LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: quando è manifestamente infondato

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per il reato di cui all’art. 341-bis c.p. Il motivo del ricorso è stato giudicato ‘manifestamente infondato’, in quanto la Corte d’Appello aveva già motivato in modo logico e coerente la congruità della sanzione. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 6 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e la Manifesta Infondatezza

Quando si impugna una sentenza, è fondamentale che i motivi del ricorso siano solidi e giuridicamente pertinenti. Un ricorso inammissibile non solo non ottiene il risultato sperato, ma può anche comportare conseguenze economiche significative per chi lo propone. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come un’impugnazione basata su una censura ‘manifestamente infondata’ venga respinta, con condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria.

Il Caso in Analisi: Impugnazione e Inammissibilità

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato, condannato in secondo grado dalla Corte d’Appello per il reato previsto dall’art. 341-bis del codice penale (oltraggio a un pubblico ufficiale). Il ricorrente ha adito la Corte di Cassazione, contestando la decisione dei giudici di merito.

Tuttavia, l’esito del giudizio di legittimità è stato netto: il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

La Decisione della Corte di Cassazione sul ricorso inammissibile

La Suprema Corte ha ritenuto che il motivo addotto dal ricorrente fosse manifestamente infondato. Questo significa che la critica mossa alla sentenza impugnata era palesemente priva di pregio, al punto da non richiedere un esame approfondito nel merito. La Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si rivalutano i fatti, ma un organo che verifica la corretta applicazione della legge. Quando un ricorso si basa su argomenti deboli o pretestuosi, la sua sorte è segnata.

Le Motivazioni dell’Ordinanza

La Corte di Cassazione ha basato la propria decisione su un punto cruciale: la completezza e la coerenza della motivazione della sentenza d’appello. I giudici di legittimità hanno osservato che la Corte territoriale aveva già esposto in maniera ‘logica, coerente e puntuale’ le ragioni a sostegno della congruità del trattamento sanzionatorio applicato in primo grado.

In altre parole, la Corte d’Appello aveva fatto il suo dovere, motivando adeguatamente la propria decisione sulla pena. La censura sollevata nel ricorso era, quindi, un tentativo di rimettere in discussione una valutazione già compiuta correttamente dal giudice di merito, senza presentare validi argomenti di diritto che potessero giustificare un annullamento.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La dichiarazione di inammissibilità ha avuto due conseguenze dirette per il ricorrente:

1. Condanna al pagamento delle spese processuali: come di consueto in caso di soccombenza, chi perde deve farsi carico dei costi del procedimento.
2. Condanna al pagamento di una somma in favore della Cassa delle ammende: in questo caso, la Corte ha stabilito un importo di tremila euro. Questa sanzione pecuniaria è prevista proprio per scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che gravano inutilmente sul sistema giudiziario.

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia e il diritto di impugnazione devono essere esercitati con serietà e sulla base di motivi giuridicamente apprezzabili. Un ricorso inammissibile non è solo una perdita di tempo, ma anche un costo che ricade direttamente sulla parte che lo ha promosso in modo avventato.

Cosa succede quando un ricorso penale è dichiarato inammissibile per manifesta infondatezza?
La persona che ha presentato il ricorso (il ricorrente) viene condannata a pagare le spese del procedimento e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. Nel caso specifico, la sanzione è stata di 3.000 euro.

Per quale motivo la Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso inammissibile?
La Corte ha ritenuto il motivo del ricorso ‘manifestamente infondato’. Ciò significa che la critica alla sentenza precedente era palesemente priva di fondamento giuridico e non necessitava di un esame nel merito.

La Corte di Cassazione ha riesaminato la congruità della pena inflitta?
No. La Corte ha stabilito che la Corte d’Appello aveva già motivato in modo logico, coerente e puntuale la correttezza della pena, rendendo superflua ogni ulteriore valutazione da parte della Cassazione su quel punto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati