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Ricorso inammissibile: quando è mera ripetizione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una condanna per furto aggravato. L’appello è stato respinto perché si limitava a ripetere argomenti già valutati e rigettati dalla Corte d’Appello, senza contestare specificamente le motivazioni della sentenza impugnata. La Corte ha confermato che precedenti penali e assenza di elementi positivi giustificano il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sancisce il Divieto di Ripetere le Stesse Censure

Quando si presenta un ricorso in Cassazione, non è sufficiente dissentire dalla decisione precedente. È fondamentale che i motivi del ricorso si confrontino criticamente con la motivazione della sentenza impugnata. Una recente ordinanza della Suprema Corte ha ribadito questo principio, dichiarando un ricorso inammissibile perché meramente riproduttivo di censure già esaminate e respinte. Questa decisione offre spunti importanti sulla corretta tecnica di redazione degli atti di impugnazione e sui limiti del giudizio di legittimità.

I Fatti del Caso: Condanna per Furto Aggravato

Il caso trae origine da una condanna per il reato di furto aggravato, commesso di notte, confermata in secondo grado dalla Corte d’Appello di Firenze. L’imputato, non rassegnato alla decisione, ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando una presunta violazione di legge e un vizio di motivazione. In particolare, la difesa contestava la determinazione del trattamento sanzionatorio e, soprattutto, il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche previste dall’art. 62 bis del codice penale.

L’Analisi della Corte: Perché il Ricorso è Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha rapidamente liquidato come inammissibile. Il fulcro della decisione risiede in un punto cruciale del diritto processuale: un ricorso di legittimità non può essere una semplice riproposizione delle stesse doglianze già sollevate davanti al giudice d’appello.

La Corte ha osservato che i motivi presentati erano una copia di quelli già dedotti in precedenza, senza alcun reale confronto con le argomentazioni logiche e coerenti con cui la Corte d’Appello aveva motivato la propria decisione. Questo approccio rende il ricorso inammissibile per mancanza di specificità e per l’assenza di una critica mirata al provvedimento impugnato.

Le Motivazioni della Sentenza Impugnata

La Corte di Cassazione ha evidenziato come la Corte d’Appello avesse fornito una motivazione esauriente e logica per le sue scelte. In primo luogo, la pena inflitta era già stata fissata nel minimo edittale, ovvero il livello più basso consentito dalla legge per quel reato. In secondo luogo, il riconoscimento delle attenuanti generiche era stato negato a causa di elementi ostativi ben precisi: le plurime condanne precedenti riportate dal ricorrente e l’assenza di qualsiasi elemento positivo da valorizzare per giustificare un’ulteriore mitigazione della pena. La decisione di appello, quindi, non era né illogica né immotivata, ma ben ancorata ai fatti e alla storia personale dell’imputato.

Le Conclusioni della Suprema Corte

Sulla base di queste considerazioni, la Suprema Corte ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso. Questa decisione comporta non solo la definitività della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e di versare una somma di tremila euro alla Cassa delle Ammende. Il principio che emerge è chiaro: il giudizio di Cassazione non è una terza istanza di merito dove ridiscutere i fatti, ma un controllo di legittimità sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione. Un ricorso che ignora questo presupposto, limitandosi a ripetere argomenti già respinti, è destinato a fallire.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché era meramente riproduttivo delle censure già presentate e respinte nel giudizio d’appello, senza un confronto critico e specifico con la motivazione della sentenza impugnata.

Quali elementi hanno impedito il riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche?
Il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche è stato giustificato dalla Corte d’Appello sulla base delle plurime condanne precedenti a carico del ricorrente e dell’assenza di elementi positivi che potessero giustificare un’ulteriore mitigazione della pena, già determinata nel minimo edittale.

Quali sono le conseguenze della dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna definitiva dell’imputato e l’obbligo per quest’ultimo di pagare le spese processuali e una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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