LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: quando è infondata la prescrizione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una condanna per favoreggiamento personale. Il primo motivo, basato sulla presunta prescrizione del reato, è stato ritenuto manifestamente infondato poiché il termine massimo non era ancora scaduto al momento della decisione. Il secondo motivo è stato giudicato generico. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Limiti della Prescrizione

Quando si presenta un ricorso alla Corte di Cassazione, è fondamentale che i motivi siano solidi e ben argomentati. Un’ordinanza recente ci offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile possa derivare da eccezioni infondate, come quella sulla prescrizione, e da una generica contestazione della sentenza impugnata. Analizziamo insieme questa decisione per comprendere i criteri adottati dalla Suprema Corte.

Il Caso in Esame: Appello per Favoreggiamento Personale

La vicenda riguarda un individuo che ha presentato ricorso contro una sentenza della Corte d’Appello che lo condannava per il reato di favoreggiamento personale, previsto dall’articolo 378 del codice penale. L’imputato basava la sua difesa su due motivi principali:

1. L’avvenuta prescrizione del reato.
2. Una critica generica alla motivazione della sentenza di secondo grado.

Questi argomenti sono stati sottoposti al vaglio della Corte di Cassazione per una valutazione di legittimità.

L’Analisi della Corte e la Dichiarazione di Inammissibilità

La Suprema Corte ha esaminato entrambi i motivi, giungendo a una conclusione netta: il ricorso doveva essere dichiarato inammissibile. Vediamo nel dettaglio le ragioni che hanno portato a questa decisione.

Il Calcolo Errato della Prescrizione

Il primo motivo, relativo all’estinzione del reato per prescrizione, è stato definito ‘manifestamente infondato’. La Corte ha chiarito che, essendo il reato stato commesso il 29 aprile 2017, il termine massimo di prescrizione sarebbe scaduto il 29 ottobre 2024. Poiché la pronuncia della Cassazione è avvenuta il 20 settembre 2024, ovvero prima della scadenza, la pretesa del ricorrente era palesemente errata. Questo errore di calcolo ha reso il motivo immediatamente rigettabile.

La Genericità del Secondo Motivo

Il secondo motivo di ricorso è stato considerato ‘generico’. La Corte ha rilevato che l’appellante non aveva esposto in modo chiaro e specifico le ragioni per cui la motivazione della sentenza d’appello dovesse essere censurata. In sede di legittimità, non è sufficiente una critica vaga, ma è necessario indicare con precisione i vizi logici o giuridici del provvedimento impugnato. La mancanza di tale specificità rende il motivo non accoglibile.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Corte si fonda su principi consolidati della procedura penale. Un ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione. Per questo motivo, le doglianze devono essere specifiche, pertinenti e giuridicamente fondate. Un’eccezione di prescrizione basata su un calcolo palesemente errato non ha alcuna possibilità di successo e configura un motivo ‘manifestamente infondato’, che conduce direttamente a una declaratoria di inammissibilità. Allo stesso modo, la genericità dei motivi impedisce alla Corte di svolgere il proprio ruolo di controllo, risultando in un ricorso inammissibile.

Conclusioni: Le Conseguenze di un Ricorso Mal Fondato

L’ordinanza in esame ribadisce un concetto fondamentale: presentare un ricorso in Cassazione richiede rigore e precisione. La conseguenza di un ricorso inammissibile non è solo il rigetto delle proprie istanze, ma anche una condanna economica. In questo caso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Questa pronuncia serve da monito sull’importanza di una strategia difensiva ben ponderata, che eviti di proporre argomentazioni deboli o infondate, le quali non solo non portano al risultato sperato ma aggravano la posizione processuale ed economica del condannato.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando i motivi su cui si basa sono manifestamente infondati, come una pretesa di prescrizione basata su un calcolo errato, oppure quando sono formulati in modo generico, senza specificare le ragioni precise per cui si contesta la sentenza impugnata.

Come ha ragionato la Corte riguardo all’eccezione di prescrizione?
La Corte ha semplicemente verificato le date. Il reato è stato commesso il 29/04/2017 e il termine massimo di prescrizione sarebbe scaduto il 29/10/2024. Poiché la decisione della Corte è stata presa il 20/09/2024, il termine non era ancora decorso, rendendo l’eccezione manifestamente infondata.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati