Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Limiti del Giudizio di Legittimità
Presentare un ricorso in Cassazione richiede una profonda conoscenza tecnica e la consapevolezza dei limiti imposti alla Suprema Corte. Un ricorso inammissibile è spesso l’esito di un approccio errato, come dimostra una recente ordinanza che ha ribadito un principio fondamentale: la Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti. Analizziamo insieme questo caso per capire perché.
I Fatti del Caso: La Condanna per Danneggiamento
La vicenda processuale ha origine da una condanna per il reato di danneggiamento, confermata dalla Corte d’Appello in una sentenza del 13 aprile 2023. L’imputato, ritenuto penalmente responsabile, decideva di tentare l’ultima via possibile, proponendo ricorso per cassazione al fine di ottenere l’annullamento della pronuncia a suo carico.
L’Appello e il Ricorso Inammissibile in Cassazione
L’unico motivo di ricorso presentato dall’imputato si fondava sulla presunta violazione di legge e sul vizio di motivazione della sentenza d’appello. In sostanza, la difesa contestava il modo in cui i giudici di merito avevano valutato le prove e ricostruito i fatti, giungendo all’affermazione della sua colpevolezza.
Tuttavia, le argomentazioni proposte sono state qualificate dalla Suprema Corte come ‘doglianze generiche in punto di fatto’. Invece di evidenziare specifici errori di diritto o palesi illogicità nel ragionamento dei giudici, il ricorso si limitava a proporre una lettura alternativa delle prove, chiedendo di fatto alla Cassazione una nuova valutazione del materiale probatorio. Questo approccio si scontra frontalmente con la natura stessa del giudizio di legittimità.
Le Motivazioni della Decisione
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile con una motivazione tanto sintetica quanto chiara. I giudici hanno sottolineato che il loro compito non è quello di riesaminare le prove o sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di merito, ma solo di verificare che la legge sia stata applicata correttamente e che la motivazione della sentenza sia logica e non contraddittoria.
Nel caso specifico, la Corte ha rilevato che le argomentazioni del ricorrente erano finalizzate esclusivamente a ‘ottenere una rivalutazione delle fonti probatorie’, un’attività estranea al ‘sindacato di legittimità’. I giudici di merito, secondo l’ordinanza, avevano già analizzato le prove ‘con corretti argomenti logici e giuridici’. Tentare di rimettere in discussione tale valutazione senza individuare un preciso vizio di legittimità trasforma il ricorso in un tentativo inammissibile di ottenere un terzo grado di giudizio nel merito.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche
La decisione in commento offre una lezione cruciale: un ricorso per cassazione deve essere redatto con rigore tecnico, concentrandosi esclusivamente sui vizi di legittimità (violazioni di legge o difetti di motivazione evidenti e decisivi). Non è sufficiente essere in disaccordo con la conclusione dei giudici di merito; è necessario dimostrare che quella conclusione è stata raggiunta attraverso un percorso giuridico o logico errato. L’esito, in caso contrario, è una dichiarazione di inammissibilità, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, come avvenuto nel caso di specie con la condanna al versamento di tremila euro alla Cassa delle ammende.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le censure sollevate erano generiche, si basavano su questioni di fatto e miravano a ottenere una nuova valutazione delle prove, attività che non rientra nelle competenze della Corte di Cassazione.
Cosa significa che la Corte di Cassazione esercita un sindacato di legittimità?
Significa che la Corte non può riesaminare i fatti del processo o valutare nuovamente le prove, ma deve limitarsi a controllare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente le leggi e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e coerente.
Quali sono le conseguenze per il ricorrente in caso di inammissibilità?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata fissata in euro tremila.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 14554 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 14554 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 06/03/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
TERESI COGNOME NOME, nato a Palermo il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 13/04/2023 della Corte d’appello di Palermo
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di COGNOME NOME;
ritenuto che l’unico motivo di ricorso, con il quale si deduce la violazione di legge e il vizio di motivazione in relazione all’affermazione di penale responsabilità dell’imputato per il reato di danneggiamento contestato, è finalizzato a ottenere, mediante doglianze generiche in punto di fatto, una rivalutazione delle fonti probatorie estranea al sindacato di legittimità e avulsa dalla pertinente individuazione di specifici travisamenti di emergenze processuali già valorizzate dai giudici di merito con corretti argomenti logici e giuridici (si vedano, particolare, le pagg. 1 e 2);
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
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Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso, in data 6 marzo 2024.