte falle logiche o giuridiche nel ragionamento del giudice precedente e dimostrare perché tali falle abbiano viziato la decisione finale.

Nel caso di specie, i giudici di merito avevano ampiamente esplicitato, con argomenti logici e giuridici corretti e supportati da giurisprudenza consolidata, le ragioni del loro convincimento. Il ricorso non ha saputo scalfire questa costruzione, risultando così privo di fondamento e, soprattutto, di specificità. L’assenza di un vero dialogo critico con la sentenza impugnata ha reso il ricorso inammissibile.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un’importante conferma dei requisiti di ammissibilità dei ricorsi. La conseguenza pratica per il ricorrente è stata non solo la conferma della decisione impugnata, ma anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia serve da monito: la redazione di un atto di impugnazione richiede precisione, rigore e una capacità di analisi critica puntuale. Le critiche generiche e non focalizzate sulle specifiche ragioni della decisione avversata sono destinate a non superare il primo, fondamentale, vaglio di ammissibilità, con conseguenze negative per l’assistito.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto privo di concreta specificità e manifestamente infondato. Le critiche mosse erano generiche e non si confrontavano puntualmente con le ampie e coerenti argomentazioni della sentenza impugnata.

Cosa significa che un motivo di ricorso è “privo di concreta specificità”?
Significa che l’argomento sollevato è troppo vago e non riesce a contestare in modo mirato e preciso le specifiche ragioni giuridiche e logiche esposte dal giudice nella decisione che si sta impugnando. Non basta dissentire, bisogna spiegare perché e dove il giudice ha sbagliato.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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