LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: quando è mera ripetizione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per guida in stato di ebbrezza. Il motivo principale risiede nel fatto che l’appello era una mera ripetizione di argomentazioni già respinte, senza un confronto critico con le motivazioni della sentenza impugnata, la quale aveva correttamente escluso la particolare tenuità del fatto data la gravità della condotta.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 18 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Conferma la Condanna per Guida in Stato di Ebbrezza

Presentare un appello in Cassazione richiede specificità e un confronto critico con la decisione impugnata. Una recente ordinanza della Suprema Corte ha ribadito questo principio, dichiarando un ricorso inammissibile perché si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già esaminate e respinte in secondo grado. Analizziamo questa decisione per comprendere i requisiti di un ricorso efficace e i limiti della sua ammissibilità.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine da una condanna per il reato di guida in stato di ebbrezza, aggravato da diverse circostanze. La Corte d’Appello aveva parzialmente riformato la sentenza di primo grado, confermando però la responsabilità penale dell’imputato. Contro questa decisione, la difesa ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando un vizio di motivazione e una violazione di legge, in particolare riguardo alla mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131 bis del codice penale.

I Criteri per un Ricorso Ammissibile

Il punto centrale della decisione della Cassazione ruota attorno al concetto di ricorso inammissibile. La Corte ha osservato che il motivo proposto dal difensore non era altro che una ripetizione delle doglianze già sollevate davanti alla Corte d’Appello. Un ricorso in Cassazione, per essere ammissibile, non può essere una semplice riproposizione dei motivi d’appello. Deve, invece, confrontarsi in modo specifico e critico con le argomentazioni contenute nella sentenza impugnata, evidenziandone gli errori di diritto o i vizi logici.

In questo caso, il ricorso è stato giudicato generico e non specifico, poiché non ha attaccato la coerenza logica e giuridica della motivazione della Corte d’Appello, ma si è limitato a riaffermare una tesi già rigettata.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha ritenuto la decisione della Corte d’Appello pienamente motivata e giuridicamente corretta. I giudici di secondo grado avevano escluso l’applicabilità dell’art. 131 bis c.p. (particolare tenuità del fatto) sulla base di elementi concreti che delineavano una condotta di particolare gravità. Tra questi, il rilevante tasso alcolemico, la guida in orario notturno e il coinvolgimento di altri veicoli con conseguenti danni. Questi fattori, secondo la Corte, sono incompatibili con la valutazione di ‘particolare tenuità’ richiesta dalla norma.

Di conseguenza, la Cassazione ha concluso che il ricorso era manifestamente infondato e ripetitivo, configurandosi quindi come un ricorso inammissibile. L’inammissibilità ha comportato non solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Conclusioni

Questa ordinanza offre un importante insegnamento sulla tecnica redazionale dei ricorsi in Cassazione. Non è sufficiente dissentire dalla decisione di merito; è indispensabile articolare una critica puntuale e argomentata che metta in luce le specifiche lacune della sentenza impugnata. La mera riproposizione di argomenti già vagliati e respinti si traduce in un ricorso inammissibile, con conseguente spreco di tempo e risorse, oltre all’aggravio di ulteriori sanzioni economiche per l’imputato. La specificità e la pertinenza dei motivi sono, dunque, requisiti imprescindibili per accedere al giudizio di legittimità.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché si limitava a ripetere le stesse argomentazioni già presentate e respinte dalla Corte d’Appello, senza confrontarsi criticamente e specificamente con le motivazioni della sentenza impugnata.

Su quali basi la Corte d’Appello aveva escluso la ‘particolare tenuità del fatto’?
La Corte d’Appello ha escluso l’applicazione dell’art. 131 bis c.p. in considerazione della gravità della condotta, caratterizzata da un elevato tasso alcolemico, dalla guida in orario notturno, dal coinvolgimento di altri veicoli e dai danni provocati.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile per il ricorrente?
In caso di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro, in questo caso tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati