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Ricorso inammissibile: quando è generico e ripetitivo

La Cassazione dichiara un ricorso inammissibile perché l’imputato, condannato per spaccio con aggravante dell’ingente quantità, ha riproposto gli stessi motivi dell’appello senza confrontarsi con la sentenza impugnata. La Corte ribadisce che un ricorso deve essere una critica specifica e non una mera ripetizione.

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Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione chiarisce i requisiti di specificità

Presentare un ricorso in Cassazione richiede tecnica e precisione. Non è sufficiente essere in disaccordo con una sentenza: è necessario articolare una critica puntuale e argomentata. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: un ricorso inammissibile è quello che si limita a ripetere le stesse argomentazioni già respinte in appello, senza confrontarsi criticamente con le motivazioni della sentenza impugnata. Analizziamo questa decisione per capire le sue implicazioni pratiche.

I fatti del processo

Il caso riguarda un imputato condannato in primo grado e in appello per reati legati agli stupefacenti, con l’applicazione dell’aggravante dell’ingente quantità (art. 80, comma 2, D.P.R. 309/1990). La pena inflitta era di quattro anni di reclusione e 6.000 euro di multa. La difesa dell’imputato ha deciso di presentare ricorso alla Corte di Cassazione, contestando, con un unico motivo, proprio la sussistenza di tale aggravante.

La decisione della Corte di Cassazione: il ricorso inammissibile

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione non entra nel merito della questione (cioè, se l’aggravante fosse applicabile o meno), ma si ferma a un livello procedurale. Gli Ermellini hanno rilevato che il motivo del ricorso non faceva altro che riproporre le medesime critiche già sollevate nell’atto di appello. L’imputato, in sostanza, non aveva sviluppato una critica specifica contro le argomentazioni con cui la Corte d’Appello aveva giustificato la conferma della condanna e dell’aggravante. Questo vizio procedurale ha reso l’esame del ricorso impossibile.

Le motivazioni: perché un ricorso inammissibile viene rigettato?

La Corte ha spiegato in modo chiaro le ragioni giuridiche alla base della sua decisione, fondate sulla funzione stessa dell’impugnazione nel nostro ordinamento processuale.

La funzione dell’impugnazione: la critica argomentata

Il principio cardine è che un atto di impugnazione, per essere valido, deve contenere una “critica argomentata” del provvedimento che si contesta. Non si tratta di una semplice manifestazione di dissenso, ma di un’analisi puntuale che deve indicare specificamente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sostengono la richiesta di riforma della decisione. L’obiettivo è avviare un confronto dialettico con le argomentazioni del giudice precedente, evidenziandone gli eventuali errori o le lacune logiche.

La differenza tra un motivo specifico e una mera ripetizione

Quando un ricorso per cassazione si limita a riproporre pedissequamente i motivi già esaminati e respinti dalla Corte d’Appello, viene meno la sua funzione essenziale. In questo modo, infatti, non si instaura un vero dialogo con la decisione impugnata, ma si ignora la motivazione resa dal giudice del secondo grado. La Cassazione, citando numerosi precedenti, ha sottolineato che tale modo di procedere trasforma il ricorso in un atto generico e, di conseguenza, inammissibile. Mancando il confronto puntuale con le argomentazioni della sentenza di appello, il ricorso perde la sua unica funzione legittima.

Le conclusioni: implicazioni pratiche per la difesa

Questa ordinanza offre un importante monito per la prassi legale. La redazione di un ricorso, specialmente in Cassazione, richiede uno sforzo analitico mirato a smontare le specifiche ragioni della decisione che si intende impugnare. È un errore strategico, oltre che tecnico, limitarsi a “copiare e incollare” le argomentazioni precedenti. La difesa deve studiare attentamente la motivazione della sentenza d’appello e costruire i propri motivi di ricorso come una replica diretta e critica a quelle argomentazioni. In caso contrario, il rischio concreto è una declaratoria di inammissibilità, con la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in 3.000 euro.

Perché un ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché riproponeva le stesse identiche argomentazioni già presentate e respinte nel giudizio d’appello, senza confrontarsi criticamente e in modo specifico con le motivazioni della sentenza impugnata.

Qual è la funzione di un atto di impugnazione secondo la Corte di Cassazione?
Secondo la Corte, la funzione tipica di un’impugnazione è quella di una critica argomentata avverso il provvedimento che si contesta. L’atto deve contenere un confronto puntuale con le argomentazioni della decisione, indicando le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che fondano il dissenso.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato per legge al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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