Ricorso Inammissibile: La Cassazione Spiega i Requisiti Essenziali
L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione, Sezione Penale, offre un’importante lezione sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi. Un ricorso inammissibile non è solo un’opportunità mancata, ma comporta anche conseguenze economiche per il ricorrente. La Suprema Corte ribadisce un principio fondamentale: per contestare una sentenza, non basta dissentire, ma è necessario confrontarsi criticamente e specificamente con le ragioni che l’hanno determinata.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un imputato in primo grado. La Corte d’Appello, intervenendo in parziale riforma della prima decisione, aveva confermato la responsabilità penale dell’imputato per due distinti reati: lesioni personali, ai sensi degli artt. 582-585 del codice penale, e un secondo illecito originariamente qualificato come tentata estorsione.
I giudici di secondo grado avevano operato una ‘derubricazione’, ossia una riqualificazione del secondo reato in una fattispecie meno grave: il tentato esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone, previsto dagli artt. 56 e 393 del codice penale. A seguito di questa diversa qualificazione giuridica, la Corte d’Appello aveva provveduto a rideterminare la pena complessiva. L’imputato, non soddisfatto della decisione, ha proposto ricorso per Cassazione.
La Decisione della Corte: Focus sul Ricorso Inammissibile
La Suprema Corte ha esaminato i motivi presentati dal ricorrente e li ha giudicati del tutto inadeguati a superare il vaglio di ammissibilità. L’ordinanza dichiara il ricorso inammissibile, confermando di fatto la condanna decisa in appello. Oltre alla conferma della sentenza, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione tipica per i ricorsi ritenuti inammissibili.
Le Motivazioni
La motivazione della Corte di Cassazione è tanto sintetica quanto chiara. Il fulcro della decisione risiede nella valutazione della qualità dei motivi di ricorso. Secondo i giudici, l’atto di impugnazione si sostanziava in ‘mere asserzioni di principio’, risultando ‘del tutto prive di confronto con le ragioni della decisione’ impugnata. In altre parole, il ricorrente si è limitato a formulare critiche generiche e astratte, senza entrare nel merito delle argomentazioni logico-giuridiche sviluppate dalla Corte d’Appello per giungere alla condanna.
Questo vizio è fatale in sede di legittimità. Il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono riesaminare i fatti, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione. Per questo, è indispensabile che il ricorrente individui con precisione i punti della sentenza che ritiene errati e spieghi, in modo specifico e pertinente, perché la decisione dei giudici di merito sarebbe viziata.
Le Conclusioni
L’ordinanza in commento è un monito sull’importanza della tecnica redazionale degli atti di impugnazione. La presentazione di un ricorso non può essere una mera formalità o una semplice espressione di dissenso. Deve essere un’analisi critica, puntuale e argomentata della sentenza che si intende contestare. Un ricorso inammissibile per genericità dei motivi non solo preclude l’esame nel merito delle proprie ragioni, ma aggrava la posizione del condannato con ulteriori oneri economici. Pertanto, la lezione che se ne trae è che la specificità e il confronto diretto con la motivazione impugnata sono requisiti irrinunciabili per l’accesso al giudizio di legittimità.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
La Corte ha ritenuto il ricorso inammissibile perché i motivi presentati erano costituiti da mere asserzioni di principio, prive di un confronto specifico e critico con le ragioni esposte nella sentenza della Corte d’Appello.
Quali reati erano stati contestati all’imputato?
L’imputato è stato condannato per i reati di lesioni personali (artt. 582-585 c.p.) e per tentato esercizio arbitrario delle proprie ragioni (artt. 56-393 c.p.). Quest’ultimo capo d’imputazione era stato derubricato dalla Corte d’Appello rispetto all’originaria accusa di tentata estorsione.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
In seguito alla dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 47225 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 47225 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 27/11/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a PLENTIA( ROMANIA) il 18/07/1991
avverso la sentenza del 12/10/2023 della CORTE APPELLO di BARI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Rilevato che l’imputato NOME ricorre avverso la sentenza della Corte di appello di Bari che, in parziale riforma della decisione di primo grado, ne ha confermato la condanna per i reati di cui agli artt. 582-585 cod. pen. (capo 2) e di cui agli artt. 56-393 cod. pen. (così diversamente qualificata in termini di tentativo la condotta ritenuta consumata dal primo giudice che a sua volta aveva derubricato il delitto di tentata estorsione contestato al capo 1), procedendo alla conseguente rideterminazione della pena;
Ritenuto che il ricorso si sostanzia in mere asserzioni di principio, del tutto prive di confronto con le ragioni della decisione;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 27/11/2024