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Ricorso inammissibile: quando è generico e infondato

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per false dichiarazioni. I motivi sono ritenuti generici e manifestamente infondati, in quanto l’imputato aveva rinunciato ai motivi sulla responsabilità in appello e non aveva contestato specificamente il diniego delle attenuanti generiche, basato sui suoi precedenti penali. Ne consegue la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma alla Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Motivi Generici

Quando si presenta un’impugnazione in Cassazione, la specificità dei motivi è un requisito fondamentale. Un ricorso inammissibile è spesso la conseguenza di un atto generico, che non si confronta adeguatamente con le ragioni della decisione impugnata. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di questa dinamica, sottolineando i doveri della difesa e le conseguenze di un ricorso non adeguatamente formulato.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da una condanna emessa dal G.U.P. del Tribunale di Foggia nel marzo 2022 per il reato di false dichiarazioni, previsto dall’art. 76 del d.P.R. 445/2000. In seguito, la Corte di Appello di Bari, nell’aprile 2024, aveva parzialmente riformato la sentenza, riducendo la pena a dieci mesi di reclusione e 210 euro di multa.

Contro questa decisione, la difesa dell’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, basandolo su due principali motivi: la contestazione della conferma del giudizio di colpevolezza e la mancata concessione delle attenuanti generiche.

L’Analisi della Corte sul ricorso inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato i motivi del ricorso, dichiarandolo inammissibile per manifesta infondatezza e genericità. L’analisi della Corte si è concentrata su due aspetti cruciali che hanno reso l’impugnazione non meritevole di un esame nel merito.

La Rinuncia ai Motivi sulla Responsabilità

Per quanto riguarda il primo motivo, relativo alla colpevolezza dell’imputato, la Corte ha rilevato un elemento decisivo: la difesa aveva rinunciato a tali motivi già nel corso del giudizio d’appello. Riproporre la stessa questione in sede di legittimità, senza nuovi e specifici argomenti contro la sentenza di secondo grado, rende il motivo del tutto generico e, di fatto, inammissibile.

Il Mancato Confronto sul Diniego delle Attenuanti

Anche il secondo motivo, riguardante le attenuanti generiche, è stato giudicato infondato. La Corte di Appello aveva negato le attenuanti motivando la sua decisione sulla base dei precedenti penali dell’imputato, pur avendo comunque mitigato la pena. La Cassazione ha osservato che il ricorso non si confrontava affatto con questa specifica e non illogica motivazione, limitandosi a una doglianza astratta. Per essere ammissibile, il ricorso avrebbe dovuto criticare in modo puntuale il ragionamento del giudice d’appello, spiegando perché la valutazione dei precedenti penali fosse errata o sproporzionata.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Cassazione si fonda su un principio cardine del giudizio di legittimità: il ricorso non può essere una semplice riproposizione delle argomentazioni già svolte, né una critica generica alla sentenza impugnata. Esso deve contenere censure specifiche e dettagliate rivolte alla motivazione del provvedimento contestato, evidenziandone le eventuali violazioni di legge o i vizi logici. Nel caso di specie, il ricorso era carente sotto entrambi i profili, risultando di conseguenza in un ricorso inammissibile.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un’importante lezione per la pratica legale: la redazione di un ricorso per Cassazione richiede un’attenzione meticolosa e una critica puntuale e argomentata. La genericità e la manifesta infondatezza dei motivi non solo precludono l’esame nel merito, ma comportano anche significative conseguenze economiche per il ricorrente. Ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, la declaratoria di inammissibilità comporta la condanna al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma, equitativamente fissata dal giudice, in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata quantificata in tremila euro. Pertanto, un’impugnazione superficiale non è solo inefficace, ma anche onerosa.

Per quale motivo principale il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano generici e manifestamente infondati. La difesa non ha formulato critiche specifiche al percorso argomentativo della sentenza impugnata.

Cosa ha reso il motivo sulla colpevolezza particolarmente debole?
Il motivo sulla colpevolezza era inammissibile perché la difesa vi aveva già rinunciato durante il processo di appello. Riproporlo in Cassazione senza nuove e specifiche argomentazioni è stato ritenuto un vizio fatale.

Quali sono le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
In base alla decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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