LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: quando è generico o ripetitivo

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da tre imputati condannati per tentato reato contro il patrimonio. La decisione si fonda sulla genericità e sulla natura meramente ripetitiva dei motivi di ricorso, che non si confrontavano con la sentenza d’appello e tentavano di ottenere un nuovo esame dei fatti. La Corte ha ribadito che la determinazione della pena è una prerogativa discrezionale del giudice di merito, non sindacabile in sede di legittimità se adeguatamente motivata.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: la Cassazione chiarisce i requisiti di specificità

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultima fase del processo penale, ma per avere successo non basta dissentire dalla decisione precedente. È necessario formulare motivi specifici, pertinenti e critici verso la sentenza impugnata. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito con forza questo principio, dichiarando un ricorso inammissibile perché i motivi presentati erano generici e meramente ripetitivi di doglianze già respinte. Analizziamo questa decisione per comprendere quali sono gli errori da evitare.

I Fatti del Caso

Tre individui, dopo una condanna in primo grado per un reato contro il patrimonio (artt. 56-614 c.p.), vedevano la loro pena parzialmente rideterminata dalla Corte d’Appello. Non soddisfatti della decisione, tutti e tre proponevano ricorso per Cassazione tramite i loro difensori, sperando in un annullamento della condanna o in un’ulteriore riduzione della pena.

La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha respinto tutti i ricorsi, dichiarandoli inammissibili per una serie di vizi procedurali che ne hanno impedito l’esame nel merito. La decisione si fonda su principi consolidati della giurisprudenza di legittimità.

Motivi Generici e Ripetitivi

Il primo errore fatale è stato la mancanza di specificità. Il ricorso di uno degli imputati è stato giudicato “intrinsecamente generico”, ovvero privo di una chiara enunciazione delle ragioni di diritto e dei riferimenti puntuali alla motivazione della sentenza d’appello. Gli altri due imputati, con un atto congiunto, si sono limitati a riproporre le stesse identiche argomentazioni già presentate e respinte in secondo grado. La Cassazione ha sottolineato che un ricorso non può essere una semplice fotocopia dei motivi d’appello, ma deve confrontarsi criticamente con le ragioni che hanno portato il giudice precedente a rigettarli.

Il Divieto di un Terzo Giudizio di Merito

Un altro punto cruciale è il ruolo della Corte di Cassazione. Il suo compito non è rivalutare i fatti o le prove (il cosiddetto “sindacato sul merito”), ma verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. I ricorsi in esame, invece, miravano proprio a ottenere una nuova ricostruzione dei fatti, un’attività preclusa in sede di legittimità. Se la motivazione della sentenza d’appello è logica, completa e priva di vizi evidenti, non può essere messa in discussione davanti alla Cassazione.

La Discrezionalità del Giudice sulla Pena e il Ricorso Inammissibile

Anche le lamentele relative alla quantificazione della pena sono state respinte. La Corte ha ribadito che la graduazione della sanzione rientra nella piena discrezionalità del giudice di merito. Tale potere, esercitato nel rispetto degli articoli 132 e 133 del codice penale, è insindacabile in Cassazione, a meno che la decisione non sia palesemente arbitraria o illogica. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione sufficiente per giustificare sia la pena inflitta sia il diniego delle attenuanti generiche, rendendo il ricorso inammissibile anche su questo punto.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni dell’ordinanza si concentrano sulla funzione stessa del ricorso per cassazione. Esso non è un’ulteriore opportunità per discutere i fatti, ma un rigoroso controllo di legalità. I ricorrenti non si sono confrontati con la ratio decidendi della sentenza impugnata, limitandosi a riproporre argomenti già vagliati e disattesi. Questo comportamento processuale viola il requisito della specificità dei motivi, trasformando l’impugnazione in un tentativo inammissibile di ottenere un terzo grado di giudizio di merito. La Corte ha quindi applicato la sua giurisprudenza consolidata, secondo cui la ripetizione pedissequa dei motivi di appello, senza una critica mirata alla decisione di secondo grado, conduce inevitabilmente all’inammissibilità.

Conclusioni

Questa ordinanza offre un importante monito per la pratica forense. Per evitare una declaratoria di inammissibilità e la conseguente condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria, il ricorso per cassazione deve essere redatto con estremo rigore. È indispensabile abbandonare argomentazioni generiche e ripetitive per concentrarsi su una critica puntuale e argomentata dei vizi di legittimità della sentenza impugnata, dimostrando perché il ragionamento del giudice d’appello sia errato in diritto o manifestamente illogico. Solo così l’impugnazione può superare il vaglio preliminare ed essere esaminata nel merito.

Perché un ricorso per cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Secondo questa ordinanza, un ricorso è inammissibile quando i motivi sono generici, non specificano le ragioni di diritto e i riferimenti alla sentenza impugnata, oppure si limitano a ripetere le stesse doglianze già respinte in appello senza confrontarsi criticamente con la motivazione del giudice precedente.

La Corte di Cassazione può modificare la quantità della pena decisa da un altro giudice?
Generalmente no. La Corte stabilisce che la determinazione della pena rientra nella discrezionalità del giudice di merito. Un ricorso su questo punto è inammissibile se la decisione non è frutto di arbitrio o di un ragionamento illogico e se è supportata da una motivazione sufficiente.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
I ricorrenti vengono condannati al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come avvenuto in questo caso con una sanzione di 3.000,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati