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Ricorso inammissibile: quando è generico e aspecifico

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato contro una condanna per violazione del Codice della Strada. Il motivo è la genericità e aspecificità delle doglianze, che non si confrontavano adeguatamente con le motivazioni della sentenza d’appello. La Suprema Corte ha ribadito che il suo ruolo è di legittimità e non può riesaminare i fatti. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di un’ulteriore somma alla Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: la Cassazione chiarisce i requisiti di specificità

Presentare un ricorso in Cassazione richiede un’attenzione scrupolosa ai requisiti di forma e sostanza. Un recente provvedimento della Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale: un ricorso inammissibile è la conseguenza inevitabile di motivi generici e non specifici. Questa ordinanza offre uno spunto essenziale per comprendere i limiti del giudizio di legittimità e le conseguenze di un’impugnazione formulata in modo inadeguato.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un individuo da parte del Tribunale per un reato previsto dal Codice della Strada (art. 7, comma 15-bis, d.lgs. 285/1992). La pena inflitta era di sei mesi di arresto e 3.000,00 euro di ammenda. La decisione è stata integralmente confermata dalla Corte d’Appello.

Contro la sentenza di secondo grado, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione, affidandosi a un unico motivo: l’inosservanza ed erronea applicazione della legge a causa di una presunta carenza di motivazione nella sentenza di condanna. In sostanza, il ricorrente lamentava che i giudici non avessero adeguatamente spiegato le ragioni della sua colpevolezza.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non è entrata nel merito della colpevolezza o meno dell’imputato, ma si è fermata a un livello preliminare, quello dell’ammissibilità dell’impugnazione. La conseguenza diretta di tale declaratoria è stata la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di un’ulteriore somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Suprema Corte: il perché di un ricorso inammissibile

Il cuore della decisione risiede nelle motivazioni con cui i Giudici Supremi hanno respinto l’impugnazione. La Corte ha stabilito che il ricorso era manifestamente inammissibile ai sensi dell’art. 591, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale. Le ragioni sono principalmente due:

1. Natura del Giudizio di Legittimità: La Cassazione ha ricordato che il suo compito non è quello di riesaminare i fatti come un terzo grado di merito, ma di verificare la corretta applicazione del diritto e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata. Il ricorso, invece, proponeva una critica che, di fatto, sollecitava una nuova valutazione delle prove, inammissibile in questa sede.
2. Genericità e Aspecificità del Motivo: Il motivo di ricorso è stato giudicato “del tutto generico e aspecifico”. Il ricorrente non ha “puntualizzato le ragioni di doglianza in fatto e in diritto” e, soprattutto, non si è “confrontato in modo adeguato con le argomentazioni espresse dalla sentenza impugnata”. In altre parole, non basta affermare che la motivazione è carente; è necessario indicare specificamente quali passaggi della sentenza sono illogici o contraddittori e perché, dimostrando come questi vizi inficino la decisione nel suo complesso. La Corte ha ritenuto che la motivazione dei giudici di merito fosse ben argomentata, logica e sufficiente a giustificare sia la responsabilità penale sia l’entità della pena.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza è un monito importante sull’importanza della tecnica redazionale nel processo penale. Un ricorso per cassazione non può limitarsi a una generica lamentela contro la sentenza di condanna. Deve essere un atto giuridico preciso, che dialoga criticamente con la decisione impugnata, evidenziandone i vizi specifici di legittimità. Proporre un ricorso inammissibile non solo è inutile ai fini di un possibile annullamento della condanna, ma comporta anche un aggravio di spese per l’imputato, che si vedrà condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. Pertanto, la redazione di un’impugnazione efficace richiede uno studio approfondito della sentenza e l’articolazione di censure mirate e pertinenti, uniche in grado di superare il severo vaglio di ammissibilità della Corte di Cassazione.

Quando un ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando, come nel caso di specie, è proposto per motivi non consentiti dalla legge o quando i motivi sono manifestamente infondati, generici o aspecifici, come previsto dall’art. 591 c.p.p.

Cosa significa che un motivo di ricorso è “generico e aspecifico”?
Significa che il motivo non identifica con precisione le critiche mosse alla sentenza impugnata. Non basta lamentare una generica mancanza di motivazione, ma occorre specificare quali parti della sentenza sono errate o illogiche e perché, confrontandosi direttamente con le argomentazioni del giudice precedente.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato per legge al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata fissata in 3.000,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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