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Ricorso inammissibile: quando è manifestamente infondato

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 44857/2024, dichiara un ricorso inammissibile poiché si limita a riproporre argomenti fattuali già respinti in appello. La Corte chiarisce che la mera ripetizione di motivi, senza sollevare questioni di legittimità, rende l’impugnazione manifestamente infondata, confermando la condanna per il reato ex art. 610 c.p. e ribadendo che il ‘profitto’ può essere anche solo morale.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e la Reiterazione dei Motivi

La Corte di Cassazione ha recentemente fornito un chiaro esempio di quando un ricorso inammissibile viene rigettato senza un esame del merito. Con l’ordinanza n. 44857 del 2024, i giudici hanno respinto un’impugnazione che si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già valutate e disattese dalla Corte d’Appello. Questa decisione sottolinea un principio fondamentale: il giudizio di legittimità non è una terza istanza per ridiscutere i fatti, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge.

I Fatti del Caso in Esame

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un imputato, già condannato nei primi due gradi di giudizio per un reato previsto dall’articolo 610 del codice penale. L’unico motivo di ricorso sollevato dinanzi alla Suprema Corte contestava l’erronea applicazione della legge penale, sostenendo che i fatti accertati non integrassero la fattispecie di reato contestata. In sostanza, il ricorrente chiedeva una nuova valutazione della sua vicenda processuale, sperando in un esito diverso.

La Decisione della Corte e il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione non è entrata nel vivo della questione, ma si è concentrata sulla struttura e sulla sostanza dell’impugnazione stessa. I giudici hanno rilevato che i motivi presentati erano una semplice e ‘pedissequa reiterazione’ di quelli già dedotti in appello e puntualmente rigettati dalla Corte di merito.

La Natura del Profitto nell’Art. 610 c.p.

Pur dichiarando l’inammissibilità, la Corte ha accennato a uno degli argomenti di merito, relativo alla natura del profitto nel reato contestato. Richiamando la ‘consolidata giurisprudenza di legittimità’, ha ricordato che il concetto di profitto non è limitato a un vantaggio patrimoniale, ma può consistere in ‘qualsiasi utilità, anche morale’. Questo punto, già chiarito dalla Corte d’Appello, ha ulteriormente evidenziato come il ricorso non presentasse validi argomenti di diritto da esaminare.

Le Motivazioni della Cassazione

Le motivazioni alla base della decisione sono nette e seguono un principio cardine del nostro sistema processuale. Il ricorso per cassazione non può essere una mera riproposizione di questioni di fatto già ampiamente discusse e decise nei gradi di merito. L’appello alla Suprema Corte deve concentrarsi su specifiche violazioni di legge o vizi procedurali.

Nel caso di specie, i motivi sono stati giudicati ‘fattuali e comunque manifestamente infondati’. La Corte ha specificato che limitarsi a copiare e incollare le argomentazioni del precedente appello, senza criticare in modo specifico e pertinente la logica giuridica della sentenza impugnata, svuota il ricorso della sua funzione. Tale pratica trasforma l’impugnazione in un tentativo sterile di ottenere un terzo grado di giudizio sul fatto, compito che non spetta alla Corte di Cassazione.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza funge da monito per chiunque intenda presentare ricorso in Cassazione. È indispensabile formulare censure che attengano a questioni di diritto, evidenziando gli errori commessi dal giudice precedente nell’interpretare o applicare le norme. Non è sufficiente essere in disaccordo con la valutazione dei fatti. La conseguenza di un ricorso inammissibile, come in questo caso, non è solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria, qui fissata in 3.000 euro, a favore della Cassa delle ammende. La decisione, quindi, rafforza il ruolo della Cassazione come custode della legge e non come giudice dei fatti.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo l’ordinanza, un ricorso è dichiarato inammissibile quando si limita a riproporre in modo identico (‘pedissequa reiterazione’) motivi già presentati e respinti nel precedente grado di giudizio, specialmente se tali motivi sono di natura fattuale e manifestamente infondati.

Che tipo di ‘profitto’ è richiesto per il reato di cui all’art. 610 del codice penale?
La Corte ribadisce che, secondo la giurisprudenza consolidata, il profitto menzionato dalla norma non deve essere necessariamente economico, ma può consistere in qualsiasi tipo di utilità, inclusa quella di natura morale.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta non solo il rigetto dell’appello, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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