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Ricorso inammissibile: quando è mera ripetizione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una condanna per tentata estorsione, stabilendo che non è possibile riproporre in sede di legittimità le medesime argomentazioni già respinte in appello. La Corte ha ribadito che il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti, ma di verificare la corretta applicazione della legge, confermando la logicità della decisione impugnata che aveva ravvisato la sussistenza di minacce idonee a coartare la volontà della vittima.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione non Rilegge i Fatti

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il giudizio di legittimità non è una terza istanza di merito. La Corte ha dichiarato un ricorso inammissibile perché si limitava a riproporre le stesse censure già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello, senza sollevare specifiche violazioni di legge. Questa decisione offre lo spunto per analizzare i confini del ricorso in Cassazione e la sua funzione.

I Fatti del Caso: Tentata Estorsione e Lesioni

Il caso trae origine da una condanna emessa dal Tribunale e successivamente confermata dalla Corte d’Appello. L’imputato era stato ritenuto penalmente responsabile, in concorso con un’altra persona la cui posizione era già passata in giudicato, per i reati di tentata estorsione e lesioni personali volontarie. I fatti risalivano al gennaio 2019.

La difesa dell’imputato, non condividendo la valutazione operata dai giudici di merito, ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando una violazione di legge e vizi di motivazione. In particolare, secondo la tesi difensiva, nella vicenda mancherebbero gli elementi costitutivi del reato di estorsione, quali la violenza o la minaccia, l’ingiusto profitto e l’elemento soggettivo del dolo.

Il Ricorso in Cassazione e il Concetto di Ricorso Inammissibile

L’argomentazione centrale della Suprema Corte per dichiarare il ricorso inammissibile è stata la sua natura meramente ripetitiva. I motivi presentati erano, infatti, una “pedissequa reiterazione” di quelli già dedotti in appello e puntualmente disattesi dalla Corte territoriale. Un ricorso così formulato è considerato non specifico, ma solo apparente, poiché non svolge la sua funzione tipica, che è quella di una critica argomentata e mirata contro le specifiche ragioni giuridiche della sentenza impugnata.

Proporre un ricorso che chiede, in sostanza, una rivalutazione delle prove e una rilettura alternativa dei fatti è un’operazione estranea al giudizio di legittimità, che è di competenza esclusiva dei giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello).

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha sottolineato come la motivazione della Corte d’Appello fosse “congrua, logica e rispondente ai principi di diritto”. I giudici d’appello avevano debitamente illustrato le ragioni per cui ritenevano sussistenti tutti gli elementi, oggettivi e soggettivi, del reato di tentata estorsione.

In particolare, la sentenza impugnata aveva valorizzato il tono intimidatorio usato nei confronti della persona offesa e le minacce implicite rivoltele. Queste condotte, secondo una valutazione logica e insindacabile in sede di legittimità, erano state giudicate idonee a incutere timore e a coartare la volontà della vittima, tanto da spingerla ad allertare le Forze dell’Ordine.

La Corte ha quindi ribadito il principio, consolidato in giurisprudenza, secondo cui esula dai suoi poteri quello di una ‘rilettura’ degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione, la cui valutazione è riservata in via esclusiva al giudice di merito.

Le Conclusioni: Limiti e Funzioni del Giudizio di Cassazione

La decisione in commento è un’importante conferma dei limiti del giudizio di Cassazione. Non è sufficiente essere in disaccordo con la ricostruzione dei fatti operata nei primi due gradi di giudizio per ottenere una riforma della sentenza. Il ricorso per Cassazione deve individuare specifici errori nell’applicazione della legge o vizi logici manifesti nella motivazione, non può trasformarsi in un tentativo di ottenere un terzo grado di giudizio sul merito della vicenda. La dichiarazione di ricorso inammissibile, con la conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, serve proprio a sanzionare l’uso improprio di questo strumento processuale.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile per genericità?
Quando si limita a ripetere le stesse argomentazioni già presentate e respinte in appello, senza muovere una critica specifica e argomentata contro la sentenza impugnata. In pratica, quando chiede alla Corte una nuova valutazione dei fatti.

Può la Corte di Cassazione riesaminare le prove e i fatti di un processo?
No, la Corte di Cassazione non può effettuare una “rilettura” degli elementi di fatto. Il suo compito è limitato al “sindacato di legittimità”, ovvero verificare la corretta applicazione delle norme di diritto e la logicità della motivazione, senza entrare nel merito della ricostruzione dei fatti, che è di competenza esclusiva dei giudici di primo e secondo grado.

Cosa significa che la motivazione della Corte d’appello è “congrua, logica e rispondente”?
Significa che le ragioni fornite dalla Corte d’appello per la sua decisione sono state ritenute coerenti, razionali e conformi ai principi legali che regolano la materia. In questo caso, la Corte di Cassazione ha ritenuto che la valutazione delle minacce come idonee a incutere timore fosse ben motivata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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