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Ricorso inammissibile: quando è mera riproduzione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello, condannando il ricorrente per il reato di cui all’art. 334 c.p. La decisione si fonda sul fatto che i motivi del ricorso erano una mera riproposizione di censure già correttamente valutate e respinte nei gradi di merito, senza introdurre nuove questioni di diritto. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 23 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Conferma la Condanna

Quando si presenta un ricorso alla Corte di Cassazione, è fondamentale comprendere che non si tratta di un terzo grado di giudizio dove poter ridiscutere i fatti. La Corte si esprime sulla corretta applicazione della legge. Una recente ordinanza ha ribadito un principio cruciale: un ricorso inammissibile è tale quando si limita a riproporre le stesse argomentazioni già esaminate e respinte. Analizziamo questa decisione per capire le sue implicazioni.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Palermo. La Corte territoriale lo aveva ritenuto responsabile per il reato previsto dall’articolo 334 del codice penale (Sottrazione o danneggiamento di cose sottoposte a pignoramento ovvero a sequestro). L’imputato, non accettando la decisione, ha deciso di impugnarla dinanzi alla Corte di Cassazione, sollevando una serie di motivi a sua difesa.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso totalmente inammissibile. La conseguenza non è stata solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una somma aggiuntiva di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Perché il ricorso è inammissibile?

Il cuore della decisione risiede nella natura dei motivi presentati dal ricorrente. La Corte ha osservato che le argomentazioni non erano nuove, ma costituivano semplici “doglianze meramente riproduttive”. In altre parole, l’imputato si era limitato a ripetere le stesse critiche e difese già adeguatamente esaminate e respinte con “corretti argomenti giuridici” dal giudice di merito (la Corte d’Appello).

La Cassazione ha sottolineato che la sentenza impugnata aveva già fornito una motivazione logica e coerente sia sulla ritenuta responsabilità penale, inclusa la valutazione dell’elemento psicologico del dolo, sia sul trattamento sanzionatorio applicato. Riproporre le medesime questioni in sede di legittimità, senza evidenziare vizi specifici di violazione di legge o manifesta illogicità della motivazione, trasforma il ricorso in un tentativo di ottenere una nuova valutazione dei fatti, compito che non spetta alla Corte di Cassazione.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza serve da monito: il ricorso in Cassazione non è una terza chance per riesaminare il merito di una vicenda. Per avere successo, un ricorso deve concentrarsi su precise questioni di diritto, dimostrando dove e come il giudice precedente abbia sbagliato nell’interpretare o applicare una norma giuridica. Presentare un ricorso inammissibile perché meramente ripetitivo non solo è inutile ai fini di un possibile annullamento della condanna, ma comporta anche conseguenze economiche negative per il ricorrente, con la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria. È quindi essenziale affidarsi a una strategia legale che individui vizi di legittimità specifici e non si limiti a una sterile riproposizione di argomenti già sconfitti.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo l’ordinanza, un ricorso è dichiarato inammissibile quando i motivi addotti non sono consentiti dalla legge in sede di legittimità, in particolare se sono costituiti da doglianze meramente riproduttive di profili di censura già adeguatamente esaminati e respinti dal giudice di merito.

Cosa significa che i motivi di ricorso sono ‘meramente riproduttivi’?
Significa che il ricorrente si limita a ripetere le stesse argomentazioni, critiche e difese già presentate nei precedenti gradi di giudizio, senza sollevare nuove e specifiche questioni sulla violazione della legge o sulla manifesta illogicità della motivazione della sentenza impugnata.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
La persona che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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