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Ricorso inammissibile: quando è mera ripetizione

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una condanna per il reato di ricettazione. La decisione si fonda sul principio che la mera ripetizione dei motivi già presentati in appello, senza una critica specifica alla sentenza impugnata, e la discussione di questioni di merito non sono ammissibili nel giudizio di legittimità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e la Mera Ripetizione dei Motivi

Recentemente, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale del processo penale, dichiarando un ricorso inammissibile perché basato sulla semplice riproposizione di argomenti già discussi in appello. Questa ordinanza offre un’importante lezione sulla corretta redazione degli atti destinati al giudizio di legittimità e sulle conseguenze di un approccio difensivo non specifico.

La Vicenda Processuale

Il caso trae origine da una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Milano per il reato previsto dall’art. 648 del codice penale, ossia la ricettazione. L’imputato, ritenuto responsabile, ha deciso di impugnare tale decisione presentando ricorso per Cassazione. Il motivo principale del ricorso contestava la correttezza della motivazione della sentenza di secondo grado, sia per quanto riguarda la valutazione della responsabilità penale sia per l’analisi della prova relativa alla contraffazione.

La Decisione della Corte

La Suprema Corte ha esaminato i motivi presentati e li ha giudicati inammissibili. La decisione non è entrata nel merito delle argomentazioni difensive, ma si è concentrata sulla loro struttura e natura. Secondo i giudici, il ricorso non presentava una critica argomentata e specifica contro la sentenza impugnata, ma si limitava a una ‘pedissequa reiterazione’ di questioni già sollevate e puntualmente respinte dalla Corte d’Appello. Inoltre, le doglianze sollevate riguardavano valutazioni di merito, ossia la ricostruzione dei fatti e l’apprezzamento delle prove, che per loro natura non possono essere oggetto del giudizio di Cassazione, il quale è limitato al controllo della corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità).

Le Motivazioni

La motivazione alla base della dichiarazione di ricorso inammissibile risiede nella funzione stessa della Corte di Cassazione. Il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti. Il suo scopo è garantire l’uniforme interpretazione della legge e il rispetto delle norme processuali. Pertanto, un ricorso è considerato ‘specifico’ solo quando individua con precisione gli errori di diritto o i vizi logici della sentenza impugnata, spiegando perché e come essi abbiano influito sulla decisione.

Nel caso di specie, la Corte ha osservato che i motivi erano ‘soltanto apparenti’. In altre parole, pur sembrando formalmente delle critiche, in sostanza non facevano altro che riproporre la stessa linea difensiva già bocciata, senza confrontarsi criticamente con le ragioni esposte dai giudici d’appello per respingerla. Questo approccio rende il ricorso non funzionale al suo scopo, trasformandolo in un tentativo di ottenere una nuova valutazione dei fatti, preclusa in sede di legittimità.

Le Conclusioni

L’ordinanza ha delle implicazioni pratiche molto chiare. La dichiarazione di inammissibilità ha comportato non solo la conferma definitiva della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Questo esito sottolinea l’importanza, per la difesa, di elaborare ricorsi per Cassazione che vadano oltre la semplice riaffermazione delle proprie tesi. È essenziale costruire una critica mirata, tecnica e giuridicamente fondata, che si concentri esclusivamente sui vizi di legittimità della decisione impugnata. In assenza di tali requisiti, il rischio di veder dichiarato il proprio ricorso inammissibile, con le relative conseguenze sanzionatorie, è estremamente elevato.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando, tra le altre cose, si limita a ripetere argomenti già respinti in appello, non formula critiche specifiche alla sentenza impugnata o tenta di ottenere una nuova valutazione dei fatti, che è riservata ai giudici di merito.

Cosa significa che i motivi di un ricorso sono una ‘mera reiterazione’?
Significa che il ricorso ripropone le stesse identiche argomentazioni già presentate e valutate dal giudice del grado precedente, senza sviluppare una critica puntuale e argomentata contro le specifiche ragioni esposte nella sentenza che si sta contestando.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. Inoltre, la sentenza impugnata diventa definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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