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Ricorso inammissibile: quando è generico e aspecifico

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per traffico di stupefacenti. L’impugnazione è stata respinta perché i motivi sono stati ritenuti generici, aspecifici e non in grado di confutare la solida motivazione della Corte d’Appello riguardo l’aggravante della notevole quantità e il diniego delle attenuanti generiche.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: L’Analisi della Cassazione su un Caso di Droga

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito un’importante lezione sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi. Il caso in esame ha portato alla dichiarazione di un ricorso inammissibile perché ritenuto generico e aspecifico. Questa decisione ribadisce un principio fondamentale: per contestare una sentenza, non basta dissentire, ma è necessaria una critica argomentata e puntuale che si confronti direttamente con le motivazioni del giudice.

I Fatti del Processo

Il percorso giudiziario ha inizio con una condanna emessa dal G.U.P. del Tribunale di Lamezia Terme il 6 dicembre 2023. L’imputato era stato ritenuto colpevole del reato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, aggravato dall’ingente quantità (art. 73, comma 1, e 80, comma 2, D.P.R. 309/1990). La pena inflitta, tenuto conto del rito abbreviato, era di sei anni di reclusione e 26.000 euro di multa. La Corte d’Appello di Catanzaro, con sentenza del 25 settembre 2024, aveva confermato integralmente la decisione di primo grado, inclusa la custodia cautelare in carcere e la confisca dello stupefacente.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Contro la sentenza d’appello, la difesa dell’imputato ha proposto ricorso per cassazione, basandolo su due distinti motivi:
1. Violazione di legge e difetto di motivazione riguardo l’applicazione dell’aggravante dell’ingente quantità di sostanza stupefacente.
2. Violazione di legge e difetto di motivazione per la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche, previste dall’art. 62 bis del codice penale.

In sostanza, la difesa contestava il trattamento sanzionatorio, ritenendolo eccessivamente severo e non adeguatamente giustificato.

La Decisione della Corte: il Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile in ogni sua parte. La decisione si fonda su una critica severa alla modalità con cui sono state formulate le doglianze. Secondo i giudici, i motivi del ricorso erano affetti da genericità e aspecificità. Invece di costruire una critica argomentata e puntuale contro le specifiche motivazioni della sentenza d’appello, la difesa si è limitata a riproporre le proprie tesi senza un reale confronto. Questo approccio non è consentito in sede di legittimità, dove il compito della Cassazione non è riesaminare i fatti, ma verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha spiegato che la sentenza della Corte d’Appello era, al contrario, ben motivata, logica e fondata su prove definite e significative. I giudici di secondo grado avevano correttamente spiegato perché l’aggravante fosse applicabile e perché non sussistessero i presupposti per le attenuanti generiche, basando la loro decisione principalmente sull’ingente quantità di sostanza sequestrata. Il ricorso, non riuscendo a scalfire questa solida motivazione, è risultato inefficace. Inoltre, la Corte ha definito il primo motivo di ricorso ‘manifestamente infondato’, poiché le tesi difensive si ponevano in netto contrasto non solo con il dato normativo, ma anche con la giurisprudenza consolidata della stessa Cassazione. Di conseguenza, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di 3.000 euro alla Cassa delle Ammende, non ravvisando alcuna ragione per un esonero.

Conclusioni: L’Importanza della Specificità nel Ricorso

Questa ordinanza è un monito per chiunque intenda impugnare una sentenza davanti alla Corte di Cassazione. Un ricorso inammissibile non è solo una sconfitta processuale, ma anche un esito prevedibile quando l’atto di impugnazione non rispetta i requisiti di specificità. È essenziale che ogni motivo di ricorso si confronti analiticamente con la decisione impugnata, evidenziandone vizi logici o giuridici precisi. Limitarsi a una generica lamentela equivale a non assolvere alla funzione critica che la legge richiede, con la conseguenza inevitabile della dichiarazione di inammissibilità.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché le censure presentate erano generiche e aspecifiche, non si confrontavano adeguatamente con la motivazione della sentenza impugnata, la quale era stata giudicata logica, appropriata e priva di vizi.

Quali erano i punti contestati dall’imputato nel suo ricorso?
L’imputato contestava due aspetti relativi al trattamento sanzionatorio: l’applicazione dell’aggravante per l’ingente quantità di stupefacente (art. 80, comma 2, D.P.R. 309/1990) e la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche (art. 62 bis cod. pen.).

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle Ammende, come nel caso di specie, fissata a 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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