LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: quando è generico e infondato

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una condanna per truffa. I motivi sono stati giudicati generici e manifestamente infondati, sia riguardo la responsabilità penale che il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche. La Corte ha confermato la decisione della Corte d’Appello, sottolineando l’importanza della specificità dei motivi di ricorso.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: L’Importanza della Specificità dei Motivi

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio, un momento cruciale in cui la precisione e la chiarezza sono fondamentali. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci ricorda quanto sia facile incappare in una dichiarazione di ricorso inammissibile se i motivi addotti non rispettano i rigorosi requisiti di legge. Analizziamo questo caso per comprendere gli errori da evitare e i principi che governano l’impugnazione di legittimità.

Il Contesto del Caso Giudiziario

Il caso in esame origina da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Milano, che aveva confermato una condanna per il reato di truffa, previsto dall’articolo 640 del codice penale. L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per Cassazione basandosi su due principali motivi: il primo contestava la valutazione di responsabilità, lamentando vizi di violazione di legge e di motivazione; il secondo criticava il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche.

Analisi del Ricorso Inammissibile: I Motivi della Cassazione

La Corte di Cassazione ha esaminato entrambi i motivi di ricorso e li ha giudicati entrambi inammissibili, sebbene per ragioni leggermente diverse ma accomunate da un vizio di fondo: la mancanza di specificità e fondatezza. Vediamo nel dettaglio come la Corte ha argomentato la sua decisione.

Primo Motivo: Genericità e Manifesta Infondatezza sulla Responsabilità

Il primo motivo, che mirava a smontare il giudizio di colpevolezza, è stato ritenuto ‘generico per indeterminatezza’. Secondo i giudici, il ricorrente non ha indicato in modo specifico gli elementi su cui si basava la sua censura. Di fronte a una motivazione della Corte d’Appello ritenuta logicamente corretta, il ricorso si è limitato a una critica vaga, senza fornire al giudice dell’impugnazione gli strumenti per individuare i rilievi mossi ed esercitare il proprio sindacato.

Inoltre, il motivo è stato considerato ‘manifestamente infondato’ perché il vizio di motivazione censurabile in Cassazione è solo quello che emerge da un palese contrasto tra l’argomentazione della sentenza e le massime di esperienza, un difetto non riscontrato nel caso di specie.

Secondo Motivo: La Reiterazione di Doglianze sulle Attenuanti

Anche il secondo motivo, relativo al diniego delle attenuanti generiche, ha subito la stessa sorte. La Corte lo ha definito ‘generico’ perché si trattava di una semplice riproposizione di argomenti già presentati e respinti in appello. Un ricorso in Cassazione, per essere specifico, non può limitarsi a ripetere le stesse doglianze, ma deve confrontarsi criticamente con la motivazione della sentenza impugnata.

È stato altresì giudicato ‘manifestamente infondato’ perché le critiche mosse non riguardavano un vizio logico palese, ma piuttosto la ‘persuasività’ e ‘l’adeguatezza’ del ragionamento del giudice di merito, aspetti che non possono essere sindacati in sede di legittimità. La Corte d’Appello aveva infatti motivato adeguatamente la sua decisione, basandosi sulla mancanza di segnali di resipiscenza dell’imputato e sulla presenza di precedenti penali.

Le Motivazioni della Corte

Le motivazioni della Corte si fondano su principi cardine della procedura penale. In primo luogo, viene ribadito il requisito di specificità dei motivi di ricorso, sancito dall’art. 581, comma 1, lett. c) del codice di procedura penale. Un ricorso deve essere un ‘dialogo’ con la sentenza impugnata, non un monologo astratto o una ripetizione di istanze precedenti. In secondo luogo, la Corte sottolinea i limiti del proprio giudizio: non può sostituire la propria valutazione delle prove a quella del giudice di merito, ma può solo verificare la coerenza e la logicità della motivazione (art. 606 c.p.p.). Quando la motivazione è esente da vizi logici macroscopici, il ricorso che ne critica il contenuto nel merito è destinato all’inammissibilità.

Conclusioni

La decisione in commento è un monito importante per tutti gli operatori del diritto. La preparazione di un ricorso per Cassazione richiede uno studio approfondito della sentenza impugnata e la capacità di individuare vizi specifici e non semplici discordanze sulla valutazione dei fatti. Un ricorso inammissibile non solo porta alla conferma della condanna, ma comporta anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, come avvenuto nel caso di specie. La specificità, la pertinenza e la non ripetitività sono le chiavi per superare il vaglio di ammissibilità della Suprema Corte.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando manca dei requisiti previsti dalla legge. In questo caso, perché i motivi erano ‘generici’, ovvero non indicavano in modo specifico e chiaro le critiche alla sentenza impugnata, e ‘manifestamente infondati’, cioè privi di palesi vizi logici o giuridici.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘generico’?
Significa che è formulato in modo vago, indeterminato o che si limita a ripetere argomenti già respinti nei gradi precedenti, senza confrontarsi criticamente con le ragioni esposte nella sentenza che si sta impugnando. Non permette al giudice di comprendere quale sia il punto esatto della decisione che si contesta.

La Corte di Cassazione può negare le attenuanti generiche già negate in appello?
La Corte di Cassazione non decide nel merito se concedere o meno le attenuanti, ma si limita a controllare che la decisione del giudice precedente sia stata motivata in modo logico e non contraddittorio. Se il giudice d’appello ha spiegato adeguatamente le sue ragioni (es. precedenti penali, assenza di pentimento), la Cassazione non può intervenire e il motivo di ricorso viene dichiarato infondato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati