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Ricorso inammissibile: quando è generico e ripetitivo

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per resistenza a pubblico ufficiale. I motivi sono stati ritenuti meramente ripetitivi di censure già valutate e generici rispetto alla sentenza impugnata. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 17 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Conferma la Condanna per Resistenza a Pubblico Ufficiale

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame offre un chiaro esempio di quando un’impugnazione viene definita un ricorso inammissibile. Questa pronuncia sottolinea un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono riproporre le stesse argomentazioni già esaminate, ma un controllo di legittimità che richiede motivi specifici e pertinenti. Analizziamo la vicenda e le ragioni della decisione.

I Fatti del Processo

La vicenda trae origine da una condanna per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, previsto dall’art. 337 del codice penale. Dopo la condanna in primo grado, la sentenza era stata confermata dalla Corte d’Appello di Napoli.

Non rassegnato, l’imputato proponeva ricorso per cassazione, basando le proprie doglianze su tre punti principali:
1. Una contestazione generale sul giudizio di responsabilità.
2. Critiche alla valutazione delle prove effettuata dai giudici di merito.
3. La lamentela per la mancata acquisizione del filmato originale di un sistema di videosorveglianza, che a suo dire sarebbe stato cruciale per la difesa.

Questi motivi, tuttavia, non hanno superato il vaglio preliminare di ammissibilità della Suprema Corte.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Tale decisione non entra nel merito delle questioni sollevate, ma si ferma a un livello precedente, constatando la mancanza dei requisiti minimi per poter procedere a un esame approfondito.

La conseguenza diretta di questa declaratoria è stata la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di ricorsi inammissibili, volta a sanzionare l’abuso dello strumento processuale.

Le Motivazioni del Ricorso Inammissibile

La Corte ha basato la propria decisione su due pilastri argomentativi interconnessi. In primo luogo, i motivi di ricorso sono stati giudicati ‘meramente riproduttivi’ di censure già adeguatamente valutate e respinte dai giudici dei precedenti gradi di giudizio. In altre parole, l’appellante si è limitato a ripresentare le stesse obiezioni, senza portare nuovi elementi di diritto o vizi logici evidenti nella sentenza impugnata. Questo rende il ricorso inammissibile per carenza di specificità.

In secondo luogo, il ricorso è stato ritenuto ‘obiettivamente generico’ rispetto alla motivazione della sentenza della Corte d’Appello. Il ricorrente, secondo la Cassazione, non ha instaurato un vero e proprio confronto critico con le argomentazioni della sentenza impugnata, ma si è limitato a contrapporre la propria versione dei fatti, cosa non permessa in sede di legittimità. Il ricorso per cassazione deve evidenziare errori di diritto o vizi logici manifesti, non proporre una diversa ricostruzione del fatto.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un insegnamento cruciale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione: non è sufficiente essere in disaccordo con una sentenza per poterla impugnare con successo. È indispensabile formulare censure specifiche, tecniche e che attacchino direttamente la coerenza logico-giuridica della motivazione del provvedimento contestato. Proporre un ricorso generico o ripetitivo non solo è inutile ai fini di un possibile annullamento della condanna, ma espone anche al rischio concreto di subire un’ulteriore condanna economica per le spese e la sanzione alla Cassa delle ammende.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo questa ordinanza, un ricorso è dichiarato inammissibile quando i motivi sono meramente riproduttivi di censure già valutate nei precedenti gradi di giudizio oppure quando sono formulati in modo obiettivamente generico, senza confrontarsi specificamente con le motivazioni della sentenza che si intende impugnare.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, come in questo caso, al versamento di una somma di denaro (tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

Qual era il reato contestato nel caso di specie?
L’imputato era stato condannato per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, previsto e punito dall’articolo 337 del codice penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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