Ricorso Inammissibile: La Cassazione e il Divieto di Ripetere i Motivi d’Appello
L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sulla tecnica di redazione degli atti giudiziari, in particolare sul ricorso per cassazione. La pronuncia chiarisce in modo netto perché un ricorso inammissibile rappresenta non solo un esito negativo per il cliente, ma anche una conseguenza quasi certa quando l’atto si limita a riproporre le stesse argomentazioni già bocciate in appello. Analizziamo la decisione per comprendere i principi che guidano la Suprema Corte.
I Fatti del Caso
Un soggetto, condannato in primo e secondo grado per il reato di rapina (art. 628 c.p.), decide di presentare ricorso alla Corte di Cassazione. I motivi del suo ricorso si concentravano su due punti principali: contestava l’efficacia probatoria di un riconoscimento fotografico effettuato dalla persona offesa durante le indagini e metteva in discussione la qualificazione giuridica del fatto come rapina. In sostanza, la difesa tentava di smontare l’impianto accusatorio sia sul piano della prova che su quello della qualificazione del reato.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle questioni sollevate (la validità del riconoscimento fotografico o la corretta qualificazione del reato), ma si ferma a un livello preliminare. La Corte ha ritenuto che i motivi del ricorso mancassero dei requisiti minimi di specificità per poter essere esaminati. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.
Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Inammissibile?
La Corte ha basato la sua decisione su principi consolidati della procedura penale, evidenziando le carenze strutturali dell’atto di impugnazione.
La Mera Ripetizione dei Motivi d’Appello
Il vizio principale riscontrato dalla Corte è stata la “pedissequa reiterazione” dei motivi già dedotti in appello. Il ricorrente, invece di formulare una critica argomentata e specifica contro la sentenza della Corte d’Appello, si è limitato a riproporre le stesse doglianze. Questo comportamento rende i motivi non specifici, ma solo “apparenti”. Un ricorso in Cassazione, per essere ammissibile, deve assolvere alla funzione di criticare la decisione di secondo grado, evidenziandone gli errori di diritto o i vizi logici, non semplicemente ripetere argomenti che un altro giudice ha già vagliato e respinto.
I Limiti del Giudizio di Cassazione
La Suprema Corte ha colto l’occasione per ribadire i confini del proprio giudizio. Il ricorrente, contestando la motivazione della sentenza e proponendo una “diversa lettura dei dati processuali”, chiedeva di fatto alla Cassazione di riesaminare il merito della vicenda. Tuttavia, la Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio. Come chiarito anche dalla giurisprudenza citata (sentenza Jakani delle Sezioni Unite), non può sovrapporre la propria valutazione delle prove a quella compiuta nei gradi precedenti, né può saggiare la tenuta logica della sentenza confrontandola con modelli di ragionamento alternativi. Il suo compito è limitato a verificare se la motivazione della sentenza impugnata sia esente da vizi logici e se la legge sia stata applicata correttamente.
La Logicità della Sentenza Impugnata
Nel caso specifico, i giudici di legittimità hanno ritenuto che la Corte d’Appello avesse esplicitato in modo adeguato e senza vizi logici le ragioni del proprio convincimento. La sentenza impugnata aveva fatto applicazione di corretti argomenti giuridici sia per affermare la responsabilità dell’imputato sia per confermare la sussistenza del reato contestato. Pertanto, non vi erano i presupposti per un annullamento.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza è un monito per chiunque si appresti a redigere un ricorso per cassazione. La strada per un ricorso inammissibile è spianata quando l’atto si risolve in una semplice riproposizione dei motivi d’appello. È fondamentale, invece, strutturare il ricorso come una critica mirata e puntuale alla sentenza di secondo grado, individuando specifici errori di diritto o vizi manifesti nella motivazione. Ignorare questo principio non solo porta al rigetto del ricorso, ma comporta anche la condanna a sanzioni economiche che rendono definitiva la sentenza di condanna e aggravano la posizione del condannato.
Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile se si limita a ripetere gli stessi motivi già presentati e respinti in appello, senza formulare una critica specifica e argomentata contro la sentenza impugnata. In questo caso, i motivi sono considerati solo ‘apparenti’.
La Corte di Cassazione può riesaminare le prove, come un riconoscimento fotografico?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare le prove o sostituire la propria valutazione dei fatti a quella dei giudici di merito. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione, non agire come un terzo grado di giudizio sui fatti.
Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
La sentenza di condanna diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso fissata in tremila euro, a favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 32008 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 32008 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 09/07/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME NOME a BIANCAVILLA il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 27/09/2023 della CORTE APPELLO di CATANZARO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME, ritenuto che i motivi con i quali si deducono violazione di legge in relazion artt. 192, 125, 546 cod. proc. pen. (contestando l’efficacia probator riconoscimento fotografico effettuato in fase di indagini da parte della per offesa) e la qualificazione giuridica del fatto ex art. 628 cod. pen. indeducibili perché si risolvono nella pedissequa reiterazione dei motivi dedotti in appello e puntualmente disattesi dalla Corte di merito, dovendosi stessi considerare non specifici ma soltanto apparenti, in quanto ometton assolvere la tipica funzione di una critica argomentata avverso la sent oggetto di ricorso;
considerato che il ricorrente contesta la correttezza della motivazione po base della dichiarazione di responsabilità, denunciando la illogicità motivazione sulla base della diversa lettura dei dati processuali, opera questa non consentita, stante la preclusione per la Corte di cassazione non di sovrapporre la propria valutazione delle risultanze processuali a qu compiuta nei precedenti gradi, ma anche di saggiare la tenuta logica de pronuncia portata alla sua cognizione mediante un raffronto tra l’appar argonnentativo che la sorregge ed eventuali altri modelli di ragionamento mutua dall’esterno (tra le altre, Sez. U, n. 12 del 31/05/2000, Jakani, Rv. 216260)
che il giudice di merito, con motivazione esente da vizi logici, ha esplicit ragioni del suo convincimento (si vedano, in particolare, pag. 2 e 3 d sentenza impugnata) facendo applicazione di corretti argomenti giuridici ai della dichiarazione di responsabilità e della sussistenza del reato;
ritenuto che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con condanna ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila favore della Cassa delle ammende;
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 9 luglio 2024
DEPOCATATA