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Ricorso inammissibile: quando è mera ripetizione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile perché i motivi presentati erano una semplice reiterazione di quelli già esaminati e respinti in appello. La Corte ha confermato che la denuncia per smarrimento di beni, in determinate circostanze, può integrare il reato di simulazione di reato, e ha sottolineato l’importanza di formulare motivi di ricorso specifici e non generici.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: la Cassazione chiarisce i limiti

Quando si presenta un ricorso in Cassazione, non è sufficiente ripetere le stesse argomentazioni già respinte nel giudizio di appello. Una recente ordinanza della Suprema Corte ha ribadito questo principio fondamentale, dichiarando un ricorso inammissibile proprio perché i motivi erano una mera e generica riproposizione di quelli precedenti. Questo caso offre spunti cruciali sulla differenza tra una legittima contestazione e una sterile reiterazione.

I Fatti del Caso

Una persona veniva condannata dalla Corte d’Appello di Torino. Contro questa sentenza, proponeva ricorso per Cassazione basato su tre motivi principali:

1. Tardività della querela: secondo la difesa, la denuncia era stata presentata oltre i termini di legge.
2. Rinuncia tacita alla querela: si sosteneva che la parte offesa avesse tenuto comportamenti incompatibili con la volontà di proseguire l’azione penale.
3. Insussistenza del reato di simulazione (art. 367 c.p.): la ricorrente contestava che la sua denuncia di smarrimento di alcuni beni potesse configurare una simulazione di reato, sostenendo che si fosse trattato di una casuale rimozione per errore.

La Procura Generale presso la Corte di Cassazione chiedeva che il ricorso fosse dichiarato inammissibile.

La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta della Procura, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un’analisi puntuale dei motivi presentati, giudicati come una semplice riproposizione delle argomentazioni già valutate e motivatamente respinte dalla Corte d’Appello. Questo vizio procedurale impedisce alla Suprema Corte di entrare nel merito delle questioni.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha smontato ogni singolo motivo di ricorso, evidenziandone la genericità e la natura ripetitiva.

Il Principio della Specificità dei Motivi

Il primo e il secondo motivo, relativi alla tardività della querela e alla presunta rinuncia tacita, sono stati considerati una “sostanziale reiterazione” di quanto già discusso in appello. La Corte d’Appello aveva fornito una risposta logica e giuridicamente corretta, analizzando il “complesso dei rapporti e interlocuzioni tra le parti” per concludere che non vi era né tardività né rinuncia. Il ricorso in Cassazione non contestava specificamente questa motivazione, ma si limitava a riproporre la propria tesi. Questo rende il ricorso inammissibile per mancanza di specificità.

Simulazione di Reato: la Sottile Linea tra Smarrimento e Denuncia

Anche il terzo motivo, riguardante il reato di simulazione (art. 367 c.p.), è stato giudicato una “generica riproposizione”. La Corte d’Appello aveva correttamente osservato che presentare una denuncia per lo “smarrimento” di tre tavole di separazione, in un contesto che escludeva una semplice rimozione per errore, era di per sé un atto idoneo a far sospettare un reato (come furto o ricettazione), attivando inutilmente le indagini dell’autorità. La Cassazione ha confermato che tale condotta integra le tracce del reato contestato, rendendo la doglianza della ricorrente infondata e, ancora una volta, meramente ripetitiva.

Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce un principio cardine del processo penale di legittimità: il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio nel merito. Per evitare una dichiarazione di ricorso inammissibile, i motivi devono essere specifici e criticare puntualmente gli errori logici o giuridici della sentenza impugnata, non limitarsi a riproporre le stesse difese già rigettate. La ricorrente, oltre a vedere respinto il suo ricorso, è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro, a conferma della serietà con cui l’ordinamento sanziona l’abuso dello strumento processuale.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile se i motivi presentati sono una generica e sostanziale reiterazione di quelli già esaminati e respinti nel precedente grado di giudizio (in questo caso, l’appello), senza contestare specificamente le ragioni logiche e giuridiche della decisione impugnata.

Denunciare uno smarrimento può costituire un reato?
Sì, secondo la Corte, la denuncia di uno smarrimento può integrare il reato di simulazione di reato (art. 367 c.p.) se la prospettazione dei fatti è idonea a configurare le tracce di un possibile reato (come furto o ricettazione), inducendo l’autorità a iniziare indagini.

Come viene determinato il momento iniziale (termine a quo) per presentare una querela?
La Corte ha stabilito che, in presenza di complessi rapporti e interlocuzioni tra le parti, non è sempre possibile far decorrere il termine da un singolo evento specifico, come la ricezione di una denuncia. La valutazione deve considerare il contesto complessivo dei fatti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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