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Ricorso inammissibile: quando è manifestamente infondato

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per uso di documenti falsi. L’ordinanza sottolinea che i motivi di ricorso, basati sulla presunta illogicità della motivazione e sul diniego delle attenuanti generiche, erano manifestamente infondati, confermando la solidità del giudizio di merito quando immune da vizi logici.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: L’Analisi della Cassazione su Motivazioni Illogiche

Quando si presenta un’impugnazione in Corte di Cassazione, è fondamentale che i motivi siano solidi e pertinenti. Un recente provvedimento ha ribadito come un ricorso inammissibile sia la conseguenza inevitabile di censure manifestamente infondate, che tentano di trasformare il giudizio di legittimità in un terzo grado di merito. Analizziamo insieme questa ordinanza per comprendere i limiti del sindacato della Suprema Corte.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una condanna emessa in primo grado e confermata in appello a carico di un imputato per i reati di possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, aggravati da specifiche circostanze. L’imputato, non rassegnato alla decisione, proponeva ricorso per Cassazione, affidandolo a due principali motivi di doglianza.

L’Analisi della Corte sul Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato i motivi del ricorso, giungendo a una declaratoria di inammissibilità. Vediamo nel dettaglio le ragioni che hanno condotto a questa decisione, analizzando separatamente i due motivi proposti dalla difesa.

Primo Motivo: La Responsabilità e la Riconducibilità del Fatto

La difesa contestava la correttezza della motivazione con cui i giudici di merito avevano affermato la responsabilità dell’imputato. In particolare, si dibatteva sulla qualificazione del fatto ai sensi dell’art. 497 bis del codice penale.

La Corte ha ritenuto tale motivo manifestamente infondato. La sentenza impugnata aveva logicamente argomentato che l’apposizione della fotografia dell’imputato sulla carta d’identità contraffatta costituiva un “indice rivelatore” del suo interesse diretto alla falsificazione. Questo elemento, secondo i giudici, era sufficiente per considerarlo quantomeno l’istigatore del reato. La Cassazione ha sottolineato che tale valutazione attiene al merito dei fatti e, in quanto immune da vizi logici evidenti, non è sindacabile in sede di legittimità. Questo punto è cruciale per comprendere quando si configura un ricorso inammissibile.

Secondo Motivo: Il Diniego delle Attenuanti Generiche

Il secondo motivo lamentava l’inosservanza della legge penale e il difetto di motivazione riguardo al mancato riconoscimento delle attenuanti generiche (art. 62 bis c.p.).

Anche su questo punto, la Corte ha giudicato il ricorso manifestamente infondato. Ha richiamato un principio consolidato secondo cui il giudice di merito, nel negare le attenuanti, non è obbligato a prendere in esame analiticamente tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli dedotti dalle parti. È sufficiente che la sua decisione sia fondata su quelli ritenuti decisivi e rilevanti. Nel caso di specie, la motivazione della Corte d’Appello era stata ritenuta esente da illogicità, rendendo la censura non ammissibile nel giudizio di legittimità.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Suprema Corte si fonda sulla distinzione netta tra il giudizio di merito e quello di legittimità. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le censure proposte non evidenziavano reali violazioni di legge o vizi logici manifesti nella motivazione della sentenza d’appello. Al contrario, miravano a ottenere una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa alla Corte di Cassazione. La motivazione dei giudici di merito è stata considerata coerente, logica e sufficiente a sostenere sia il giudizio di responsabilità sia il diniego delle attenuanti.

Conclusioni

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione pratica: un ricorso per Cassazione deve concentrarsi su specifiche questioni di diritto o su palesi incongruenze logiche della motivazione, non su una generica contestazione delle conclusioni dei giudici di merito. Un ricorso basato su motivi manifestamente infondati non solo non ha speranza di accoglimento, ma comporta anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, come avvenuto nel caso di specie.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo l’ordinanza, un ricorso è dichiarato inammissibile quando i motivi sono manifestamente infondati, cioè quando non denunciano reali vizi di legge o illogicità evidenti della motivazione, ma mirano a una rivalutazione dei fatti già esaminati dai giudici di merito.

È sufficiente la presenza della propria foto su un documento falso per essere ritenuti responsabili?
Nel caso specifico, la Corte ha confermato che l’apposizione della foto dell’imputato su un documento contraffatto è un “indice rivelatore” che dimostra il suo interesse alla falsificazione e lo qualifica, quantomeno, come istigatore del reato, supportando così la motivazione sulla sua responsabilità.

Come deve motivare un giudice il diniego delle attenuanti generiche?
Il provvedimento chiarisce che il giudice, nel negare le attenuanti generiche, non deve considerare tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli, ma è sufficiente che faccia riferimento a quelli ritenuti decisivi o rilevanti, poiché gli altri si intendono implicitamente superati da tale valutazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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