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Ricorso inammissibile: quando è mera rilettura

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per il reato di calunnia. I motivi dell’appello sono stati considerati una mera riproposizione di argomentazioni già respinte nei gradi di merito e un tentativo non consentito di ottenere una nuova valutazione dei fatti, compito che non spetta alla Suprema Corte.

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Pubblicato il 4 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Limiti del Giudizio di Legittimità

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come la Corte di Cassazione gestisce un ricorso inammissibile, ribadendo i confini precisi del proprio ruolo. Un imputato, condannato per calunnia, ha visto il suo ricorso respinto non per l’infondatezza delle sue ragioni, ma perché i motivi presentati non rispettavano i requisiti formali e sostanziali per essere esaminati. Questo caso evidenzia l’importanza di formulare un ricorso in modo corretto, evitando di trasformarlo in un terzo grado di giudizio sui fatti.

Il Contesto del Caso Giudiziario

La vicenda processuale ha origine da una condanna per il reato previsto dall’art. 368 del codice penale, ossia la calunnia. Dopo la sentenza di primo grado, la questione è approdata davanti alla Corte d’Appello, che ha confermato la decisione. L’imputato ha quindi deciso di presentare ricorso alla Corte di Cassazione, lamentando presunti errori procedurali avvenuti durante il processo, in particolare riguardo alla gestione delle prove testimoniali.

I Limiti di un Ricorso inammissibile in Cassazione

L’imputato ha basato il suo ricorso su tre motivi principali. I primi due riguardavano questioni procedurali: la revoca di alcuni testimoni della difesa da parte del giudice di primo grado e il successivo rigetto, in appello, della richiesta di rinnovare il dibattimento per ascoltarli. La Corte Suprema ha liquidato rapidamente queste censure, qualificandole come una semplice riproposizione di argomenti già ampiamente esaminati e motivatamente respinti dalla Corte d’Appello. È stato inoltre sottolineato un vizio di forma originario: la lista testi della difesa non specificava le circostanze su cui i testimoni avrebbero dovuto deporre, un requisito fondamentale previsto dall’articolo 468 del codice di procedura penale. Questo ha reso le doglianze sul punto un classico esempio di ricorso inammissibile.

Il Divieto di Rilettura dei Fatti in Sede di Legittimità

Il terzo motivo di ricorso è stato ancora più emblematico. La difesa ha tentato di proporre una ricostruzione alternativa della vicenda, criticando la valutazione delle prove fatta dalla Corte d’Appello. La Cassazione ha prontamente respinto anche questo motivo, ricordando che il suo compito non è quello di riesaminare i fatti come un terzo giudice del merito. Il ruolo della Suprema Corte è il controllo di legittimità, ovvero verificare che la legge sia stata applicata correttamente e che la motivazione della sentenza impugnata sia logica e coerente. Qualsiasi tentativo di sollecitare una nuova e diversa lettura degli elementi probatori è destinato a scontrarsi con la dichiarazione di inammissibilità.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la propria decisione evidenziando la natura meramente riproduttiva e generica dei primi due motivi di ricorso. Questi non introducevano nuovi profili di illegittimità, ma si limitavano a reiterare questioni già decise. Per quanto riguarda il terzo motivo, i giudici hanno ribadito che la ricostruzione dei fatti operata dalla Corte d’Appello era il risultato di una valutazione globale e logica di tutte le prove acquisite. Tale valutazione, essendo sorretta da un apparato argomentativo puntuale e non contraddittorio, non è sindacabile in sede di legittimità. Di conseguenza, l’intero ricorso è stato dichiarato inammissibile.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta due conseguenze significative. In primo luogo, la sentenza di condanna della Corte d’Appello diventa definitiva, chiudendo il percorso giudiziario per l’imputato. In secondo luogo, il ricorrente è stato condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche a versare una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria serve a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori. La decisione riafferma un principio fondamentale del nostro ordinamento: il ricorso in Cassazione è uno strumento per far valere vizi di legge, non un’ulteriore occasione per ridiscutere i fatti del processo.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando i motivi sono una mera riproduzione di censure già esaminate e respinte nei gradi di merito, oppure quando si tenta di ottenere una nuova valutazione dei fatti, attività non consentita alla Corte di Cassazione che svolge un controllo di legittimità.

Perché è stata respinta la censura sulla gestione dei testimoni della difesa?
La censura è stata respinta perché considerata una riproposizione di argomenti già adeguatamente valutati e disattesi. Inoltre, la Corte ha rilevato una lacuna formale ab origine: la lista testi depositata dalla difesa non indicava le circostanze specifiche su cui i testimoni avrebbero dovuto deporre, come richiesto dalla legge.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro (in questo caso, 3.000 euro) a favore della Cassa delle ammende. Inoltre, la sentenza di condanna impugnata diventa definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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