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Ricorso inammissibile: quando è manifestamente infondato

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una condanna per evasione. I motivi sono stati giudicati una mera riproduzione di quelli d’appello e manifestamente infondati. La Corte ha confermato la piena responsabilità penale dell’imputato e la correttezza della pena inflitta, data la reiterazione delle condotte e i precedenti penali, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione Conferma la Condanna per Evasione

L’ordinanza della Corte di Cassazione, Sezione Penale, del 31 maggio 2024, offre un chiaro esempio di come la Suprema Corte gestisce un ricorso inammissibile, specialmente quando i motivi presentati sono una semplice ripetizione di argomentazioni già respinte e palesemente prive di fondamento. Il caso in esame riguarda una condanna per il reato di evasione, confermata in ogni grado di giudizio, che culmina con una declaratoria di inammissibilità e la condanna del ricorrente a ulteriori spese.

I Fatti del Caso

Un individuo, già condannato dalla Corte d’Appello di Palermo per il reato di evasione ai sensi dell’art. 385 del codice penale, ha presentato ricorso per Cassazione. L’obiettivo era ottenere l’annullamento della sentenza di condanna. Il ricorrente ha basato la sua difesa su due punti principali: l’insussistenza del fatto-reato e, in subordine, la mancanza dell’elemento soggettivo, ovvero l’intenzione di commettere il reato. In sostanza, sosteneva di non aver commesso il fatto o, comunque, di non averlo fatto con la consapevolezza richiesta dalla legge.

L’Analisi della Corte di Cassazione: un Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha liquidato rapidamente il ricorso, definendolo inammissibile per due ragioni fondamentali: i motivi erano una mera riproduzione di quelli già presentati in appello e, in ogni caso, erano manifestamente infondati.

Ripetitività e Infondatezza Manifesta

Il primo ostacolo insormontabile per il ricorrente è stato il carattere ripetitivo delle sue argomentazioni. La Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ripresentare le stesse questioni di fatto già valutate dai giudici di merito. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. Presentare gli stessi motivi, senza individuare vizi specifici nella sentenza impugnata, porta quasi inevitabilmente a una dichiarazione di inammissibilità.

La Valutazione sulla Responsabilità Penale e sulla Pena

Anche entrando, seppur brevemente, nel merito delle censure, la Corte le ha ritenute del tutto infondate. La sentenza d’appello aveva adeguatamente dimostrato sia la materialità del reato di evasione sia il necessario ‘coefficiente psichico’ (il dolo). Questa conclusione era basata su elementi di prova univoci e su un’interpretazione della legge in linea con l’orientamento consolidato della giurisprudenza. Inoltre, la Corte ha ritenuto corretta anche la gestione della pena, negando sia la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto sia le attenuanti generiche, a causa della reiterazione delle condotte, dell’intensità del dolo e dei numerosi precedenti penali dell’imputato.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte di Cassazione è lapidaria ma estremamente chiara. I giudici hanno sottolineato che la sentenza impugnata era ‘immune da censure’. La decisione della Corte d’Appello aveva correttamente ricostruito i fatti e applicato i principi giuridici pertinenti. La reiterazione della condotta e i precedenti penali dell’imputato sono stati elementi decisivi nel negare qualsiasi beneficio, dimostrando una spiccata tendenza a delinquere che rendeva ingiustificabile un trattamento sanzionatorio più mite. Dichiarare il ricorso inammissibile è stata, quindi, la logica conseguenza di un’impugnazione priva di qualsiasi pregio giuridico.

Le Conclusioni

La decisione finale è stata la dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Ciò ha comportato non solo la conferma definitiva della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e di versare una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso in Cassazione deve basarsi su vizi di legittimità concreti e specifici della sentenza impugnata, non può essere un tentativo di rimettere in discussione la valutazione dei fatti già compiuta nei gradi di merito. Un ricorso manifestamente infondato non solo non ha speranza di successo, ma comporta anche ulteriori costi per chi lo propone.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo questa ordinanza, un ricorso è dichiarato inammissibile quando i motivi proposti sono una mera riproduzione di quelli già presentati in appello e sono, comunque, manifestamente infondati.

Perché la Corte ha confermato la responsabilità penale per il reato di evasione?
La Corte ha confermato la responsabilità perché ha ritenuto la sentenza di secondo grado immune da censure, avendo accertato correttamente sia la materialità del fatto sia il necessario elemento psicologico (dolo), sulla base di prove univoche e di un’interpretazione normativa conforme alla giurisprudenza consolidata.

Quali elementi hanno impedito la concessione di una pena più mite o della non punibilità?
La concessione di benefici come la particolare tenuità del fatto o le attenuanti generiche è stata esclusa a causa della reiterazione delle condotte, dell’intensità del dolo e dei plurimi precedenti penali dell’imputato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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