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Ricorso inammissibile: quando è generico e ripetitivo

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da una donna condannata per uso di atto falso e possesso di strumenti da scasso. La decisione si fonda sulla manifesta infondatezza del primo motivo e sulla natura meramente ripetitiva del secondo, che non muoveva una critica specifica alla sentenza d’appello, limitandosi a riproporre le stesse argomentazioni. La ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Spiega i Limiti dell’Appello

Presentare un ricorso in Cassazione non significa avere un’ulteriore possibilità di discutere i fatti del processo. È un giudizio di legittimità, dove si controlla la corretta applicazione della legge. Un’ordinanza recente della Suprema Corte chiarisce ancora una volta quando un ricorso inammissibile viene dichiarato tale, specialmente se si limita a ripetere argomenti già discussi e respinti nei gradi precedenti. Analizziamo insieme questa decisione per capire i requisiti di specificità richiesti.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna al Ricorso per Cassazione

Il caso nasce dalla condanna di una donna da parte della Corte d’Appello di Milano per i reati di uso di atto falso (art. 489 c.p.) e possesso ingiustificato di strumenti atti allo scasso (art. 707 c.p.). Non accettando la decisione, la difesa ha proposto ricorso per Cassazione, basandolo su due motivi principali: una presunta violazione di legge processuale nella valutazione delle prove e un difetto di motivazione della sentenza impugnata.

La Valutazione delle Prove e il Primo Motivo di Ricorso

Il primo motivo di ricorso contestava la violazione degli articoli 192 e 238-bis del codice di procedura penale. La difesa sosteneva che i giudici di merito avessero errato nell’affermare la responsabilità penale basandosi su elementi probatori non correttamente valutati, in particolare su sentenze precedenti divenute irrevocabili.

La Cassazione ha respinto questa doglianza come manifestamente infondata. Gli Ermellini hanno ricordato che, secondo il combinato disposto delle norme citate, le sentenze irrevocabili possono essere acquisite come prova di un fatto in esse accertato. Tuttavia, devono essere valutate unitamente ad altri elementi che ne confermino l’attendibilità. Il giudice di merito ha la facoltà di scegliere quali prove ritiene più idonee a fondare la sua decisione, con l’unico obbligo di motivare le ragioni del proprio convincimento. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione completa e priva di vizi logici, mentre la difesa non era riuscita a individuare uno specifico e decisivo vizio di travisamento che potesse smontare l’intero impianto accusatorio.

Le Motivazioni sul Ricorso Inammissibile per Genericità

Il punto cruciale della decisione riguarda il secondo motivo di ricorso, relativo alla condanna per il possesso di strumenti da scasso. La Cassazione lo ha ritenuto inammissibile perché non era altro che una “pedissequa reiterazione” di argomenti già presentati e respinti in appello.

I giudici di secondo grado avevano affrontato puntualmente tali censure, motivando la loro decisione con argomenti giuridici corretti e facendo anche riferimento, per relationem, alla dettagliata motivazione del giudice di primo grado. Il ricorso per Cassazione, invece di contestare specificamente le ragioni della Corte d’Appello, si è limitato a riproporre le stesse questioni. Questo comportamento processuale rende il motivo non specifico, ma solo apparente, perché omette di assolvere alla funzione tipica dell’impugnazione: una critica argomentata e mirata contro la sentenza che si intende contestare.

Le Conclusioni: L’Importanza della Specificità nel Ricorso

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale del processo penale: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio sul merito. Per essere ammissibile, deve contenere censure specifiche, precise e pertinenti contro le argomentazioni giuridiche della sentenza impugnata. Limitarsi a ripetere le stesse difese già respinte in appello trasforma l’atto in un ricorso generico, destinato a essere dichiarato inammissibile.

La conseguenza di un ricorso inammissibile non è solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una somma a titolo di sanzione alla Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro. Questa decisione serve da monito sull’importanza di strutturare i ricorsi in modo tecnicamente corretto, concentrandosi sui vizi di legittimità della decisione impugnata e non sulla mera riproposizione di questioni di fatto.

Una precedente sentenza irrevocabile può essere usata come prova in un altro processo?
Sì, la legge lo consente. Tuttavia, il giudice non può basare la sua decisione unicamente su di essa, ma deve valutarla insieme ad altri elementi di prova che ne confermino l’attendibilità e deve spiegare le ragioni del suo convincimento.

Perché un ricorso per Cassazione può essere dichiarato inammissibile se ripropone argomenti già discussi?
Perché il ricorso per Cassazione deve contenere una critica specifica e argomentata contro la decisione che si sta impugnando. Se si limita a ripetere le stesse lamentele già respinte in appello, senza confrontarsi con le motivazioni dei giudici precedenti, il ricorso è considerato generico e quindi inammissibile.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
La persona che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, a titolo di sanzione, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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