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Ricorso inammissibile: quando è mera ripetizione?

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile quando i motivi presentati sono una semplice ripetizione di quelli già respinti in appello. In questo caso, relativo a una condanna per reati di contraffazione, la Corte ha ribadito il suo ruolo di giudice di legittimità, che non può riesaminare i fatti, specialmente in presenza di una ‘doppia conforme’. L’imputato è stato condannato al pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: la Cassazione chiarisce i limiti

Quando si presenta un ricorso in Cassazione, non basta semplicemente non essere d’accordo con le sentenze precedenti. È necessario formulare critiche specifiche e pertinenti alla decisione impugnata. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: un ricorso inammissibile è tale quando si limita a essere una ‘pedissequa reiterazione’ dei motivi già discussi e respinti in appello. Analizziamo questa decisione per capire le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Il caso nasce dal ricorso di un imputato condannato nei primi due gradi di giudizio per il reato previsto dall’art. 474 del codice penale, relativo all’introduzione e al commercio di prodotti con marchi falsi. L’imputato ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione lamentando diverse violazioni, tra cui quella del diritto di difesa e vizi di motivazione sulla sussistenza del reato. Inoltre, ha contestato la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) e il trattamento della recidiva.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile. I giudici hanno osservato che i motivi proposti non erano nuovi, ma si limitavano a riproporre le stesse argomentazioni già avanzate e compiutamente esaminate dalla Corte d’Appello. Questo approccio rende il ricorso non specifico e solo apparente, poiché fallisce nel suo scopo principale: muovere una critica argomentata e mirata contro la logica della sentenza di secondo grado.

Le Motivazioni: Il Principio della Non Reiterazione e il Ruolo della Cassazione

La Corte ha fondato la sua decisione su principi consolidati della procedura penale. In primo luogo, ha sottolineato come un ricorso inammissibile sia la conseguenza diretta della presentazione di motivi che sono una mera ‘pedissequa reiterazione’ di censure già rigettate. La funzione del ricorso per cassazione non è quella di ottenere un terzo grado di giudizio sul merito della vicenda, ma di controllare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata.

In secondo luogo, i giudici hanno ribadito che la Corte di Cassazione non può sovrapporre la propria valutazione dei fatti a quella dei giudici di merito. È precluso tentare di proporre una ricostruzione alternativa della vicenda fattuale. Questo limite è ancora più stringente in presenza di una ‘doppia conforme’, ovvero quando le sentenze di primo e secondo grado sono giunte alle medesime conclusioni, confermando la ricostruzione accusatoria. La Corte ha richiamato un’importante sentenza delle Sezioni Unite (sent. Jakani, 2000) per affermare che il suo compito non è saggiare la tenuta logica della pronuncia attraverso modelli di ragionamento esterni, ma solo verificare l’assenza di vizi logici interni alla motivazione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Difesa

Questa ordinanza offre un monito cruciale per la difesa tecnica: la redazione di un ricorso per cassazione richiede uno sforzo argomentativo specifico e innovativo. Non è sufficiente ‘copiare e incollare’ i motivi d’appello. È indispensabile analizzare in profondità la motivazione della sentenza di secondo grado e costruire censure che ne evidenzino le specifiche criticità giuridiche o le manifeste illogicità. Proporre una semplice rilettura delle prove o una diversa interpretazione dei fatti si scontra inevitabilmente con la dichiarazione di inammissibilità, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando, tra le altre ragioni, si limita a ripetere pedissequamente i motivi già presentati e respinti in appello, senza formulare una critica specifica e argomentata contro la sentenza impugnata.

Cosa significa ‘pedissequa reiterazione’ dei motivi di ricorso?
Significa riproporre letteralmente gli stessi argomenti già esaminati nel precedente grado di giudizio, senza confrontarsi criticamente con le ragioni esposte nella sentenza che si intende impugnare.

La Corte di Cassazione può riesaminare i fatti di un processo?
No, la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione, non può effettuare una nuova valutazione delle prove o proporre una ricostruzione dei fatti diversa da quella stabilita dai giudici dei gradi precedenti, soprattutto in caso di ‘doppia conforme’.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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