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Ricorso inammissibile: quando è mera ripetizione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 43590/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una condanna per ricettazione. I motivi sono stati giudicati una mera ripetizione di argomentazioni già esposte in appello, prive di un confronto critico con la sentenza impugnata e volte a una non consentita rivalutazione dei fatti. La Corte ha inoltre confermato il diniego delle attenuanti, ritenendo adeguata la motivazione dei giudici di merito.

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Pubblicato il 13 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione ribadisce i limiti del giudizio di legittimità

L’ordinanza della Corte di Cassazione in commento offre un’importante lezione sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi, chiarendo perché non sia sufficiente riproporre le stesse argomentazioni dei gradi precedenti. Affrontare il giudizio di legittimità richiede una strategia difensiva mirata e tecnicamente ineccepibile. Un ricorso inammissibile non solo porta al rigetto delle proprie istanze, ma comporta anche la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria. Vediamo nel dettaglio perché la Corte ha preso questa decisione.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello che aveva confermato una condanna per il reato di ricettazione. L’imputato, tramite il suo difensore, aveva sollevato due principali motivi di contestazione:
1. La presunta insussistenza del dolo di ricettazione e, in via subordinata, un’errata qualificazione giuridica del fatto.
2. Il mancato riconoscimento delle attenuanti comuni (danno di speciale tenuità) e delle attenuanti generiche.

La difesa sosteneva che le prove non fossero sufficienti a dimostrare la consapevolezza della provenienza illecita del bene (una bicicletta) e che, in ogni caso, la pena fosse eccessiva data l’assenza di circostanze che potessero mitigarla.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile nella sua interezza. Questa decisione non è entrata nel merito delle questioni sollevate (cioè, non ha stabilito se l’imputato fosse o meno colpevole), ma si è fermata a un livello preliminare, quello della correttezza formale e sostanziale dell’atto di impugnazione. Di conseguenza, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Le motivazioni del ricorso inammissibile

La Corte ha basato la sua decisione su principi consolidati della procedura penale. Il primo motivo di ricorso è stato giudicato inammissibile per due ragioni fondamentali:
* Mera Reiterazione e Genericità: Il ricorso si limitava a riproporre le stesse doglianze già presentate e respinte dalla Corte d’Appello, senza un confronto critico e specifico con le argomentazioni contenute nella sentenza impugnata. L’art. 581 del codice di procedura penale richiede che i motivi di impugnazione siano specifici e indichino le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che li sorreggono. Una semplice riproposizione è considerata generica e, quindi, inammissibile.
* Tentativo di Rivalutazione del Merito: Le argomentazioni difensive (relative alla credibilità di una testimonianza o al valore della bicicletta) invitavano la Corte di Cassazione a una nuova valutazione delle prove. Questo è un compito che spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado (giudici di merito). La Cassazione è un giudice di legittimità: il suo ruolo è verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione, non ricostruire i fatti.

Le motivazioni sul rigetto delle attenuanti

Anche il secondo motivo, relativo alle attenuanti, è stato ritenuto manifestamente infondato. La Corte ha spiegato che:
* Il riconoscimento dell’attenuante del danno di speciale tenuità è una valutazione discrezionale del giudice di merito, che in questo caso aveva adeguatamente motivato le ragioni per cui il danno non poteva essere considerato ‘lievissimo’.
* Per negare le attenuanti generiche, non è necessario che il giudice analizzi ogni singolo elemento favorevole all’imputato. È sufficiente che fornisca una motivazione congrua basata sugli elementi negativi ritenuti prevalenti o sull’assenza di elementi positivi degni di nota, come avvenuto nel caso di specie.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza riafferma un principio cruciale: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti. È un rimedio straordinario che richiede un’elevata tecnicità. Per avere una possibilità di successo, un ricorso deve demolire la struttura logico-giuridica della sentenza impugnata, evidenziandone vizi di legge o palesi illogicità nella motivazione. Un ricorso inammissibile perché meramente ripetitivo o fattuale è un esito prevedibile. Per gli operatori del diritto, ciò significa che la redazione del ricorso per Cassazione deve essere un lavoro di cesello giuridico, focalizzato esclusivamente sui profili di legittimità, abbandonando ogni pretesa di rimettere in discussione l’accertamento dei fatti così come cristallizzato nei gradi di merito.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile se non rispetta i requisiti di legge, ad esempio perché è generico, perché si limita a ripetere argomenti già esaminati senza confrontarsi criticamente con la motivazione della sentenza impugnata, o perché chiede alla Corte di rivalutare le prove, compito che non le spetta.

È sufficiente riproporre gli stessi motivi dell’appello in un ricorso per Cassazione?
No, non è sufficiente. La Corte di Cassazione ha chiarito che il ricorso deve contenere una critica specifica e argomentata contro la motivazione della sentenza impugnata. La semplice riproposizione delle stesse doglianze è considerata un vizio che porta all’inammissibilità.

Il giudice è obbligato a concedere le attenuanti generiche se ci sono elementi a favore dell’imputato?
No. Per negare le attenuanti generiche, è sufficiente che il giudice fornisca una motivazione adeguata, facendo riferimento agli elementi negativi che ritiene decisivi o alla mancanza di elementi positivi significativi, senza dover prendere in esame ogni singolo aspetto favorevole dedotto dalla difesa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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