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Ricorso inammissibile: quando è manifestamente infondato

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per detenzione di stupefacenti. I motivi sono stati ritenuti manifestamente infondati, confermando la valutazione logica e giuridicamente corretta della Corte d’Appello sia sulla colpevolezza, basata sul possesso di droghe e materiale per il confezionamento, sia sul diniego delle attenuanti generiche. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma alla Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e la Manifesta Infondatezza

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come la Corte di Cassazione gestisce un ricorso inammissibile, delineando i confini tra il giudizio di legittimità e quello di merito. Il caso riguarda un individuo condannato per reati legati agli stupefacenti che ha tentato di contestare la decisione della Corte d’Appello. Analizziamo come e perché i suoi motivi sono stati respinti senza nemmeno entrare nel merito della questione.

I Fatti di Causa

Il percorso giudiziario inizia con una condanna da parte del Tribunale di Velletri. Successivamente, la Corte d’Appello di Roma, nel settembre 2023, riforma parzialmente la prima sentenza, riducendo la pena a 5 mesi e 10 giorni di reclusione e 667 euro di multa. Nonostante la riduzione, l’imputato decide di presentare ricorso alla Corte di Cassazione, sperando in un annullamento della condanna.

I Motivi del Ricorso e la Soglia del ricorso inammissibile

L’imputato articola il suo ricorso su due punti principali:
1. Violazione di legge e vizio di motivazione sulla colpevolezza: Contestava il modo in cui i giudici di merito avevano accertato la sua responsabilità penale.
2. Vizio di motivazione sul diniego delle attenuanti generiche: Si doleva del fatto che la Corte d’Appello non gli avesse concesso le circostanze attenuanti generiche, che avrebbero potuto ridurre ulteriormente la pena.

Entrambi i motivi, tuttavia, si scontrano con il muro della manifesta infondatezza, una delle cause principali che rendono un ricorso inammissibile.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte dichiara il ricorso inammissibile, fornendo una motivazione sintetica ma estremamente chiara su entrambi i punti sollevati dalla difesa.

Analisi del Primo Motivo: la Valutazione dei Fatti

La Corte ribadisce un principio fondamentale: il giudizio di Cassazione non è un terzo grado di merito. I giudici di legittimità non possono riesaminare i fatti o valutare nuovamente le prove. Il loro compito è verificare che la Corte d’Appello abbia ragionato in modo logico e senza violare la legge.
Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva basato la condanna su elementi concreti e inequivocabili: l’imputato era stato trovato in possesso di diverse tipologie di sostanze stupefacenti (hashish ed eroina), denaro contante e materiale per il confezionamento delle dosi, il tutto all’interno della sua auto. Secondo la Cassazione, la valutazione di questi elementi da parte dei giudici di merito è stata “esente da vizi logici o giuridici”, e quindi incensurabile in sede di legittimità.

Analisi del Secondo Motivo: il Diniego delle Attenuanti Generiche

Anche il secondo motivo viene liquidato come manifestamente infondato. La concessione delle attenuanti generiche è una facoltà discrezionale del giudice di merito, che deve essere motivata. La Corte d’Appello aveva correttamente argomentato la sua decisione, spiegando l’assenza di “elementi valutabili positivamente” a favore dell’imputato. Mancando qualsiasi elemento che potesse giustificare uno sconto di pena (come la confessione, il risarcimento del danno, un buon comportamento processuale), il diniego era pienamente legittimo.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte di Cassazione si fonda sulla distinzione tra vizi di legittimità, gli unici che possono essere fatti valere in questa sede, e le censure di merito, che sono invece inammissibili. Il ricorrente, di fatto, chiedeva alla Suprema Corte di rivalutare le prove e le circostanze del caso, un compito che spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado. La Corte ha riscontrato che i motivi del ricorso non erano altro che un tentativo di rimettere in discussione l’accertamento dei fatti, mascherato da presunte violazioni di legge. La palese mancanza di fondamento di tali doglianze ha portato inevitabilmente alla declaratoria di inammissibilità.

Le Conclusioni e le Conseguenze Pratiche

La dichiarazione di inammissibilità del ricorso non è priva di conseguenze. Ai sensi dell’articolo 616 del codice di procedura penale, quando un ricorso è inammissibile e non vi è prova che l’impugnazione sia stata proposta senza colpa, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese processuali. Inoltre, viene condannato a versare una somma alla Cassa delle ammende, che in questo caso è stata equitativamente fissata in 3.000 euro. Questa pronuncia serve da monito: il ricorso per cassazione è uno strumento serio, da utilizzare solo per denunciare reali errori di diritto, e non come un ultimo, disperato tentativo di rimettere in discussione una decisione di merito ben motivata.

Quando un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile quando i motivi proposti sono manifestamente infondati, ovvero appaiono privi di qualsiasi pregio giuridico o logico fin da una prima analisi, oppure quando tentano di sottoporre alla Corte una nuova valutazione dei fatti, che è di competenza esclusiva dei giudici di merito.

Perché il possesso di denaro e materiale per il confezionamento è rilevante per la condanna?
Perché questi elementi, uniti al possesso di diverse tipologie di stupefacenti, sono considerati dalla giurisprudenza come indizi forti non di un uso personale, ma di un’attività di spaccio. La valutazione combinata di questi fattori ha permesso alla Corte di merito di ritenere provata la fattispecie di reato contestata in modo logico e coerente.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
Secondo l’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, il cui importo viene stabilito equitativamente dalla Corte (nel caso di specie, 3.000 euro).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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