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Ricorso inammissibile: quando è mera riproposizione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per furto aggravato. L’appello è stato ritenuto una semplice riproposizione di argomenti già logicamente respinti dalla Corte d’Appello, la quale aveva confermato la validità del riconoscimento fotografico e l’infondatezza della tesi difensiva dell’errore. La Corte ha ribadito che il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Conferma la Condanna per Furto

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 13474/2024, ha affrontato un caso emblematico che chiarisce i limiti del giudizio di legittimità, dichiarando un ricorso inammissibile perché meramente riproduttivo di doglianze già esaminate e respinte nei precedenti gradi di giudizio. Questa decisione ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: la Cassazione non è un terzo grado di merito dove si possono ridiscutere i fatti, ma il giudice della corretta applicazione della legge.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una condanna per furto aggravato, ai sensi degli articoli 624 e 625 del codice penale, emessa dal Tribunale di Avellino. La sentenza era stata successivamente confermata dalla Corte d’Appello di Napoli. L’imputato, non rassegnandosi alla decisione, proponeva ricorso per Cassazione, lamentando una presunta violazione di legge e un vizio di motivazione in merito all’affermazione della sua responsabilità penale.

La Valutazione sul Ricorso Inammissibile

Il cuore della decisione della Suprema Corte risiede nella valutazione del motivo di ricorso presentato dalla difesa. I giudici hanno rilevato che le censure sollevate non erano altro che una pedissequa ripetizione di argomenti già ampiamente discussi e disattesi dalla Corte d’Appello. Quest’ultima, infatti, aveva fornito una motivazione logica e coerente per confermare la condanna, affrontando punto per punto le questioni sollevate:

1. Attendibilità del riconoscimento fotografico: La Corte di merito aveva spiegato in modo esaustivo perché il riconoscimento dell’imputato tramite fotografia fosse da considerarsi una prova valida e attendibile.
2. Inverosimiglianza della tesi difensiva: Era stata giudicata non plausibile la giustificazione dell’imputato, secondo cui avrebbe sottratto il materiale dagli uffici per un semplice sbaglio.
3. Irrilevanza della mancanza di un elenco dettagliato: Era stato ritenuto non determinante per la prova del reato l’assenza di un elenco preciso di tutti i beni sottratti.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Di fronte a una motivazione così strutturata da parte della Corte d’Appello, la Cassazione ha concluso che il ricorrente non stava prospettando un reale vizio di legge, ma stava tentando di ottenere una nuova e diversa valutazione del compendio probatorio. In altre parole, chiedeva ai giudici di legittimità di sostituire la propria ricostruzione dei fatti a quella, del tutto logica, operata dai giudici di merito. Tale operazione è preclusa in sede di Cassazione, il cui compito è vigilare sulla corretta applicazione delle norme giuridiche e sulla coerenza logica della motivazione, non sulla ricostruzione del fatto storico. Pertanto, il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza è un monito importante per chi intende adire la Corte di Cassazione. Non è sufficiente essere in disaccordo con la decisione dei giudici di merito; è necessario individuare specifici vizi di legittimità, come un’errata interpretazione della legge o una motivazione manifestamente illogica o contraddittoria. Riproporre le stesse argomentazioni fattuali già respinte non solo porta a una dichiarazione di ricorso inammissibile, ma comporta anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende, come avvenuto nel caso di specie.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché è stato ritenuto una mera riproposizione di censure già adeguatamente valutate e respinte dalla Corte di merito, proponendo una diversa lettura delle prove non consentita in sede di legittimità.

Quali erano gli elementi che la Corte di merito aveva già considerato per confermare la condanna?
La Corte di merito aveva già spiegato in modo esauriente le ragioni per cui il riconoscimento fotografico dell’imputato era attendibile, perché non era plausibile che avesse sottratto il materiale per sbaglio e perché la mancanza di un elenco dettagliato dei beni rubati era irrilevante ai fini della decisione.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente dopo la dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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