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Ricorso inammissibile: quando è generico?

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una condanna per reati di droga. I motivi sono stati ritenuti generici poiché miravano a una rivalutazione delle prove e non contestavano specifici errori di diritto della sentenza impugnata, confermando la decisione sulla gravità del fatto e sul diniego delle attenuanti.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Limiti del Giudizio di Legittimità

Quando un appello viene respinto, l’ultima via percorribile è il ricorso alla Corte di Cassazione. Tuttavia, questo strumento non serve a rifare il processo, ma a controllare che la legge sia stata applicata correttamente. Una recente ordinanza della Suprema Corte ha ribadito questo principio, dichiarando un ricorso inammissibile perché troppo generico e mirato a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità.

Il Contesto del Caso: Condanna per Droga e Appello

Il caso trae origine dalla condanna, confermata in primo e secondo grado, di un individuo per reati legati agli stupefacenti (art. 73, comma 4, D.P.R. 309/1990) e detenzione di munizioni. L’imputato, tramite i suoi legali, ha presentato ricorso in Cassazione basato su tre principali censure:

1. Errata valutazione delle prove: La difesa sosteneva che i giudici di merito non avessero valutato correttamente le testimonianze, in particolare quelle relative al domicilio dell’imputato, dove erano state trovate droga e munizioni.
2. Mancata riqualificazione del reato: Si richiedeva di classificare il fatto come ‘di lieve entità’ (art. 73, comma 5), un’ipotesi che prevede una pena più mite.
3. Diniego delle attenuanti e della pena sostitutiva: Veniva contestato il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche e la negata sostituzione della pena detentiva con i lavori di pubblica utilità.

La Posizione della Corte d’Appello

La Corte d’Appello aveva già respinto queste argomentazioni, ritenendo una testimone chiave pienamente attendibile e sottolineando che la versione difensiva (secondo cui l’imputato viveva altrove) non era credibile. Aveva inoltre escluso la lieve entità del fatto non solo per la quantità, ma anche per la continuità dell’attività di spaccio e per un precedente specifico a carico dell’imputato.

La Decisione della Corte: Perché il Ricorso è Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato entrambi i ricorsi presentati inammissibili, definendoli generici e diretti a sollecitare una rivalutazione del quadro probatorio, attività preclusa al giudice di legittimità. I giudici hanno chiarito che un ricorso, per essere ammissibile, deve confrontarsi in modo puntuale con le argomentazioni della sentenza impugnata, evidenziando specifici errori di diritto, e non limitarsi a riproporre le stesse tesi già respinte in appello.

Il Principio di Diritto sul Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha ribadito che il primo motivo di ricorso era manifestamente infondato perché riproduceva profili di censura già adeguatamente esaminati e respinti dai giudici di merito con argomenti giuridici corretti. Il tentativo di screditare una testimonianza a favore di un’altra è una valutazione di fatto, non di diritto, e come tale non può essere oggetto del giudizio di Cassazione.

Spaccio di Lieve Entità: Non è solo una Questione di Quantità

Un punto cruciale della decisione riguarda la qualificazione del reato. La Cassazione ha confermato la correttezza della sentenza d’appello, la quale aveva specificato che il dato ponderale della droga non è l’unico elemento da considerare per stabilire la lieve entità del fatto. Nel caso di specie, altri elementi sono stati ritenuti decisivi per escluderla:

* La continuità dell’attività di spaccio, segnalata dai residenti.
* La presenza di una precedente condanna per lo stesso tipo di reato.

Questi fattori dimostrano una maggiore pericolosità sociale e una professionalità criminale che sono incompatibili con la fattispecie di minore gravità.

Le Motivazioni della Cassazione

Le motivazioni della Corte si fondano su principi consolidati della procedura penale. Il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono riesaminare le prove. Il suo scopo è garantire l’uniforme interpretazione della legge e il rispetto delle norme processuali. I motivi di ricorso devono essere specifici e criticare la logicità giuridica della sentenza impugnata. Quando, come in questo caso, ci si limita a riproporre le stesse doglianze già vagliate e disattese, senza una critica mirata alla struttura motivazionale della decisione, il ricorso diventa un mero atto di dissenso sulla valutazione dei fatti, e come tale è destinato a essere dichiarato inammissibile. La Corte ha inoltre evidenziato che la proclività dell’imputato a commettere reati e la sua inaffidabilità, dimostrata anche durante gli arresti domiciliari, giustificavano ampiamente il diniego delle attenuanti e della pena sostitutiva.

Conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un importante monito sulla corretta redazione dei ricorsi per cassazione. Non è sufficiente essere in disaccordo con la decisione dei giudici di merito; è necessario individuare e argomentare vizi di legittimità specifici. Un ricorso inammissibile perché generico o fattuale non solo non porta ad alcun risultato utile per il condannato, ma comporta anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, come avvenuto nel caso di specie con la condanna al versamento di 3.000,00 euro alla Cassa delle ammende.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
È stato dichiarato inammissibile perché ritenuto generico, in quanto si limitava a riproporre argomenti già respinti nei gradi di merito e chiedeva una nuova valutazione delle prove, attività non consentita alla Corte di Cassazione.

Quali elementi escludono la qualificazione del reato come ‘di lieve entità’?
Oltre alla quantità di sostanza stupefacente, la Corte ha dato rilievo ad altri fattori, quali la continuità dell’attività di spaccio segnalata dai residenti e la presenza di una precedente condanna a carico dell’imputato per lo stesso reato.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in favore della Cassa delle ammende, in questo caso fissata in 3.000,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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