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Ricorso inammissibile: quando è mera ripetizione?

Un soggetto condannato per furto ha presentato ricorso in Cassazione. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che non è possibile chiedere al giudice di legittimità una nuova valutazione dei fatti. Inoltre, il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché i motivi erano una semplice ripetizione di quelli già presentati e respinti in appello, senza una critica specifica alla sentenza impugnata.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione Spiega i Limiti dell’Impugnazione

Quando si presenta un ricorso alla Corte di Cassazione, è fondamentale comprendere i limiti del suo giudizio. Un’ordinanza recente ha ribadito due principi cardine che portano a un ricorso inammissibile: il divieto di una nuova valutazione dei fatti e la necessità di una critica specifica alla sentenza impugnata, non una mera ripetizione dei motivi d’appello. Questa decisione offre spunti cruciali per la corretta redazione degli atti di impugnazione nel processo penale.

I Fatti del Caso Giudiziario

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo per il reato di furto aggravato, ai sensi dell’art. 624-bis del codice penale. La sentenza di primo grado, emessa dal Tribunale di Macerata, è stata integralmente confermata dalla Corte d’Appello di Ancona. L’imputato è stato condannato a una pena di due anni di reclusione e 800 euro di multa.

Contro la decisione della Corte d’Appello, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione tramite il suo difensore, articolando due principali motivi di doglianza.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

I motivi presentati dall’imputato erano principalmente due:

1. Violazione di legge e vizio di motivazione: si contestava la valutazione della sua responsabilità penale, sostenendo un’errata interpretazione delle prove e dei fatti da parte dei giudici di merito.
2. Omesso riconoscimento di un’attenuante: si lamentava la mancata applicazione della circostanza attenuante comune prevista dall’art. 62, n. 4 del codice penale, sempre per presunta violazione di legge e difetto di motivazione.

In sostanza, la difesa chiedeva alla Suprema Corte una riconsiderazione degli elementi che avevano portato alla condanna nei primi due gradi di giudizio.

La Decisione sul Ricorso Inammissibile della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile. Questa decisione non è entrata nel merito delle questioni sollevate, ma si è fermata a un livello procedurale, rilevando la non conformità del ricorso ai requisiti di legge. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Il Divieto di Rilettura dei Fatti

La Corte ha chiarito, con riferimento al primo motivo, che il suo ruolo non è quello di un ‘terzo giudice di merito’. La Cassazione è un giudice di legittimità, il cui compito è verificare la corretta applicazione delle norme di diritto e la coerenza logica della motivazione, non di procedere a una ‘rilettura’ degli elementi di fatto. L’apprezzamento delle prove è riservato in via esclusiva al giudice di merito. Prospettare una diversa e, secondo il ricorrente, più adeguata valutazione delle risultanze processuali non costituisce un vizio di legittimità, ma un tentativo inammissibile di ottenere un nuovo giudizio sui fatti.

Le Motivazioni sul Ricorso Inammissibile per Genericità e Ripetitività

Riguardo al secondo motivo, la Corte ha osservato che esso si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già presentate con l’atto di appello e motivatamente respinte dalla Corte territoriale. La funzione tipica dell’impugnazione è quella della critica argomentata avverso il provvedimento che si contesta. Un ricorso per cassazione, per essere ammissibile, deve confrontarsi specificamente con la motivazione della sentenza impugnata, indicando le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che ne evidenziano l’erroneità. Un atto che reitera semplicemente le precedenti doglianze, senza attaccare il ragionamento logico-giuridico seguito dal giudice d’appello, perde la sua funzione critica e si destina inevitabilmente all’inammissibilità. È inammissibile, quindi, il ricorso che lamenta una presunta carenza o illogicità della motivazione in maniera generica, senza un confronto puntuale con gli argomenti della decisione impugnata.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza riafferma con forza due lezioni fondamentali per chiunque si appresti a redigere un ricorso per cassazione. Primo, è inutile e controproducente chiedere alla Suprema Corte una nuova valutazione delle prove. Le censure devono concentrarsi esclusivamente su vizi di legittimità, come l’errata applicazione di una norma o una motivazione manifestamente illogica o contraddittoria. Secondo, il ricorso non può essere una fotocopia dell’appello. È necessario analizzare a fondo la sentenza di secondo grado e costruire una critica ‘mirata’ che ne demolisca il percorso argomentativo, dimostrando perché e dove il giudice abbia sbagliato nell’applicare la legge o nel motivare la sua decisione. In assenza di questi requisiti, il ricorso inammissibile è una conseguenza quasi certa, con l’ulteriore aggravio di spese e sanzioni per il ricorrente.

Perché un ricorso per cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso è dichiarato inammissibile se, tra le altre cose, chiede alla Corte di Cassazione una nuova valutazione dei fatti e delle prove, compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito, oppure se si limita a ripetere gli stessi motivi già presentati in appello senza criticare specificamente la motivazione della sentenza impugnata.

Qual è la differenza tra giudice di merito e giudice di legittimità?
Il giudice di merito (Tribunale e Corte d’Appello) valuta le prove e ricostruisce i fatti per decidere la controversia. Il giudice di legittimità (la Corte di Cassazione) non riesamina i fatti, ma controlla che i giudici di merito abbiano applicato correttamente la legge e abbiano fornito una motivazione logica e non contraddittoria.

Cosa deve contenere un motivo di ricorso per essere considerato ammissibile?
Un motivo di ricorso deve contenere una critica argomentata e specifica contro la decisione impugnata. Deve indicare chiaramente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che dimostrano l’errore del giudice precedente, confrontandosi puntualmente con le argomentazioni contenute nella sentenza che si contesta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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